“Inside job” – Analisi particolareggiata sull’attentato del 11 settembre 2001 alle Torri Gemelle
ATTENTATI DELL’11 SETTEMBRE 2001 – FACCIAMO IL PUNTO:
VERSO LA VERITA’, MA CON IL RISCHIO DI ALTRE MISTIFICAZIONI
di Maurizio Barozzi
Per chi non lo sapesse, negli Stati Uniti, la maggioranza delle persone si sta convincendo che gli attentati dell’11 Settembre non possono essere stati opera di 19 terroristi arabi, piloti da baraccone, magari guidati da una grotta computerizzata dell’Afghanistan; che le Torri gemelle e soprattutto la terza Torre o Edificio 7 al WTC, non possono essere collassate tutte in quello stesso modo, a causa di urti da aerei e/o di incendi, e che molti elementi non si sono voluti deliberatamente prendere in considerazione e altrettante prove sono state opportunamente nascoste o mistificate.
Molti, infine, restano perplessi che in un disastro del genere, realizzatosi in circa due ore, nella mancata protezione aerea e in una enormità di disguidi, nessuno abbia pagato per queste disattenzioni, per questi errori o peggio, ed anzi si sono avute una valanga di promozioni sospette di generali e dirigenti che invece avrebbero dovuto andare sotto processo. Se poi vi aggiungiamo la sbrigativa vendita all’estero dell’acciaio collassato, le telecamere non mostrate, le prove ancora secretate, senza oramai più alcun motivo valido, una ricostruzione della meccanica e fenomenologia dei crolli, fatta al computer dal Nist (l’Ente preposto e profumatamente pagato dal governo per accertare questi fenomeni), che non convince nessuno, è scontato che ci si chieda se tutte queste imposizioni, deviazioni e artifici non siano stati espedienti per nascondere la verità.
E nel mazzo c’entra anche l’imposizione della Patriot act, una legge liberticida, clamorosa per un paese come gli Stati Uniti, che sembra imposta a viva forza proprio per proteggere una serie di menzogne.
Nessuno oramai riesce, per esempio, a darsi una convincente risposta, di fronte alla enormità e gravità del problema o, ancor più semplicemente, del perché il Nist, investito da precise contestazioni che attestano che la simulazione al computer dall’Ente progettata non dimostra niente, a meno che non si forniscano i dati e i parametri con cui quella simulazione è stata fatta, ma nonostante il tempo trascorso, non si voglia rendere pubblici quei dati dei modelli su cui hanno lavorato i suoi computer. Come dire: “fidatevi”, prendete per buona la nostra simulazione che attesta crolli strutturali e non demolizioni controllate. Ma nessuno orami si fida più, tanto più che tutto quello che ha scritto il Nist, stride con troppi dati di fatto, troppe osservazioni e troppe leggi fisiche e ingegneristiche.
Oltretutto il cui prodest di quegli attentati è da tempo sotto gli occhi di tutti, visto che proprio grazie a quel sangue gli USA hanno potuto avere l’avallo e il consenso per scatenare guerre contro stati esteri sovrani, guerre, come l’invasione dell’Afghanistan i cui piani di intervento erano già pronti da prima e vennero quindi messi in atto in pochissimo tempo.
Probabilmente un potere come quello rappresentato dagli Stati Uniti, supportato dal controllo totale dei mass media, se ne può fregare altamente di come la pensa l’opinione pubblica, e pilotare tutta la vicenda più o meno nello stesso modo come è stata pilotata quella dell’assassinio di Kennedy.
Lo studioso del caso Kennedy, Craig Ciccone, ha anche paragonate le due vicende:
““Più mi addentravo nelle ricerche sull’11 Settembre e più avevo il voltastomaco. La somiglianza tra i due casi, da come si sono svolti i fatti alle cosiddette “inchieste ufficiali”, è impressionante. Come nel caso Kennedy, anche nell’11 Settembre le leggi della fisica e dell’aerodinamica sono state disinvoltamente ignorate. Sono state distrutte le prove. Si è tentato continuamente di piegare l’evidenza a una versione dei fatti già pre-confezionata. Si sono avuti palesi conflitti d’interesse nell’ente investigativo. E le testimonianze di chi ha visto e sentito sono state gestite in modo vergognoso”“.
Per Kennedy dopo reticenze, commissioni addomesticate, depistaggi e occultamento di prove, si è assistito, a scadenze periodiche, al diffondersi di notizie, perizie contraddittorie, testimonianze incredibili e ricostruzioni controverse, che hanno imperversato per mezzo secolo, finendo per rendere tutto oramai imperscrutabile e fumoso, insomma un orgia confusionaria di falsità, mezze verità, dati e informazioni contraddittori e difficilmente verificabili , probabilmente, se in futuro non usciranno fuori documentazioni incontrovertibili, tenute gelosamente nascoste, non sarà più possibile sapere la verità, per la gioia di una editoria che si sbizzarrisce a scrivere e vendere tutto e il contrario di tutto.
Anche il “segreto” dell’11 Settembre sembrava aver imboccato un triste destino simile, tale da portarlo all’oblio, se non fosse per il fatto che sono state da subito contestate e con il tempo smontate, non solo negli Usa, ma da ricercatori di svariate nazioni, le versioni e gli studi, ovvero molte delle “verità ufficiali” che volevano attestare la veridicità di attentati, clamorosi e complessi, come opera di scalcagnati terroristi arabi. E il rifiuto di quelle verità governative raccoglieva tali e tanti dati, particolari e osservazioni che non è più possibile ignorare.
Anche grazie al fatto che i “contestatori” si andavano organizzando in gruppi specializzati e qualificati, si sono ridotte le possibilità che anche questo “mistero” facesse la fine del caso Kennedy, ma il pericolo che diventi imperscrutabile e contraddittorio come il caso Kennedy, purtroppo è ancora reale e il passare del tempo non gioca certo a favore della verità.
Comunque sia la oramai evidente e diffusa scarsa credibilità delle “versioni ufficiali”, determina una situazione sta avendo ricadute anche nei rapporti internazionali e lo stesso Putin, che ben sa come stanno le cose, ma fino ad oggi gli ha fato comodo fare il sordo del compare, in questi giorni di crisi Ukraina, ha lanciato qualche frecciatina.
Il “9/11 Cosensus Panel”,
In particolare, di grande importanza ed efficacia è risultato il “9/11 Cosensus Panel”, quel pool eterogeneo, ma qualificato di architetti, ingegneri, fisici (con titoli attentamente verificati), ex militari, detective e personalità di varia estrazione (per l’Italia ne fa parte, come giornalista Giulietto Chiesa, l’ex magistrato Ferdinando Imposimato, oltre a Massimo Mazzucco, autore di uno spettacolare e interessante documentario su quegli attentati: “La nuova Pearl Harbour”, un documentario – inchiesta di 5 ore, facilmente reperibile anche in Rete).
I componenti del Consensus, e la sua Commissione, hanno preso ad una ad una tutte le specificità degli attentati, studiato le versioni ufficiali, le testimonianze e gli aspetti palesemente non verosimili della Commissione governativa 9/11, del Nist, e altri Enti incaricati dal governo americano, dimostrando che vi è stato un occultamento della verità.
La composizione qualificata del Consensus, i titoli vantati dai suoi partecipanti, la serietà delle argomentazioni, hanno posto seri problemi a chi voleva liquidare il tutto con mera superficialità.
Il 9/11 Consensus Panel inoltre ha compiuto un altro grande lavoro, quello di prendere in esame tante versioni, prove e studi, molti dei quali errati, che contestavano la “versione ufficiale” e li ha selezionati scartando quelli inattendibili, quelli imprecisi e quelli (anche questo è accaduto), diffusi appositamente e malevolmente da chi aveva interesse a contestare la “versione ufficiale” facendo girare prove false o inesatte.
A questo proposito, facciano bene attenzione i lettori che vogliono informarsi su questi attentati: ci sono in circolazione Siti fasulli o da dilettanti, tesi e argomentazioni del tutto prive di fondamento e pseudo prove che tali non sono, ma sembrano proprio messe lì apposta per essere poi ben confutate e quindi squalificare indirettamente anche ogni altra seria inchiesta. Si veda il Sito: http://www.consensus911.org/it/
I tempi, comunque sono oramai maturi, perché, prima o poi il castello della Grande menzogna cada definitivamente e oltretutto in altri paesi, anche dell’area occidentale, molti si stanno convincendo che l’11 Settembre fu veramente una “nuova” Pearl Harbour, ma questa molto più infame, perchè quella del 1941 fu “solo”, si fa per dire, il sottacere di quanto stava per accadere, l’attacco giapponese alla base nelle Hawaii, per farlo accadere e avere dei morti da sfruttare per entrare in guerra.
Ma la false flag dell’11 Settembre 2001, è stato un crimine peggiore perché, qualora dimostrato, sarebbe stato programmato ed eseguito all’interno della Amministrazione statunitense che diviene quindi responsabile di quasi 3000 morti tra i suoi concittadini ai quali si vanno sempre più aggiungendo tutte quelle persone che per residenza, per lavoro o per soccorsi, hanno respirato per giorni le polveri sottili, cancerogene e inquinanti di Ground Zero.
I debunkers
En passant ci sarebbe anche da notare che ultimamente, a quanto pare, certe Istituzioni, certi Organismi, sembra non sovvenzionino più come prima quei “benemeriti” che rispondono al nome di debunkers, i cosiddetti cacciatori di bufale i quali, fatti salvi sprovveduti o altri in buona fede, attraverso argomentazioni solo apparentemente logiche, hanno avuto, fino ad oggi, il duro compito di tenere in piedi la “versione ufficiale”.
Intendiamoci, un cacciatore di bufale, un indagatore che contesta ogni interpretazione e ne fornisca prove, pur sarebbe un elemento prezioso ai fini della verità, stante le tante vere e proprie bufale che girano, ma non come è invece avvenuto, che questi debunkers hanno dato l’impressione di stare lì a difendere, ad ogni costo, la versione ufficiale per partito preso, utilizzando metodi scorretti, sillogismi campati in aria, e ogni altro artificio discorsivo, mettendo su un baraccone di vero e proprio “illusionismo”.
Gli bastava prendere qualche tabella di dati scientifici, che oltretutto sono validi in determinati contesti e condizioni, per applicarla alle loro versioni; gli bastava portare esempi apparentemente analoghi, ma totalmente fuori luogo, per attestare la loro contestazione.
Ma tutto questo è oramai stato spazzato via, proprio dal lavoro, anche scientifico del “9/11 Consensus Panel”, il quale ha bypassato le inconcludenti discussioni su a che temperatura si “ammolla” l’acciaio, visto che i “crolli” delle torri hanno una complessità specifica che non è risolvibile solo con queste specificità, ha più semplicemente, dapprima indicato dei valori scientifici, quindi ha posto all’attenzione dei reperti verificati e verificabili (metalli fusi), e ha mostrato che quelle fusioni non possono essere avvenute per l’incendio degli uffici e del carburante, ma “qualcosa” di ben diverso e di più enorme intensità li ha provocati. Ergo quei crolli non si sono verificati come vorrebbero farci credere.
Ecco lo studio del Consensus dopo discussioni, prove, dibattiti e analisi (ometto le note esplicative):
““L’esperienza, basata sull’osservazione fisica e le conoscenze scientifiche, mostra come gli incendi da ufficio, anche con l’ausilio di carburante di aerei (come il kerosene), non possono raggiungere temperature superiori ai 1,800 gradi Fahrenheit (1,000° C).
Ma una serie di studi scientifici mostrano che i met+alli delle Torri Gemelle si sono fusi. Fra questi c’è il ferro, l’acciaio e il molibdeno– i quali normalmente non si liquefanno fino al raggiungimento dei 2,700° F (1482˚C), 2,800˚F (1538˚ C), e 4,753˚F (2,623˚C), rispettivamente”“.
Le analisi gli studi e le indagini degli scienziati e studiosi del 9/11 Consensus Panel si sono sempre mantenute su un pian di verificabile oggettività e dimostrabilità, tanto che fino ad ora sono stati assodati e pubblicati 26 punti di consenso su gli argomenti presi in esame, edaltri sono in continuo studio, ma non ha potuto fare a meno di esaminare e giudicare analisi e studi che nessuno aveva mai fatto e che ora si vorrebbero mettere in dubbio, solo perché vengono da perizie di parte.
Ecco per esempio la contestazione alla affermazione del Nist che la polvere del World Trade Center non contenesse tracce di materiale termitico (si omettono le note esplicative):
““La versione ufficiale – Pur non avendo mai effettuato test che determinassero la presenza di materiale incendiario (come la termite) o di esplosivi (come l’RDX e la nanotermite) nella polvere del WTC, il NIST ha affermato che tali materiali non fossero presenti.
Le prove migliori – Materiale nanotermitico inesploso, “che può essere adattato per comportarsi come un incendiario (es. la termite comune), o come un esplosivo,” è stato trovato in quattro campioni di polvere del WTC raccolti separatamente (come riferitoin un articolo firmato da più autori in una rivista peer-reviewed)”“.
Ma comunque, lasciamo perdere, visto che da una parte l’evidenza della falità della “versione ufficiale” è sotto gli occhi di tutti, e dall’altra i debunkers, i difensori di ufficio della Grande menzogna, sono oramai in via di sbaraccamento anche se le loro “versioni” sono sempre lì in mostra nei loro Siti.
A quando la verità
Comunque sia, oramai non ci si chiede più se la grande menzogna su quegli attentati, o meglio auto attentati, venga a cadere, ma quando questo avverrà riuscendo, si spera, ad evitare il destino del “caso Kennedy.
Il giorno non dovrebbe essere molto lontano, crisi internazionali permettendo. Forse non tutto sarà possibile che sia svelato, che tutta la verità venga fuori, troppi sono gli interessi di enorme portata in gioco, ma molti aspetti saranno chiariti, alcune documentazioni desecretate.
Ancora oggi, se pur abbiamo la certezza del “grande inganno”, del fatto che i ”cosiddetti “terroristi arabi” furono utilizzati come carne di porco, fatti liberamente deambulare negli States per circa due anni, tenendoli nel frattempo sotto stretto controllo, ed infine utilizzati per avvalorare la tesi degli attentati compiuti da costoro, non sappiamo, fisicamente, che fine abbiano veramente fatto. Analogamente, se pur abbiamo la certezza che il crollo delle tre Torri è stato pianificato e programmato, non sappiamo esattamente con quali modalità, tecniche e mezzi, né tantomeno da “chi” esattamente.
E ancora, se pur sappiamo che nel Pentagono non ci si è infilato un Boeing dalle note dimensioni e caratteristiche, ma qualcosa di diverso, non sappiamo esattamente cosa.
Se pur sappiamo che l’aereo precipitato in Pennsylvania è sicuramente stato abbattuto in volo o qualcosa di simile, non sappiamo come poi abbiano predisposto anticipatamente e anche successivamente, tutta la messa in scena.
Se pur sapendo che le famose telefonate da bordo degli aerei sono un altra impostura, non sappiamo come esattamente questa sia avvenuta, ed oltretutto abbiamo anche molti dubbi su che fine abbiano veramente fatto gli aerei e relativi passeggeri coinvolti in tutte queste vicende. E così via.
Non è uno scherzo. E del resto, come potremmo saperlo o almeno ipotizzarlo, se ogni traccia è stata fatta sparire, se Leggi e divieti assurdi impediscono di indagare come si deve, se tutta l’editoria americana, Tv e radio comprese è in mano a poche famiglie di Alta finanza detentrici del potere in America e la miriade di piccole radio e giornali che potrebbero dare un contributo alla verità sono sotto scacco e ricatto di fallimento e di chiusura forzata?
Come potremmo ricostruire con un minimo di concretezza e credibilità certe situazioni, se hanno fatto sparire da subito tonnellate di acciaio delle Torri che invece poteva e doveva essere analizzato, hanno fatto sparire e secretato centinaia di video cassette e documenti, hanno, di fatto, corrotto con facili carriere persone che avevano agito in modo almeno ambiguo?
E non era di certo facile districarsi in tutta questa faccenda, se poi molti di coloro (autorità, tecnici, Servizi, agenti, ecc.) che hanno partecipato al “grande inganno”, magari neppure sapevano cosa stavano facendo o conoscevano solo un limitato numero di informazioni e quelli che invece sapevano di più, non parleranno mai, ben consci di cosa li aspetterebbe in caso contrario e inoltre molti probabilmente non risiedono neppure negli Stati Uniti. Questa dell’omertà, del silenzio, della mancata “crisi di coscienza” in chi ha partecipato a spargere tanto sangue, è purtroppo un fenomeno generale, che non deve sorprendere, come anche qui da noi in Italia, dove nonostante stragi di enorme portata, mai nessuno che sia venuto a dire: l’ho fatta io, oppure vi ho partecipato anche io.
Indubbiamente solo degli imbecilli possono credere che non ci siano videoriprese dell’area del Pentagono che inquadrano il “qualcosa”, l’aereo che si è avvicinato all’edificio colpendolo: che non ci siano riprese che inquadrano i “dirottatori” al momento degli imbarchi sugli aerei poi dirottati (quel poco e niente che è stato mostrato a questi propositi, o non dice nulla, oppure non è pertinente al momento dei fatti, o addirittura, come ha dimostrato il Consensus Panel, le immagini sono state manomesse se non falsificate); e neppure è credibile che ancora ci possano essere valide ragioni da addurre per secretare questo materiale e negarlo al pubblico, eppure è andata proprio così e le autorità governative sono fino ad oggi riuscite a tenere celate molte informazioni.
E chi nasconde, nega e fa ostruzionismo alle richieste, dal suo punto di vista, ha valide ragioni se, per esempio, consideriamo cosa è successo quando, dopo pressioni di ogni genere e battaglie legali, si è riusciti a farsi consegnare un video sul crollo dell’Edificio 7 al WTC, avvenuto intorno alle 17,20 di quel giorno senza che l’edificio fosse stato colpito da aerei.
La presa visione di quel video ha infatti permesso di osservare che alle 17,20 l’attico della parte est dell’edificio crolla qualche secondo prima rispetto al crollo dell’attico ovest, mentre, contemporaneamente l’intero edificio comincia a scendere in caduta libera (come poi dopo anni di silenzio e omissioni hanno dovuto ammettere anche al Nist).
Poi il collasso, come hanno scritto gli osservatori: “che avviene simultaneamente su tutta la lunghezza dell’edificio (circa 100 metri, da est a ovest). I piani rimangono perfettamente paralleli mentre l’edificio sprofonda in una nuvola di polvere identica a quelle delle Twin Towers. Dunque non si registrano cedimenti settoriali. L’edificio entra in caduta libera tutto intero, senza perdere la sua forma”. (…). Siamo dunque di fronte a due affermazioni smentite dai fatti (il crollo “progressivo” al posto della “caduta libera”) e il fuoco come causa del crollo”.
Stante così le cose, è facilmente intuibile che se non si sono fornite telecamere e documentazioni, come spesso richiesto e a così distanza di tempo, non è per il pericolo di atti di terrorismo, per tutelare indagini su presunti terroristi, quando poi è noto che l’America, i terroristi li alleva, li utilizza nelle false flag, li finanzia, quando il caso li sopprime, ma evidentemente perché quelle riprese, quelle foto, quei documenti, mostrerebbero una verità dei fatti molto diversa da quella raccontata.
Ma sempre sulla “caduta libera” dell’Edificio 7, eccellente il lavoro del Consensus Panel che, di fatto, a messo il Nist con le spalle al muro.
Ecco un importante punto stabilito dagli studi del Consensus (omettiamo le note) :
““ La versione ufficiale: Nel suo Rapporto finale sul WTC 7, pubblicato a novembre del 2008, il NIST infine ha ammesso che il WTC 7 crollò in caduta libera per più di due secondi. Il NIST ha continuato a sostenere, comunque, che il WTC 7 sia crollato a causa di un incendio, senza l’aiuto di alcun esplosivo.
Le prove migliori: L’analisi scientifica mostra che un crollo in caduta libera di un edificio dalla struttura in acciaio non può essere provocato da incendi, e cioè senza l’intervento di esplosivi (un fatto che il principale ricercatore del NIST, Shyam Sunder, riconobbe nel corso della sua discussione del Draft Report for Public Comment nell’agosto del 2008)”“.
Ma sempre sul WTC 7 ecco un’altra deduzione del Consensus Panel scaturita dagli studi scientifici e dalle relative discussioni (note omesse):
““La versione ufficiale – Inizialmente il NIST ha suggerito che l’edificio WTC 7 sia crollato a causa del danno strutturale in combinazione a un violento incendio alimentato dal gasolio. Tuttavia, nel suo Rapporto finale (del novembre 2008), il NIST ha dichiarato che né il gasolio né il danno strutturale fossero implicati nel crollo di questo edificio e che il WTC 7, che non venne colpito da alcun aereo, collassò unicamente a causa di un incendio.
Le prove migliori – Né prima né dopo l’11 settembre è mai accaduto che un grattacielo dalla struttura in acciaio crollasse a causa di un incendio. Se un incendio causasse realmente il crollo strutturale di un edificio simile, tale crollo sarebbe graduale, mentre i video mostrano che il WTC 7 è passato da una posizione stabile al crollo completo in maniera repentina e praticamente in caduta libera. Il crollo simmetrico e perpendicolare di questo edificio, con il tetto che rimane essenzialmente in posizione orizzontale, dimostra che tutte le 82 colonne strutturali del WTC 7 erano state eliminate nel momento preciso in cui la cima dell’edificio cominciò a cadere”“.
Fatto sta che allo stato attuale delle conoscenze, dopo una valanga di mistificazioni e inquinamenti, dopo che sono state impedite o boicottate in tutti i modi varie indagini e negata una ampia inchiesta su quegli avvenimenti, al di là della certezza dell’inganno complessivo e relativa falsità delle versioni ufficiali, non si è potuti andare.
In questo contesto, la parte più vergognosa l’ha fatta la stampa, l’editoria, giornali e televisioni statunitensi, ma anche di altri paesi dell’occidente. Invece di assolvere al loro compito di giornalisti da inchiesta, di sollevare domande, di portare un contributo informativo in una vicenda che, a dir poco, e tutta sospetta e ha aspetti problematici, la stampa, i giornalisti, da veri mercenari, hanno assunto il ruolo di propagandisti di regime, di velinari. Come giustamente scrive Giulietto Chiesa:
““ A tal punto il mainstream informativo ha taciuto, mentito, distorto i fatti, intimidito, censurato autocensurandosi, da costringere alla conclusione che se un complotto c’è stato, è stato quello dei grandi media informativi: per impedire che il complotto vero, ufficiale, venisse scoperto e denunciato”“.
Scetticismo e massima attenzione alle bufale
Cosa svelerà qualche documento segreto, sapientemente tirato fuori, qualche “confessione” clamorosa, e chissà fino a che punto veritiera, non lo sappiamo, ma bisogna stare molto attenti, gli Stati Uniti sono il regno della disinformazione, della alterazione di fatti e delle prove e soprattutto dell’inquinamento abnorme delle stesse.
Tra quelle che di certo si possono considerare “leggende metropolitane”, vi fu quella che circolava già pochi giorni dopo gli attentati, cioè che nelle Torri Gemelle lavoravano 4.000 cittadini ebrei, ma nessuno di loro si è presentato al lavoro l’11 settembre, perché avvertiti dai servizi segreti. Era una bufala, priva di fondamento, ma proprio notizie false del genere inquinano e pregiudicano una seria inchiesta su quegli attentati e la sua divulgazione.
Per esempio è emersa ultimamente una notizia della massima importanza e che sarebbe clamorosa, ma che bisogna sempre prendere con le molle, verificarla, e negli States non è così facile, quindi studiarla e analizzarla attentamente. Insomma tutto lavoro proprio del 9/11 Consensus Panel.
Nel frattempo, da parte nostra, oltre a prenderne atto, non possiamo fare altro, anzi occorre sempre tenersi su una certa linea di scetticismo per non aumentare il numero di notizie, spesso appositamente emesse, solo per fare confusione Vediamo di che si tratta.
Sembrerebbe che un ex pilota della CIA, sotto testimonianza giurata, ha affermato che nessun aereo colpì il WTC. John Lear, figlio di Bill Lear inventore della Learjet, ha affermato secondo la sua perizia, che sarebbe stato fisicamente impossibile per un Boeing 767, aereo dei voli AA11 e UA175, colpire le Torri Gemelle l’11/9, soprattutto considerando l’inesperienza di volo dei dirottatori:
“Nessun aereo Boeing 767 colpì le Torri Gemelle, come fraudolentemente sostenuto dal governo, dai media, dal NIST e dai suoi contraenti”, ha affermato l’ex pilota della CIA nella sua dichiarazione giurata.
Non è possibile che si siano verificati quegli schianti, perché sono fisicamente impossibili, per le seguenti ragioni: Nel caso del volo UAL 175 contro la torre sud, un vero Boeing 767 avrebbe dovuto subire un effetto “telescopio” accartocciandosi su se stesso, non appena il muso avesse colpito le colonne d’acciaio da 14 pollici, che diventano da 39 pollici nel centro.
Colpendo le colonne e le traverse d’acciaio, la coda verticale e le ali si sarebbero istantaneamente separate dal velivolo cadendo al suolo.
I motori, nell’urto con le colonne d’acciaio avrebbero comunque mantenuto la loro forma generale e sarebbero o caduti a terra o sarebbero dovuti essere recuperati tra le macerie dei palazzi crollati.
Nessun Boeing 767 poteva raggiungere una velocità di 540 mph a 1000 metri sopra il livello del mare. La ventola del motore non è progettata per accogliere il volume di aria densa a quella quota e velocità. Il pezzo della presunta fusoliera esterna contenente 3 o 4 aperture delle finestre non è coerente con un aereo che ha colpito le colonne in acciaio da 14 pollici, a oltre 500 mph. Sarebbe completamente accartocciata”.
Di fronte ad una denuncia del genere, dettagliata e con alcuni elementi che già si sapeva rispondono al vero, che dire? Per adesso è meglio tacere attendendo l’esito di ulteriori accertamenti e prove.
Basti pensare che qualora fossero provate queste deduzioni e informazioni, si aprirebbero scenari incredibili, per esempio: cosa ha allora colpito le Torri? Dove sono finiti i veri aerei partiti (e sono veramente partiti?) con tanto di passeggeri dai rispettivi aeroporti quella mattina? E che fine avrebbero fatto quei passeggeri?
Già ci stiamo spremendo il cervello per capire come avrebbe fatto un Boeing a colpire una Torre, volando a quella velocità e a quel livello del mare, senza sfasciarsi in volo, cosa più che probabile, sicura, o come abbia fatto un pilota da operetta, sempre con un Boeing, a compiere quelle manovre e a quella velocità prima di colpire la facciata del Pentagono, senza sfracellarsi, che finiremmo veramente per impazzire.
Meglio attendere verifiche, studi e analisi.
Attenzione ad un altro “inganno”
Purtroppo l’esperienza e lo studio della storia, soprattutto di quella amerivcana, ci mettono in guardia di un possible futuro inganno. Ci spieghiamo: l’Amministrazione americana potrà anche sopportare, e forse, addirittura, certe lobby di potere, potrebbero anche sfruttarla a proprio vantaggio (è già accaduto in passato), una parziale demistificazione degli attentati, ma a patto che i responsabili siano circoscrivibili e non che siano coinvolti, nel loro insieme, il governo e le Istituzioni degli Stati Uniti. Cosa non impossibile, ma non facile perché svelando un inganno, rivelando la vera natura e meccanica di certi fatti, incriminando persone, c’è il rischio, nonostante la gran baraonda e cortina fumogena che i mass media sanno mettere in piedi con i loro addomesticati “processi del secolo” che, a cascata, si vengano a scoprire troppe cose tali da pregiudicare e mettere a rischio il potere e i rapporti di potere negli States.
E’ quello che per altri versi è accaduto da noi, dove sullo stragismo che per 20 anni ha insanguinato l’Italia, non potendo chiamare in causa direttamente lo Stato quale complice dei veri mandanti, ovvero il sistema Atlantico con annessi e connessi, si è prodotta la favoletta che lo stragismo fu opera di Servizi infedeli (che non possono esistere a quel livello di deviazioni, perchè i nostri vertici militari, nonostante personalismi, rivalità e differenti referenti politici, sono subordinati a quelli Atlantici), di Massonerie deviate (che non esistono, nonostante tutti gli strappi e beghe di potere che dividono il mondo massonico, in quanto la massoneria è un potere mondiale che presenta apparentemente facce diverse a seconda delle aree geografiche e dei tempi di manovra e ma su le questioni importanti, è sottoposta alla Grande obbedienza) ed infine dalla “eversione nera”, un altro immaginario che non esiste perché personaggi e gruppi di questa eversione nera si è avuto modo di constatare che sono tutti confidenti o addirittura in forza dei Servizi e quindi la loro non poteva essere una vera eversione.
Risultato, con evidente presa in giro dei famigliari delle vittime, che dei mandanti ed esecutori di tante stragi che hanno insanguinato il nostro paese, non ne sappiamo nulla.
Negli Stati Uniti il quadro che potrà andarsi a delineare, per spiegare gli auto attentati e mettere qualcuno alla sbarra, facendo tutti fessi e contenti, potrebbe essere quello di incolpare le solite industrie di armi, lobby guerrafondaie, qualche pezzo grosso e dando magari in pasto all’opinione pubblica la complicità dell’ex presidente Bush e suoi reggi coda, neocons o meno.
Quindi, come al solito, solo una verità parziale e riduttiva, questa sì, “deviata”.
Ma ancor peggio le cose potrebbero andare con le complicità “straniere”.
Sembra a tutti evidente che in quegli attentati, anche per evitare future fughe di notizie, siano stati utilizzati un buon numero di tecnici e agenti stranieri. Tra i più gettonati in questo senso e in virtù di vari indizi, molti hanno indicato gli israeliani, che avevano più di un interesse.
Ma Israele è un tabù, un potere che non può di certo essere chiamato in causa con leggerezza, perchè non solo è il principale alleato degli Stati Uniti, non solo è interallacciato con l’America in ogni campo, ma oltretutto il potere ebraico in Usa ha tutto sotto controllo, si può dire che fa il bello e il cattivo tempo e di certo non lascerebbe trapelare una verità del genere, dalle conseguenze inimmaginabili per l’alleanza Usa – Israele.
Ed ecco che allora si sta forse preparando un altro “responsabile” che potrebbe benissimo essere sacrificato, nonostante sia molto importante per la politica americana. L’Arabia Saudita.
Non è un caso, infatti, che sono trapelate informazioni su quelli che si sono definiti “sconvolgenti documenti” che proverebbero la presenza dei sauditi negli attentati.
Subito, ovviamente, due senatori, il repubblicano Walter Jones e il democratico Stephen Lynch vorrebbero che siano rese pubbliche 28 pagine censurate del rapporto sull’assalto all’America da parte dei qaedisti (Al Qaeda, la fantomatica, almeno allora, cellula terrorista inventata dalla intelligente occidentale, tanto che il suo, altrettanto fantomatico capo, Osama bin Laden, non per niente, è stato definito “Osama bin Mossad”, visto che ogni attentato, vero o presunto, è sempre stato funzionale e vantaggioso agli Usa e ad Israele!).
Addossare ai Sauditi la colpa degli attentati, significherebbe comunque mantenere in piedi la storiella degli arabi terroristi, e poi avere un buon capro espiatorio.
Probabilmente, stante gli intrecci di Intelligence che legano gli Usa all’Arabia Saudita, in particolare vari interessi e rapporti con il presidente Busch, questi ultimi qualche cosa hanno fatto o vi hanno partecipato (probabilmente la gestione dei cosiddetti terroristi che soggiornavano in America e che poi sono stati indicati come i dirottatori) ma si può assolutamente escludere che i sauditi siano i responsabili principali degli attentati, un affare talmente grosso e complicato che questi sauditi non avrebbero di certo potuto metterlo in atto nei super controllati States. Staremo a vedere.
Il 9/11 Consensus Panel
E torniamo al 9/11 Consensus Panel, il cui Sito è in varie lingue, anche in italiano, che ha messo i fautori della “versione ufficiale” e i debunkers alle corde, ha dimostrato l’inconsistenza delle loro argomentazioni, delle loro tabelline sulla fusione dell’acciaio citate con superficialità, ecc., delle loro leggi fisiche mal considerate, e tutto il resto.
Molto meglio per loro che questi “cacciatori di bufale”, continuino ad occuparsi esclusivamente di Ufo, Alieni e leggende metropolitane.
IL 9/11 Consensus Panel, oltre ad aver acquisito tutta una serie di attestazioni, con un progetto di ricerca basato sulle prove e l’utilizzo attraverso un efficace metodo, detto delle “prove migliori” (- Opinioni di fonti rispettabili, basate su esperienza professionale; – studi descrittivi e rapporti di commissioni competenti; – dati fisici sotto forma di fotografie, video, deposizioni in tribunale, racconti dei testimoni e pubblicazioni del FOIA (Freedom of Information Act, legge americana sulla libertà dell’informazione; – Prove dirette piuttosto che circostanziali), ha sviscerato, analiticamente e scientificamente ben 26 argomenti, suddivisi in sette categorie, ciascuna delle quali rimanda a 26 punti individuali:
A. Punti di consenso generali
B. Punti di consenso sulle Twin Towers
C. Punti di consenso sul crollo del World Trade Center 7
D. Punti di consenso sul Pentagono
E. Punti di consenso sui voli dell’11 settembre
F. Punti di consenso sulle esercitazioni militari prima e durante l’11 settembre
G. Punti di consenso sugli ordini politici e militari dell’11 settembre
H. Punti di consenso sui dirottatori dell’11/9
V. Punti di consenso sulle prove video ufficiali riguardanti il 11/9.
Vediamo alcune informazione e un estratto degli argomenti presenti nel Sito del Consensus
al quale rimandiamo per una più esaustiva consultazione:
““““ Le conclusioni del 9/11 Consensus Panel, hanno indotto questo organismo ad individuare le prove effettive che contraddicono la ”versione ufficiale” e quindi a stabilire che “la versione ufficiale” sui fatti dell’11 settembre 2001 è stata utilizzata:
per giustificare le guerre in Afghanistan e in Iraq, che hanno provocato la morte di oltre un milione di persone; (il sito cita i centri studi che hanno determinato queste cifre).
per autorizzare torture, tribunali militari e extraordinary renditions;
per sospendere le libertà garantite dalla Costituzione americana come l’habeas corpus negli USA e libertà simili in Canada, nel Regno Unito e in altri Paesi.
Le affermazioni ufficiali riguardanti l’11 settembre sono, infatti, contraddette da fatti convalidati da un processo scientifico basato sul consenso che include i seguenti punti indicanti le “prove migliori”““““ .
Per leggere esaurientemente questi argomenti, la confutazione e la smentita provata di precedenti affermazioni, dati e notizie, di capitale importanza per arrivare alla verità o per nasconderla, si entri nel Sito del Consenus:
http://www.consensus911.org/it/i-punti-di-consenso-sull11-settembre/.
L’autorevolezza del 9/11 Consensus Panel
““““I “punti di consenso” sono risultati da una indagine condotta con il metodo Delphi fra oltre 20 esperti della Commissione, che li hanno graduati secondo un punteggio da 1 a 6, dopo tre tornate di revisioni e di commenti, restando ciascuno all’oscuro dell’identità e delle risposte altrui.
Il Metodo Delphi è un classico metodo di consenso che usa una collaudata metodologia per accrescere la conoscenza scientifica in campi come quello della medicina.
I punti di consenso presentati hanno quindi ricevuto l’approvazione da parte di almeno il 90% di oltre 20 persone (nella letteratura scientifica questa è considerata una alta percentuale).
Unitamente agli estratti video professionali che accompagneranno ciascuno dei Punti, questa indagine controllata fra i Membri della Commissione intende ridurre la confusione e le controversie che riguardano i fatti dell’11 settembre, incoraggiando i media ad affrontare tutti gli aspetti della vicenda.
I “Punti di Consenso” sono supportati da un’ampia documentazione fatta da testimonianze personali, resoconti ufficializzati dei pompieri, comunicazioni iniziali da parte di giornali e televisione, libri ed articoli di esperti ricercatori
L’indice di questi, per ora, 26 punti (aprirli nel Sito cliccandoci per leggerli) è il seguente:
A. Punti di consenso generali
Punto G-1: l’affermazione su Osama bin Laden
Punto G-2: l’affermazione che non ci fosse insider trading nelle opzioni di vendita prima dell’11 settembre 2001
B. Punti di consenso sulle Twin Towers
Punto TT-1: l’affermazione sulla distruzione delle Twin Towers dovuta unicamente all’impatto, al carburante e agli incendi
Punto TT-2: l’affermazione sulla distruzione delle Twin Towers dovuta unicamente all’impatto, agli incendi e alla gravità
Punto TT-3: un’affermazione esclude la presenza di esplosivi nelle Twin Towers
Punto TT-4: un’altra affermazione esclude la presenza di esplosivi nelle Twin Towers
Punto TT-5: l’affermazione che la polvere del World Trade Center non contenesse tracce di materiale termitico
C. Punti di consenso sul crollo del World Trade Center 7
Punto WTC7-1: l’affermazione che il WTC 7 sia crollato unicamente a causa di un incendio
Punto WTC7-2: l’affermazione contenuta nel rapporto preliminare del NIST che il WTC 7 non è crollato a velocità di caduta libera
Punto WTC7-3: l’affermazione contenuta nel rapporto finale del NIST che il WTC 7 crollò in caduta libera senza l’intervento di esplosivi
D. Punti di consenso sul Pentagono
Punto Pent-1: perché l’attacco al Pentagono non è stato impedito: la prima versione ufficiale
Punto Pent-2: perché l’attacco al Pentagono non è stato impedito: la seconda versione ufficiale
Punto Pent-3: l’affermazione riguardante Hani Hanjour come pilota del volo 77
E. Punti di consenso sui voli dell’11 settembre
Punto Flt-1: un’affermazione riguardante il dirottamento degli aerei
Punto Flt-2: l’affermazione che il volo 93 si schiantò vicino a Shanksville, in Pennsylvania
F. Punti di consenso sulle esercitazioni militari prima e durante l’11 settembre
Punto ME-1: le esercitazioni militari mostrano che l’esercito fosse preparato per affrontare dirottamenti interni (così come provenienti dall’esterno)
Punto ME-2: l’affermazione che le esercitazioni militari non ritardarono la risposta agli attacchi dell’11 settembre
G. Punti di consenso sugli ordini politici e militari dell’11 settembre
Punto MC-Intro: panoramica sulle affermazioni contraddittorie riguardanti importanti capi militari e politici
Punto MC-1: perché il Presidente Bush non venne portato via d’urgenza dalla scuola in Florida?
Punto MC-2: l’affermazione della Casa Bianca sui tempi: quanto rimase il Presidente Bush nella classe in Florida
Punto MC-3: l’affermazione sul momento esatto in cui Dick Cheney entrò nel bunker della Casa Bianca
Punto MC-4: quando Cheney autorizzò l’abbattimento di aerei di linea?
Punto MC-5: il comportamento del Segretario alla Difesa Rumsfeld tra le 9:00 e le 10:00 del mattino
Punto MC-6: le attività del generale Richard Myers durante gli attacchi dell’11 settembre
Punto MC-7: L’orario di rientro al suo comando del Generale Shelton
Punto MC-8: le attività del generale di brigata Montague Winfield tra le 8:30 e le 10:30 del mattino
H. Punti di consenso sui dirottatori dell’11/9
Punto H-1: Il misterioso viaggio di Mohamed Atta a Portland
V. Punti di consenso sulle prove video ufficjali riguardanti il 11/9
Punto Video-1: I presunti video di sicurezza di Mohamed Atta durante il suo misterioso viaggio a Portland, Maine, 10-11 settembre 2001
Punto Video-2: E’ veramente autentico il video dell’aeroporto che mostrano i presunti dirottatori del volo AA77 ? Le prove video ufficiali dell’11/9 ““““.
Conclusioni
Per concludere, di carne al fuoco ne abbiamo oramai tanta, e altra sta venendo sempre più fuori, sperando che non sia frammista con informazioni artefatte o false, atte a fare confusione. Ma ci sono anche molti studi, perizie, sia pure di parte, che non solo cercano di provare che, per esempio, le Torri furono fatte collassare con una vera e propria demolizione controllata, ma anche di ipotizzare come questo sia potuto accadere.
Ma qui si va troppo avanti perché mancano elementi probanti tali da inchiodare certe responsabilità. Se infatti si fornisce la tesi che al WTC ci furono delle demolizioni controllate, magari con l’uso della nanotermite, immediatamente si solleva l’obiezione e relative domande dei debunkers, che ti dicono che questo non è possibile, perché per “minare” adeguatamente quegli edifici ci voleva un lavorio tale che non poteva passare inosservato, che tecnicamente si esigevano mezzi e artifici alquanto problematici da installare di nascosto, e via di questo passo.
Noi ben sappiamo che in qualche modo tutto questo è stato fatto, ma di fronte a queste obiezioni, anche per il fatto precedentemente accennato che non sono state consentite o non sono state fatte analisi, indagini e ricerche adeguate, che non si può esattamente sapere quali mezzi tecnici, sotto segreto militare, erano disponibili nel 2001, per procedere a tali demolizioni, non si può replicare adeguatamente e quindi, per non prestare il fianco a facili obiezioni, è meglio tenersi ancora “sott’acqua”, fino a quando non sarà possibile dimostrare anche la tecnica e i mezzi impiegati in quegli attentati.
Se nel corso di un dibattimento processuale, spesso, periti di entrambe le parti, si accapigliano e si contestano o smentiscono, a colpi di dati, controperizie e ipotesi di ogni genere, e a volte risulta veramente difficile districarsi, si pensi cosa potrebbe accadere in questo caso, dove non siamo in un aula di tribunale e ognuno può sparare la sua senza nulla temere.
Noi sappiamo per certo che qualcosa di simile ad una demolizione controllata è avvenuta a WTC, noi sappiamo per certo che la versione ufficiale e falsa, per questo e per quest’altro motivo, tutti dettagliati e tutti comprovati, devono quindi essere i fautori e i difensori della “versione ufficiale” a dimostrarci che invece ci stiamo sbagliando, a contestare una per una le nostre prove e le nostre accuse. E qui come abbiamo visto, oramai non sono più in grado di farlo.