Stefano Davidson: “Ritrattiamo i trattati, riscattiamo l’Italia…”
Inizialmente fu il silenzio, ovvero la grande trappola in cui Napolitano, Monti e combriccola già ampiamente larghintesa, avevano deciso di infilare gli italiani, ratificando trattati imposti dalla “sovrana” (ma de che?) Germania per salvare se stessa dalle conseguenze della propria gestione economica (soprattutto quella pensionistica. Per saperne di più leggere lo studio della fondazione tedesca Stiftung Marktwirtschaft, presieduta dall’economista Bernd Raffelhüschen, professore di Scienze finanziarie all’Università di Friburgo), passò sotto totale silenzio grazie alla solita stampa comprata nelle sue omertà e nelle sue costanti informazioni falsate, a suon di finanziamenti pubblici (ovvero coi soldi NOSTRI, se non fosse abbastanza chiaro!) e di inserimento di uomini giusti nei posti giusti (ovviamente non certo seguendo criteri meritocratici, bensì i sempre in voga Partitocratici!).
Il Corriere della Sera, diretto dall’ormai famigerato Ferruccio de Bortoli, per esempio, pubblicò A GIOCHI ORMAI FATTI a pag.7 del proprio numero del 20 Luglio 2012 un trafiletto di cinque righe, praticamente invisibile ed incomprensibile per chi non seguisse il web, che annunciava l’avvenuta ratifica di M.E.S e Fiscal Compact, ovvero i due marchingegni perversi che ci avrebbero (e al momento ci hanno!) indebitato per la bellezza di 50 miliardi di euro all’anno per vent’anni, più tutte le follie derivanti dal cosiddetto “pareggio in bilancio”.
Arrivò però dopo non molto tempo l’esimio giurista Giuseppe Guarino che in un’intervista rilasciata al collega Marco Berlinguer dichiarò, in soldoni, che il Fiscal Compact non solo non era da recepire, ma addirittura da cestinare in quanto NULLO.
Il perché era presto detto: la vera sostanza del trattato sulla stabilità infatti sta all’interno dell’ articolo 3 nel comma a), dove recita: “la posizione delle pubbliche amministrazioni è in pareggio o in avanzo.” che altro non è che il principio che poi è stato recepito in Costituzione. Ma se prendiamo l’articolo 2 del Trattato sulla stabilità vi leggiamo che: “il presente trattato si applica conformemente ai trattati su cui si fonda l’Unione e il diritto dell’ Unione europea.” Attenzione, la stessa cosa la ribadisce pure nel comma successivo, che dice: “il presente trattato si applica nella misura in cui è compatibile con i trattati e il diritto europeo.” Come dire, lo scrivo due volte così si capisce meglio eppure…
…eppure ciò, secondo Guarino, non è assolutamente compatibile addirittura con Il Trattato sull’ Unione che sarebbe poi il Trattato di Lisbona, del 2009 (firme Prodi e D’Alema durante il Governo Prodi, ratifica del tutto grazie al Governo Berlusconi. A proposito di larghintese sotto sotto sempre esistite), che recepisce letteralmente il Trattato di Maastricht. Cosa dice rispetto alle politiche di bilancio? Fissa i famosi parametri del 3% nei deficit di bilancio e del 60% nel debito pubblico. “Quindi fissare un obbligo di pareggio o attivo di bilancio, che vuol dire deficit zero, è contrario alle disposizioni e al dettato del Trattato dell’ Unione, quindi non va applicato: ex ore tuo, cioè in base a ciò che il trattato sulla stabilità stesso dice, quando dice che si applica solo in quanto conforme ai Trattati dell’ Unione . Questo è già sufficiente per buttarlo in un cestino. Altro che recepimento in Costituzione ! …”
Su chi sia Giuseppe Guarino penso non ci si debba dilungare, ma giusto per i meno informati ricordo che detto esimio giurista classe 1922, è stato uno dei primi professori ordinari di Diritto pubblico alla Sapienza di Roma, dove esaminò tra gli altri Giorgio Napolitano, attuale presidente della Repubblica, e Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea. Bene, dal 3 Dicembre 2013 oltre a questa dichiarazione di invalidità di quanto ratificato si aggiunge anche un ulteriore problema per suddetti “cappi” che vorrebbero metterci al collo (e badate bene, ci che nonostante tutto già ci sono riusciti e ancora non ce li siamo tolti!). Infatti, dopo la sentenza della Corte Costituzionale (incostituzionalità della legge elettorale chiamata “porcellum”), è possibile e credo doveroso presentare una valanga di ricorsi all’UE nei confronti della ratifica dei succitati trattati europei. Infatti a mio parere questa deve assolutamente essere impugnata in quanto sottoscritta e votata da un Parlamento che non aveva assolutamente la legittimità a rappresentare il popolo italiano nella folle e criminale cessione di sovranità nonché nella abominevole sottomissione alle centrali finanziarie di Bruxelles e Francoforte.
Quanto scritto fin’ora è già stato comunque oggetto di alcuni ricorsi al Parlamento europeo da parte anche di semplici cittadini, che giustamente fanno rilevare che detti trattati sono viziati di nullità poiché, come detto, sottoscritti e ratificati da soggetti non legittimamente abilitati a farlo considerato che i vari Prodi, Berlusconi, Monti, Letta e lo stesso Napolitano, nonché il supino Parlamento tutto, non possono aver rappresentato il Popolo Sovrano in quanto eletti con legge incostituzionale. Del resto il Parlamento che ha ratificato tali trattati (e che ha stuprato la Costituzione senza ritegno in numerose altre occasioni. Vedasi su tutte Art. 18 e rielezione del Presidente della Repubblica, giustificata solo da costituzionalisti parenti dell’Uomo Ragno visto come si arrampicano sugli specchi.) era ed è costituito solo da deputati “nominati” e non eletti, quindi ça va sans dire non legittimati a ratificare NULLA. Nasce poi un ulteriore dilemma per chi dovrà giudicare ovvero: gli effetti della sentenza della suprema Corte sono considerabili retroattivi così come è avvenuto per la legge Severino?
A questo punto credo che ogni cittadino responsabile, ed ogni rappresentante politico illegittimo o meno che sia, ma onesto intellettualmente e, soprattutto, “italiano” dentro, debba prendere carta e penna e scrivere il proprio ricorso in modo da spingere gli organismi direttivi della UE a rinegoziare di tutti i trattati sottoscritti dai governi italiani degli ultimi nove anni.
Fondamentale per tutti è capire che questa probabilmente è l’ultima possibilità per salvarci le penne e provare a riscattarci in quanto Nazione recuperando un minimo almeno della nostra sovranità per poi pensare veramente a questioni cruciali come rimanere, o meno, nell’euro e addirittura nell’UE.
Stefano Davidson
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Qui di seguito un esempio di ricorso di un semplice cittadino presentato all’UE:
Spett.le Parlamento Europeo
porto a Vostra conoscenza il fatto che, i contratti sottoscritti a partire dalla data 17 giugno 2006,( XV legislatura), da rappresentanti della Repubblica Italiana, riguardanti il M.E.S. sono da considerare NULLI.
Questo vizio di Nullità deriva dal fatto che i vari sottoscrittori, a partire da quella data: Prodi, Berlusconi, Monti, Letta, nonchè dal sig. Giorgio Napolitano, non erano rappresentativi del popolo Italiano, in quanto erano state eletti in base ad una legge artefatta ed in contrasto con gli articoli della nostra Costituzione.
Pertanto, da ora, vorrete evitare di richiedere ulteriori versamenti al popolo italiano, fino al momento in cui non si sarà insediato un parlamento, regolarmente eletto in seguito ad una legge elettorale in sintonia con la costituzione
Ossequi.
xxxxxxx (cittadino europeo)
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P.S.: Quanto sopra scaturisce come conseguenza della mia petizione, riguardante la incostituzionalità della legge “Porcellum“ da me segnalata alla “Direction des services de la prèsidence ” del Parlamento Europeo, ed inscritta nel “role general ” al n° 0417-11 come da vostra lettera 105639 da voi trasmessami in data 2 maggio 2011.
Per maggiori informazioni sui ricorsi: http://europa.eu/legislation_summaries/institutional_affairs/decisionmaking_process/ai0038_it.htm