Maurizio Barozzi: “Sto con Putin perché le circostanze ce lo impongono..”

Se qualcuno pensa che il nostro identificarci sulle ragioni e posizioni della Russia di Putin corrisponda ad una identificazione ideologica si è sbagliato di grosso.

Noi partiamo dal presupposto che il nemico principale, non solo di tutti noi, ma di tutto il genere umano, sia l’Occidente mondialista e il suo braccio armato Usa-Israel.

Questo Occidente e le sue lobby di potere stanno portando avanti un progetto di dominio mondiale che qualora trionfasse, ingabbierebbe il genere umano, quali schiavi, in una società degli spettri.
Al contempo non ci facciamo illusioni, non ci sono “Terze vie”, nè realtà europee alle quali attaccarci o riferirci, né tanto meno “camerati” europei con cui simpatizzare (tutti i gruppi di destra, sulla cui ideologia di fondo non possiamo che divergere, sono oltretutto sotto il controllo delle Intelligence occidentali) quindi non resta che percorrere la via strategica di ogni scontro: “il nemico del mio nemico è mio amico”.

La Russia, per qualsivoglia suo interesse, si sta opponendo ai disegni strategici occidentali quindi ci trova alleati, anche se sappiamo bene che, in definitiva, la Russia pur avendo salvaguardato una certa valenza patriottica e alcuni valori culturali rispetto all’Occidente americanista, è pur sempre compenetrata nelle Istituzioni e negli Organismi mondialisti, nei circuiti economici finanziari internazionali. E’ questo il suo limite, il pericolo che qualora trovi l’accomodamento su certe divergenze e interessi geopolitici con l’Occidente, noi perderemmo un prezioso alleato e non ci sarebbero più alternative concrete per opporci al “nemico del genere umano”.

UN POCO DI STORIA
Quando entrano in gioco gli interessi della Nazione e del suo popolo, gli aspetti geopolitici di quella che una volta si chiamava Patria, avviene che non sempre i riferimenti ideologici vadano di pari passo con gli interessi della Patria.
Figuriamoci quindi se possiamo sposarci Putin con il quale, in definitiva, oltre le simpatie per le sue iniziative e prese di posizione, non abbiamo in comune una stessa visione della vita e del mondo.
Noi fascisti restammo guardinghi e vigili anche nella seconda guerra mondiale, quando allora sì, vi era una convergenza ideologica con la Germania nazionalsocialista.
Ma purtroppo la nostra vicinanza ideologica strideva con due opposti interessi geopolitici: quelli Euro – Atlantici di Hitler che mirava ad un accordo globale con l’Inghilterra e quelli mediterranei, Euro Asiatici di Mussolini.
Il Duce ben sapeva che l’Italia aveva i suoi principali interessi geopolitici (Mediterraneo e Africa) divergenti da quelli britannici, il nostro vero nemico, ma era anche conscio di dover vigilare nel continente a Nord – Est dalla Germania. Sapeva benissimo che l’Italia, vaso di coccio, tra vasi di ferro, doveva la sua sopravvivenza solo se in Europa non ci fosse stato un unico dominatore, ma un balance of power.

Per questo, nonostante tutte le nostre identità ideologiche con la Germania, Mussolini desiderava questo equilibrio in Europa e soprattutto paventava un accordo anglo tedesco su vasta scala che, per le leggi storiche, non avrebbe che potuto essere per noi esiziale.

In piena non belligeranza Mussolini disse a Giuseppe Bottai:
“Qui ci sono due imperi in lotta, due leoni. Non abbiamo interesse che stravinca nessuno dei due. Se vincesse l’Inghilterra, non ci lascerebbe che il mare per fare i bagni. Se vincesse la Germania, ne sentiremmo il peso. Si può desiderare che i due leoni si sbranino, fino a lasciare a terra le code, e caso mai, andare a raccoglierle”.

Fu questa filosofia, legata ai nostri interessi geopolitici, che guidò il Duce per tutta la guerra, anche se alla fine risultò perdente perché il nemico non era solo quello geoografico, ma anche e soprattutto le grandi massonerie mondialiste, l’ebraismo internazionale che muoveva le strategie degli Alleati ed aveva come obiettivo principale la disruzione totale dell’Europa e dei fascismi.

Se qualcuno storcesse il naso per la non totale identificazione con la Germania di Hitler da parte di Mussolini, si ravveda subito, perché Mussolini non era un idiota.
Potrei portare molti esempi a dimostrazione che anche la Germania, al di là del cameratismo ideologico, perseguiva PRIMA DI TUTTO i suoi interessi geopolitici e del resto Hitler aveva sempre specificato che il nazionalsocialismo, non era merce di esportazione, ma era stato ideato per gli interessi germanici.

Nell’agosto del 1940, in piena guerra comune, il generale Leeb, dopo una conferenza di Hitler ai feldmarescialli di nuova nomina, ebbe a riportare il pensiero di Hitler: “”…la Germania non vuole schiacciare la Gran Bretagna perché significherebbe concedere al Giappone l’intero continente, all’Unione Sovietica l’India, all’Italia il Mediterraneo e agli Stati Uniti il commercio globale””. Come vedete, anche il “camerata Richard”, non desiderava farci dominare totalmente nel nostro mare.
Ancora nel 1941, Hitler ebbe a sottolineare come le alleanze in atto erano più che altro alleanze di convenienza ed aggiunse:

”Il popolo tedesco sa che la nostra alleanza con l’Italia è solo un alleanza tra me e Mussolini. Noi tedeschi abbiamo simpatie solo per la Finlandia. Potremmo trovare qualche simpatia per la Svezia e naturalmente per la Gran Bretagna. Un alleanza tedesco britannica sarebbe un alleanza tra due popoli!”.

Noi oggi possiamo anche vedere la Storia da un punto di vista metastorico, constatare come fascismo e nazionalsocialismo hanno rappresentato un meraviglioso raggio di sole della Tradizione nel mondo moderno, ma la Storia è regolata dagli interessi geopolitici e le nazioni hanno la loro ragion di Stato, che si riscontrano nella massima degli antichi romani: “”la salvezza della Patria è la legge suprema””.
Spero di aver chiarito a tutti come stanno le cose. Le utopie e le infatuazioni ed esaltazioni ideali sono meravigliose, ma la realtà e gli interessi vitali dei popoli, sono un’altra cosa.

Maurizio Barozzi – maufil@alice.it

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