Luca Pitoni: “TAVOLA ECONOMICA PER UN MODELLO FISIOCRATICO MODERNO – Studio applicato al sistema Italia”
Recensione
“TAVOLA ECONOMICA PER UN MODELLO FISIOCRATICO MODERNO-
Studio applicato al sistema Italia”. E’ questo il titolo del secondo libro scritto dal reatino Luca Pitoni, imprenditore e giovane ricercatore della università di Perugia, con il quale egli affronta in termini di assoluta concretezza i più scottanti temi della politica italiana odierna.
Lo fa con assoluta originalità rispetto alla cultura politica dominante, che risente in modo determinante della influenza cattolica e marxista che ha permeato di sé tutti i settanta anni della repubblica italiana.
L’originalità sta nella base di partenza che rispolvera senza mezzi termini il valore della cultura che, partendo dall’illuminismo, aveva creato le condizioni per il raggiungimento dell’Unità nazionale nel 1860.
La cultura italiana ha vissuto un intenso momento creativo a partire dagli inizi del 1.800 e fino alla seconda guerra mondiale. Il via vero lo dette Giuseppe Mazzini, sulla scia di Manzoni, Gozzi, Baretti, Verri, Goldoni, Beccaria che avevano fatto arrivare in Italia i primi segni del rinnovamento contrapposto al vuoto dell’Arcadia.
Quello che poi verrà indicato come l’Apostolo numero uno dell’idea nazionale, a causa dagli eventi politici era stato costretto a vivere a lungo in Inghilterra. Fu a Londra che Mazzini elaborò i principi fondamentali di quello che sarà il suo pensiero filosofico-politico a contatto con una dimensione internazionale del pensiero filosofico-politico dell’epoca.
Nei “Diritti e Doveri dell’Uomo” Mazzini condensa i principi fondamentali che avrebbero dovuto permeare di se tutta la vita della Repubblica da lui vagheggiata, che sono poi condensati nella costituzione della Repubblica romana del 1849, la prima costituzione di uno stato repubblicano in senso moderno.
Sulla scia del pensiero mazziniano molti altri si cimentarono nella teorizzazione politica. Cattaneo, Gioberti, Ghisleri, Bovio ad esempio portarono avanti l’elaborazione di queste idee politiche animando il dibattito per tutto l’ottocento. Per poi riprendere con autori come Gobetti, Matteotti, Calamandrei, i fratelli Rosselli, Spinelli, Salvemini, Jemolo, Calamandreai, Ernesto Rossi, Bobbio, Conti, Einaudi, Ugo La Malfa, Montanelli, Pannella. Tutta gente che concepiva la politica saldamente ancorata ai principi elaborati da Giuseppe Mazzini.
Questa cultura, pur avversata dall’Italia monarchica dei Savoia perché prediligeva l’istituzione repubblicana, era comunque riuscita a sopravvivere per la natura sostanzialmente laica dello stato monarchico che comunque rispettava alcuni principi di fondo ereditati dal Risorgimento nazionale. Ed era riuscita a sopravvivere anche durante il fascismo perché la scuola rimase sempre quella dell’Italia monarchica anche perché Gentile se ne dimostrò sostanzialmente fedele. Le frange della propaganda fascista non riuscirono a scalfirne la sostanza.
Essa invece è stata dichiarata defunta nei primi anni della repubblica italiana. Fatta infatti la costituzione, che saccheggia a piene mani quella della Repubblica romana del 1849, anzi ne costituisce un peggioramento, la sostanza che essa contiene è stata messa completamente da parte e le opere scritte dai pensatori del filone filosofico-politico-economico italiano sono state riposte nel cassetto dalla nuova cultura dominante del filone cattolico-clericale e del filone marxista, cioè dei vincitori del dopo fascismo.
La scuola, la cultura politica, l’editoria, le istituzioni culturali dominanti ignorano tutto il pensiero laico di matrice risorgimentale che aveva ispirato perfino Gandhi, ripiegate sulle due culture confessionali dominanti che hanno distrutto la fondamento dello stato laico italiano e che hanno consentito alla malavita di inserirsi nelle istituzioni che oggi sono alla mercé del primo che abbia l’abile capacità di colmare il vuoto più totale della cultura e delle idee con il peggior populismo.
Luca Pitoni nella “Tavola economica per un modello fisiocratico moderno” reagisce istintivamente a questa triste situazione. Elabora un’idea concreta di azione politica del governo della repubblica che rovescia la situazione odierna che trova le sue origini nel modello fisiocratico inglese elaborato dal Quesnay nel 1758.
Si dirà, ma quelle teorie oggi non possono essere applicate alla società odierna perché la realtà economica dell’epoca era completamente diversa. Nella seconda metà del settecento l’economia europea era solo ed essenzialmente agricola, mentre oggi siamo nell’era post-industriale. Questo è vero, ma Pitoni non è un nostalgico di modelli superati dalla storia, egli si applica a dimostrare come oggi quei principi, ignorati dalla moderna visione dell’economia, possono essere applicati per correggerne le storture e i conseguenti effetti negativi.
E pone a base di tutto il suo pensiero il principio di solidarietà tra le classi sociali, quello stesso che animava la costituzione della repubblica romana e che avrebbe dovuto animare la costituzione repubblicana vigente in Italia, sistematicamente disapplicata fin dal giorno dopo della sua approvazione.
Così, dopo aver esposto i principi guida di una moderna fisiocrazia, passa ad esporre l’idea di una spesa pubblica sociale, standard e sostenibile in rapporto all’indice di libertà, all’indice di non tassabilità (soglia di povertà relativa). Esamina il requisito della qualità della spesa pubblica, per poi passare al prelievo fiscale e al ruolo degli istituti di credito. Esamina ancora il ruolo del credito in un modello socialmente efficiente e il problema del debito pubblico.
Conclude infine con una frase di Indro Montanelli, di sapore squisitamente mazziniano: Anche quando avremo messo a posto tutte le regole, ne mancherà sempre una: quella che dall’interno della sua coscienza fa obbligo ad ogni cittadino di regolarsi secondo le regole.
Magari ce ne fossero tanti di giovani come Luca Pitoni. Ci farebbero ritornare la speranza!
Leggetelo è una vera perla nella fogna della politica italiana.
Aracne editore, collana saggistica, pag. 110.
Gianfranco Paris