Un’altra Spilamberto è possibile… “domani”

La mattina del 19 gennaio 2014 abbiamo aspettato che da Modena arrivassero Adele e Mara e poi siamo partiti da Spilamberto, con una sola macchina, breve fermata a Vignola per caricare Maria e via per Monteorsello, dove le cavalle ci aspettavano…

Sembrava che non mangiassero da tre giorni. E si sono satollate di mele e pane offerto dalla casa. Ma prima di loro abbiamo provveduto a riempire i nostri stomaci. Una volta tanto il sistema di “ognuno porta qualcosa” ha funzionato egregiamente, sulla tavola è apparso ogni ben di Dio: torte rustiche e pizze di vario tipo, fettuccine al purè di fave, frittelle di farina di ceci, cicerchia condita, formaggio pecorino, insalate miste, patate ripiene…… caraffe di vino novello autoprodotto, succo di mela fatto in casa, acqua gasata della fonte pubblica di Spilamberto, 5 o 6 tipi di dolci diversi, frutta di stagione (kiwi, mele, arance), caffè, limoncello e qualche altra cosa che non ricordo bene. Non vi dico le condizioni delle nostre pance a fine pranzo.

Con una tale abbuffata era inevitabile, visto anche il maltempo che impediva di fare passeggiate nel bosco circostante, che ci mettessimo a parlare, Giuseppe Panini ed io, dei progetti che lui vorrebbe portare avanti per Spilamberto.

Giuseppe Panini, che in passato fu già amministratore comunale, ha fondato una lista civica che si chiama “Spilamberto domani”. Veramente fu fondata diversi anni fa, perciò non sappiamo se questo “domani” sia già passato o deve ancora venire. Io ho esordito dicendogli: “La specialità di questa lista potrebbe essere che anche a Spilamberto finalmente se magna, nel senso che bisogna pensare a Spilamberto come un luogo di lavoro e sviluppo socio economico. Occorre smitizzare l’interpretazione negativa che quando si dice “se magna” subito si pensa male. Mangiare è un fatto naturale, soprattutto oggi con la crisi galoppante”.

Ed il Giuseppe Panini mi risponde: “In verità il nome della lista “Spilamberto domani” viene dalla speranza di creare un nuovo modo di amministrare il Comune, che, secondo me, dovrebbe interessarsi di più delle necessità del luogo, in piena autonomia dalle direttive dettate dai padroni della politica di Modena. Costoro ci hanno portato a scelte di cui paghiamo le conseguenze.
Vedi:
1) depuratore biogas costato milioni di euro e rimasto ora inutilizzato;
2) sede dei poliambulatori già in uso ma sottoutilizzati con addirittura l’ipotesi di una loro ristrutturazione-demolizione;
3) sistema di favori alla Lega delle Cooperative che ha portato al fallimento dell’ICEA e di lavori già programmati;
4) trascuratezza nella progettazione, recupero e utilizzo del centro storico che dovrebbe essere il cuore operativo del paese sotto l’aspetto culturale, abitativo, lavorativo, ecc.;
5) arretratezza dei progetti e degli interventi nella sistemazione della Rocca Rangoni che dovrebbe essere invece un volano trainante per l’occupazione e l’economia. Gli interventi finora previsti sono finalizzati all’estetica esterna (che potrebbe anche aspettare). E’ un peccato vedere lo scarso utilizzo dei 50.000 mq di superficie penalizzati da divieti e dalla mancanza di servizi igienici (salvo gli alberi). Vediamo che in situazioni simili alla nostra, come per le Rocche dei Rangoni in provincia di Parma, l’utilizzazione comprende eventi culturali e commerciali (fiere, mostre, conferenze, ecc.), che rendono anche quattrini alla comunità;
6) altro punto dolente è la manutenzione del territorio che dovrebbe essere un giardino, gestito in piena armonia con gli esercenti commerciali e culturali (vedi scarsa pulizia delle strade, incuria del verde)” –

Una domanda a questo punto mi sorge spontanea: “Ma qual’è la soluzione da te proposta, in definitiva?”.

E Panini risponde: “Meno vincoli burocratici e maggiore collaborazione con i privati e le associazioni, quel che serve è una buona dose di buon senso, innanzi tutto. Resto però a disposizione di chi volesse discutere con me più dettagliatamente il programma che ho in testa. Può farlo contattandomi per email: giuseppe.panini@libero.it, o cell. 3383862443″.

Inutile dire che dopo questo profondo discorso l’unico desiderio che ci era rimasto, a Caterina e me, soprattutto dopo che lei si era prestata volontaria al lavaggio piatti ed io mi ero scaldato i piedi davanti al camino, era quello di tornarcene a casa. Pensando però ad un’altra Spilamberto possibile…..

Paolo D’Arpini

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