Vivere in città… nel giusto sentiero bioeregionale – Buoni consigli per un vivere ecologico cittadino

Lunario Paolo D'Arpini 7 gennaio 2014

Grazie Saul, sei stato fonte per me di molte ispirazioni, ti leggo davvero con grande interesse, pratico la permacultura da molto tempo ma io stessa sono ancora scissa tra il lasciare tutto e vivere lontano da Torino, da questa città irrespirabile, ma le mie radici sono ancora per una minima parte ancora qui, e forse è qui che devo lavorare… non lo so ancora, ma il bioregionalismo è il giusto sentiero, è quello che dobbiamo mettere in opera, anche se sappiamo che la transizione non sarà veloce ne semplice, dobbiamo far crescere la consapevolezza di dove siamo e cosa possiamo fare.

In città la gente non ha alcun rispetto per il luogo che abita e per gli essere viventi che li circondano, e poi non è per nulla consapevole che ogni inquinamento parte proprio dagli scarti che partendo dalla città arrivano fino al mare, contaminando tutto quello che incontrano e pesando enormemente sugli squilibri del pianeta.

Inoltre in città molte specie stanno migrandovi perché trovano per assurdo zone meno inquinate o comunque un’assenza di pesticidi e fertilizzanti chimici che invece incontrano nelle zone agricole densamente sfruttate. Ho avuto modo di vedere insetti, uccelli e anfibi rari da trovare in campagna, questo il motivo per cui mi sono convinta che anche la città deve lavorare sul risanamento generale, e se la gente diverrà consapevole del proprio luogo prendendosene cura e incrementandone la biodiversità allora forse si farà tutti insieme quella differenza che servirà a cambiare lo stato delle cose.

L’osservazione secondo me è il fondamento di tutto, e la mappa serve per essere renderci conto di dove siamo e di cosa ci circonda. Intere colonie di gabbiani vivono sui nostri tetti, le nutrie nel fiume e mille altre specie viventi vegetali e animali si stanno fortemente insediando nelle città senza che nessuno se ne sia ancora accorto. Alberi, piante, vivono insieme a noi e ci aiutano a respirare, ci donano l’ossigeno, trasformano i veleni, ed é tempo che vengano vissute non come sole cornici estetiche in un paesaggio fatto di catrame e cemento, ma come parte necessaria anche alla nostra stessa sopravvivenza, utili a migliorare lo stato di benessere, la bellezza del paesaggio… insomma c’è davvero tanto da fare. Il progetto è stato pensato e costruito perché possa venir replicato in ogni città, il sistema è gratuito e facile da adottare.

Andiamo avanti grazie per tutto cercherò di venire al prossimo incontro collettivo ecologista di Montesilvano così avrò modo anche di stringerti la mano. Ciao

Isabella Zanotti

Mia rispostina: “Cara Isabella. Non abbandonare il luogo bioregionale in cui vivi e fai del tuo meglio per renderlo più adatto alla vita, cominciando dalle tue abitudini personali… Quando abitavo a Roma, cercavo di alleggerire il mio impatto personale, andando a piedi, raccogliendo erbe selvatiche e frutta nei parchi cittadini (che in verità non sono più inquinati della periferia, anzi), lavavo i miei panni od in casa in bacinella od al lavatoio condominiale, mangiavo solo cibi vegetariani acquistati al mercatino sotto casa, etc.”

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