Chiesa cattolica ed il rifiuto del sacerdozio femminile
Al Vescovo di Roma Jorge Mario Bergoglio
al Segretario di Stato Pietro Parolin
al Card. Angelo Bagnasco
al Card. Angelo Scola
Il rifiuto del sacerdozio femminile
Ha lasciato perplessi il fatto che papa Bergoglio, nel suo ritorno da Rio, discorresse con dei giornalisti sul sacerdozio femminile, rifiutandolo.
Sembra che la dignità e delicatezza dell’argomento avrebbero richiesto un’altra sede e un altro discorso.
Bergoglio si è rifatto alle motivazioni addotte da papa Wojtyla (Ordinatio sacerdotalis, 1994) che però riprende e riassume il più importante documento al riguardo, quello della Congregazione per la Dottrina della fede, la Dichiarazione Inter insigniores del 1976; documento che vuole opporsi all’introduzione del sacerdozio ed episcopato femminile dopo che l’hanno fatto certe chiese episcopaliane ed anglicane; che perciò esclude la donna dal sacerdozio e dall’apparato gerarchico.
Wojtyla non fa che aggiungervi una perentoria affermazione che è molto nel suo stile; «Questa sentenza dev’essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa».
Ecco invece gli argomenti della Dichiarazione:
1. La scelta del Cristo di apostoli maschi indica una volontà precisa.. Falso: il Cristo non poteva scegliere delle donne perché la donna in Israele non era circoncisa, e quindi propriamente non apparteneva al popolo di Dio; non poteva studiare la torah, la sacra legge ebraica; non poteva parlare nella sinagoga né testimoniare in giudizio; non aveva alcuna prerogativa o diritto nella vita pubblica. Perciò anche nella comunità apostolica solo uomini vengono scelti per le diverse particolari mansioni. Anche se si forma poi una diaconia femminile per mansioni di battesimo, catechesi, cura delle altre donne; che inizia ad estinguersi quando cade in disuso il battesimo degli adulti.
2. V’è una tradizione continua e universale (la stessa che discrimina la donna);
3. Essendo la Chiesa sposa di Cristo, lo sposo dev’essere maschio (ridicolo abuso di un linguaggio simbolico);
4. L’incarnazione è avvenuta nel sesso maschile, e così deve avvenire la santificazione (la
conseguenza non tiene).
Non v’è nessuna ragione per escludere la donna dal sacerdozio e dalla gerarchia,
se non la discriminazione di sempre. Questa Chiesa di maschi finge di non capire che il Cristo maschio e l’apostolo maschio e il Dio maschio sono solo un retaggio culturale, di una cultura discriminatrice, cultura oppressiva e ingiusta;
che il «maschio» dev’essere purificato e inteso nella «persona», nell’essere personale.
Vuole la Chiesa cattolica, vuole il papa continuare in questa discriminazione?
Prof. Arrigo Colombo