I golpisti di Kiev chiamano alle armi… l’esercito risponde?
Il nuovo “governo” di Kiev che cerca di rafforzare la propria posizione mettendo le forze armate in piena allerta e sventolando lo slogan della “Patria in pericolo” diffondendo dappertutto lo spettro dell’intervento militare, suscita la domanda se le agenzie di sicurezza, in particolare i militari, trattati così male dal precedente governo, siano davvero così ansiose di difendere le nuove autorità, identificando i nuovi tizi al potere con gli interessi nazionali dell’Ucraina?
I golpisti che hanno preso il potere nel Paese, non bluffano forse? Finora i militari sono rimasti bloccati in caserma per evitare di eseguire l’ordine del Comandante in Capo Supremo di ristabilire l’ordine costituzionale nel Paese.
Formalmente Victor Janukovich è ancora il capo dello Stato. Cosa succederebbe se i militari agissero su suo ordine dopo aver lasciato i luoghi di presidio permanente? I militari sono sotto giuramento, hanno giurato fedeltà al presidente scelto dal popolo, non hanno mai evitato il loro dovere e nessun altro giuramento è mai stato preso…
DEBKAfile, fonte israeliana vicina alla direzione dell’intelligence militare AMAN, cita fonti che affermano che non vi sia motivo di ritenere che il governo eserciti il controllo sui 160mila militari dell’Ucraina.
Nessuno sa da che parte stanno le forze armate. C’è la possibilità che i capi militari agiscano sul presupposto che il modo migliore per evitare alla patria le minaccia della guerra e delle tendenze separatiste sia rovesciare il regime dei golpisti a Kiev. Tale azione sarebbe giustificata in per via della loro impotenza e del disinteresse verso il popolo ucraino. L’esercito può prendere il potere per porre fine al caos nel Paese. La risoluzione del Consiglio di Sicurezza Nazionale e Difesa dell’Ucraina prevede di mettere le forze armate in stato di massima allerta e mobilitare un milione di riservisti. La fonte israeliana ritiene che il provvedimento serva a poco, e darebbe solo “al Presidente Putin un altro motivo per far avanzare l’espansione militare”. Come lo scalcagnato governo ad interim di Kiev potrà alimentare, equipaggiare, armare e trasportare centinaia di migliaia di truppe in caso di mobilitazione totale?
Le autorità possono essere sicure della lealtà dei militari appena richiamati in servizio? Gli israeliani credono che allontanare i gruppi più radicali da Kiev e raggiungere un compromesso con Mosca sia la cosa migliore da fare in tali circostanze. La politica del rischio calcolato militare non porterà da nessuna parte. Una base d’intesa esiste già, firmando e protocollando il 21 febbraio, il giorno prima del colpo di Stato filo-occidentale a Kiev, l’accordo con Viktor Janukovich mediato dai ministri degli Esteri tedesco, francese e polacco, per un governo di unità nazionale, elezioni anticipate e una nuova costituzione per limitare l’autorità del presidente. Insieme a ciò, aldilà della retorica piuttosto ostile del primo momento, Kiev fa marcia indietro gradualmente. Molti militari hanno scelto da che parte stare giurando fedeltà alle nuove autorità della Crimea.
Il Contrammiraglio Denis Berezovskij s’è dimostrato un esempio di coraggio promettendo fedeltà alla Crimea il giorno dopo esser stato nominato Comandante in capo della Marina ucraina. Nessun volontario è apparso nei centri di reclutamento, i giovani “votano con le gambe” soprattutto passando la frontiera, così le uniche misure “difensive” adottate finora sono le richieste di aiuto all’occidente.
Turchinov e Jatsenjuk sono sempre più confusi dipendendo completamente dagli oligarchi. Vi sono anche altre forze che li hanno aiutati a prendere il potere. I media si concentrano sulle parole di Dmitrij Jarosh, figura minacciosa tra i capi di Maidan e capo di Pravý Sektor, gruppo di destra radicale e del suo ramo Trizub (dal nome di Stepan Bandera), secondo cui la sua organizzazione forma una propria forza armata per la difesa della patria minacciata. Ciò significa che i gruppi d’assalto guidati dall’isterico Jarosh occuperanno caserme e depositi di armi. In realtà, questo è ciò che ci si aspettava, comportando le misure preventive adottate dalla Russia. Sembra che non dappertutto l’esercito potrà resistere ai teppisti del neo-movimento banderista.
C’è un motivo in più di preoccupazione. Da quando i golpisti si sono installati a Kiev, le agenzie di sicurezza dell’Ucraina sono dirette da avventurieri che non si fermeranno prima di trascinare il Paese nel caos seguendo le loro ambizioni e idee radicali. Andrej Parubij, segretario del Consiglio di Difesa e della Sicurezza Nazionale dell’Ucraina, è stato nominato perché era il “comandante di Maidan” nel 2013-2014. Parubij è nato nel 1971 a Chervonograd, regione di Lvov. Laureato in storia, ha lavorato nel Politecnico di Lvov sulle tecnologie di gestione. Nel 1988 divenne il capo di Spadshina (Eredità) organizzazione giovanile nazionalista.
Nel 1991 insieme a Oleg Tjagnibok ha fondato il partito socialnazionale d’Ucraina. Essendo troppo vicino al nazional-socialismo tedesco, il partito fu rinominato nel 2004 Unione pan-Ucraina Svoboda (Libertà). La sua ideologia resta fascistoide. Parubij prese parte attiva alla rivoluzione arancione. Nel novembre-dicembre 2004 è stato il capo della Casa ucraina di Kiev. Nel Consiglio di Sicurezza e di Difesa Nazionale gode della reputazione di falco estremista. Sostiene l’idea di dichiarare lo stato di emergenza in Ucraina e la “mobilitazione totale” per combattere i “maledetti moskali” (i russi) anche prima di una decisione del Consiglio, dopo aver guidato il movimento Maidan e lanciato fumogeni durante le sessioni alla Verkhovnaya Rada (parlamento), quando era parlamentare.
Fu quasi indagato per terrorismo. Il vicepresidente del gruppo di ‘Batkivshina’ Sergej Pashinskij accusò Andrej Parubij di partecipare a programmi finanziati con i fondi destinati al movimento Maidan. Ecco l’immagine di un rivoluzionario democratico.
Il ministro della Difesa dell’Ucraina Igor Tenjukh è già in ribasso per l’errore di aver nominato il Contrammiraglio Denis Berezovskij, corregionale di Lvov, Comandante in Capo della Marina ucraina. Queste sono le persone candidate ai vertici delle strutture militari! Si laureò all’Accademia navale Frunze di Leningrado e si laureò all’US Defense Language Institute nel 1994. Nel 2002 ha comandato l’esercitazione multinazionale Blackseafor. Attivista della rivoluzione arancione, era promotore e ideologo della guerra d’informazione lanciata contro l’accordo che consente alla Flotta russa del Mar Nero di restare in Crimea.
Licenziato da Janukovich da Comandante in Capo della Marina militare dell’Ucraina, ha fortemente osteggiato il ritorno della lingua russa nell’arma. È membro del partito Svoboda di Oleg Tjagnibok. Il Generale Mikhail Kutsin è stato nominato da Turchinov nuovo Capo di Stato Maggiore Generale, Comandante delle Forze Armate al posto dell’Ammiraglio Jurij Ilyin. E’ nato in Transcarpazia, ha prestato servizio nell’Ucraina occidentale, dove ha illegalmente privatizzato due appartamenti trilocali di servizio a Rovno e Rava-Russkaja, così come una casa per ricevimenti nella periferia di Lvov. I gruppi xenofobi ucraini occidentali lo controllano strettamente.
Il fascistoide Oleg Tjagnibok aveva un basso profilo mentre il governo si formava, ma in realtà controlla le strutture di potere del nuovo regime attraverso la sua gente. Dmitrij Jarosh ha iniziato a formare le proprie unità per operazioni speciali (tipo Berkut), aggiungendosi al quadro. C’è l’alta probabilità che la peste bruna possa diffondersi.
Le élite ucraine credono che tali figuri siano adatti al comando militare? Sono la scelta giusta quali eroici simboli della storia su cui modellare il futuro del Paese? Gli ufficiali ex-sovietici, i cui padri e nonni versarono il sangue combattendo contro le bande banderiste, potranno salutarli come persone cui affidare il compito di difendere la Patria? Porteranno il Paese al disastro nazionale completo. Rifiutargli fedeltà non è tradimento, è piuttosto mantenere fedeltà all’Ucraina.
Dmitrij Minin
Strategic Culture Foundation.
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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Notizie e commenti aggiunti:
Notizia di agenzia – “Vladimir Putin e Xi Jinping hanno discusso la situazione estremamente complessa che si svolge in Ucraina, rilevando la vicinanza delle loro posizioni. Xi ha espresso la speranza che le iniziative adottate dalla leadership Russa aiuteranno a diminuire le tensioni socio-politiche e garantire la sicurezza della popolazione di lingua russa in Crimea e nelle regioni orientali dell’Ucraina…”
La UE regala i nostri soldi ai rivoltosi – Scrive AFP: “La Commissione europea ha presentato oggi un piano di aiuti dal valore di 11 miliardi di euro a favore dell’Ucraina. L’annuncio della Commissione giunge alla vigilia del summit straordinario dei ministri degli Esteri sulla crisi ucraina che si terra’ domani a Bruxelles. ”Abbiamo preparato un programma di assistenza in Ucraina. Questo rappresenta il nostro contributo in vista del vertice di domani. Nel complesso, il pacchetto prevede lo stanziamento di 11 miliardi di euro per i prossimi due anni, fondi che saranno inseriti nel bilancio Ue e saranno a carico delle istituzioni finanziarie europee”, ha precisato il presidente della Commissione europea Jose’ Manuel Barroso.”
Subito utilizzati i fondi concessi dalla UE – Scrive Osservatorio Italiano: “Arrivano i mercenari a Kiev. Il facente funzione del Presidente dell’Ucraina, Oleksandr Turchynov, ha detto che le truppe ucraine sono in allerta. In realtà, in Ucraina sono stati già schierati mercenari stranieri, combattenti di eserciti privati, addestrati dai grandi contractor della Difesa americane. Secondo le stesse fonti, a partire dalla notte del 2 marzo, presso gli aeroporti della Capitale, Kiev-Žuljany e Kiev-Boryspil, sono giunti voli charter provenienti da Londra, dai quali sono sbarcati “giovani uomini in abiti civili ordinari”, ma ciascuno di essi con borse ingombranti. I sospetti sembrano ricadere sulla “Greystone limited”, società figlia della Xe Services LLC e Blackwater USA. Sino ad ora sono giunte circa 300 persone, che saranno probabilmente impiegate per l’auto-difesa del movimento Euromaidan, per la penetrazione delle città del Nord e del Sud-Est dell’Ucraina. Il dato allarmante è tra questi sembra esservi un gruppo musulmano, che ha preso parte ai combattimenti in Libia e Siria”