Essere indifferenti alla sofferenza degli altri è ciò che rende l’uomo capace di qualsiasi delitto
Considero il principale nemico della civiltà umana l’insensibilità del cuore, l’indifferenza verso la sofferenza altrui, l’incapacità di condividere le altrui necessità vitali, di dar valore alla vita in tutte le sue multiformi manifestazioni. Considero la mancanza di compassione il vero cancro del genere umano, ciò che maggiormente preclude la realizzazione personale e quella di una società civile più giusta, democratica, evoluta.
Un uomo sensibile, capace di percepire il dolore degli altri come potrebbe essere un assassino, un ladro, uno stupratore? Come potrebbe un uomo essere ingiusto, disonesto, approfittatore se fosse educato al rispetto e al valore anche dell’albero o della formica? E’ la sensibilità del cuore, la compassione, il vero segreto della giustizia e della pace.
Ma chi è indifferente alla sofferenza degli animali come può essere sensibile alla sofferenza degli uomini? Chi non sa dare valore alla vita dell’animale come può dar valore alla vita degli uomini? Chi non sa apprezzare e valorizzare la perfezione e la bellezza di qualunque organismo vivente come può dar valore ai suoi simili? Chi è indifferente al pianto di un animale martirizzato in un allevamento intensivo o sui banchi del vivisettore, come può essere sensibile al dolore degli uomini? Chi non sente la disperazione di un animale braccato, imprigionato, torturato come può comprendere l’angoscia degli uomini? Eppure gli uomini riescono ad essere crudeli nei confronti degli animali perché separano l’animale dall’uomo. Dicono: “Che centra, l’animale è una cosa un’altra è l’essere umano”. Ed è questo ciò che giustifica ogni crimine nei confronti degli animali e ogni discriminazione e violenza anche nei confronti degli umani.
Il valore di un uomo non si calcola in base alla sua cultura, alla sua intelligenza o alla sua bellezza, ma in base alla sensibilità del suo cuore. La coscienza dell’uomo, infatti non è mai disgiunta da qualunque sua azione, e la storia stessa è lo specchio del livello evolutivo della coscienza collettiva.
Essere indifferenti alla sorte crudele cui sono condannati milioni di animali, essere indifferenti alla loro prigionia, all’agonia della loro mattazione, riuscire a giustificare la distruzione di una creatura fatta come noi per il piacere della propria gola è un fatto spregevole, che preclude la possibilità di estendere i propri confini morale al di la di se stessi.
C’è, purtroppo, ancora molta gente che ritiene giusto mangiare la carne, e anche se considera gli animali degni di rispetto ritiene giusto che gli animali siano utilizzati per essere nutrimento per gli umani; ma questi avrebbero il coraggio di uccidere con le proprie mani l’animale di cui ne divorano le membra?
Essere vegani per motivi solo salutistici è una scelta egoistica, infatti se la carne facesse bene alla loro salute certamente la mangerebbero. E anche se questa scelta potrebbe salvare gli animali dal sistematico massacro non cambierebbe la coscienza degli uomini e l’umanità non progredirebbe sul piano morale e spirituale. E in un’umanità carente di sensibilità morali gli animali sarebbero ugualmente ai margini della considerazione e della necessaria tutela.
C’è chi non accetterebbe mai di far uccidere il proprio animale d’affezione per il piacere del palato di qualche essere umano ma considera naturale che questo avvenga a danno di altri animali.
C’è chi giustifica la logica naturale del più forte sul più debole, ma non accetterebbe mai di essere la vittima e subire la stessa sorte. E anche se a questi non importa la sofferenza degli animali vuole che agli altri importi la sua quando si reca dal medico o dal dentista.
Il non considerare un problema la sofferenza animale, questo è il vero problema, indice di indifferenza degli effetti che le nostre scelte causano agli altri.
Noi abbiamo l’obbligo morale di informare sulla realtà che vivono gli animali a causa di chi magia la carne al fine di responsabilizzare l’uomo davanti alle sue scelte. L’uomo deve essere cosciente che quando mangia una bistecca ha incaricato qualcuno ad uccidere un animale, che ha condannato uno, cento animali ad una terribile esistenza prima di essere fatto a pezzi e cucinato: ma io, sono sicuro che della sorte di quegli animali un giorno dovrà rispondere davanti a Dio, perché questo è l’errore dell’uomo: credere di dover dare conto solo del male commesso a danno del suo simile.
Franco Libero Manco