Edoardo Romani: “Arte e ricerca spirituale”
L’espressione artistica ci mette in contatto con diversi livelli di percezione. Anche se viene coinvolta la sfera emotiva è sempre possibile trovare spunti, riflessioni, accadimenti interiori che non dipendono dal nostro stato d’animo e dalla nostra personalità.
L’uomo, per aprire uno spiraglio verso la propria essenza, deve separarsi dagli effetti della razionalità e dell’emotività: se ascolto una musica o guardo un quadro senza essere in stato di presenza, subisco le emozioni che si creano in base al mio stato d’animo di quel dato momento. La passività o meccanicità mi porta a rivivere un mix di emozioni e pensieri che automaticamente si formeranno in relazione al mio vissuto e alla mia proiezione futura.
Se ci si pone in uno stato di osservazione libero da giudizio e distaccato dalle emozioni, si può lavorare sulle proprie percezioni nel momento presente: mentre un colore ci suscita tristezza se visto nella meccanicità, proprio lo stesso colore in percezione nel momento presente ci fornisce un informazione differente che spesso è nascosta dalla reazione emotiva.
Esercitare la coscienza di sé mentre si osserva un quadro o si ascolta musica permette di percorrere le percezioni come sentieri che portano alla nostra essenza. L’espressione artistica offre infinite percezioni che conducono ad infiniti sentieri.
Per entrare in questo stato “magico” è importante fare silenzio ovvero spegnere per quanto possibile il dialogo interiore patologico e frenetico della mente razionale e osservare il dipanarsi delle emozioni. Questo stato particolare viene così descritto da Carlos Castaneda in “Il lato attivo dell’Infinito”: Gli antichi sciamani lo chiamavano “Silenzio Interiore” perché è uno stato in cui la percezione non dipende dai sensi, ma da un’altra facoltà dell’essere umano, la facoltà che lo rende un essere magico.
In questo nuovo stato percettivo, il “momento presente”, diventiamo coscienti di noi stessi e possiamo crescere attraverso le percezioni che rappresentano i nutrimenti fondamentali dell’uomo; si rimane stupiti quando si scopre questa verità eterna. Cosa vuol dire percepire? Cosa si intende per “percezione”? La capacità di cogliere impressioni, di sentire in risonanza differenti aspetti della nostra essenza che si “sintonizzano” con il mondo e di riflesso con noi stessi. Cambia la nostra vibrazione, cambia la percezione, a patto che rimanga pura, non condizionata dalle emozioni e dalla ragione, ed esercitata nel momento presente. L’espressione artistica aiuta la percezione ad espandersi e ad elevarsi, permette di generare il nutrimento per i corpi sottili, ci eleva mettendoci in relazione con le emozioni superiori. La contemplazione delle opere artistiche ci ricorda che dovremmo passare più tempo a nutrire il bello e l’armonia, anziché la paura e la razionalità sterile.
Nel coltivare il nostro “orto interiore” è fondamentale prestare cura a tutto ciò che, in maniera altruistica e aperta, sia un riflesso del divino splendore. In questo possiamo affermare che l’arte può diventare un tramite con il divino e portarci più velocemente verso l’apertura del cuore.
Se volessimo diventare artisti possiamo scegliere due strade: la prima via è diventare dei canali per il magnetismo. Attraverso di noi la bellezza si manifesta, come riflesso degli stati emotivi superiori e corrispondenti vibrazioni elevate fanno diventare la nostra espressione artistica un condensatore energetico, capace di innalzare la vibrazione di chi la osserva. Esiste quindi un profondo legame con le emozioni superiori.
G.I.Gurdjieff, in “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” parla di “arte oggettiva”: L’artista sa e comprende il messaggio che vuole trasmettere e la sua opera non può produrre una certa impressione su di un uomo e un’impressione del tutto diversa su di un altro — a condizione naturalmente che si tratti di persone dello stesso livello. La sua opera produrrà sempre, con una certezza matematica, la stessa impressione.
Per contro l’altra via è esprimere noi stessi attraverso le emozioni, si corre il rischio di lavorare in piena soggettività, di usare il canale a nostro “vantaggio” poiché, nella non consapevolezza, cerchiamo una risposta alla nostra inquietudine e l’opera d’arte non può comunicare nulla di veramente utile all’anima né nostra né altrui. Abbiamo così invertito il verso dell’energia portandoci verso la chiusura del cuore. G.I.Gurdjieff, in “Frammenti di un insegnamento sconosciuto” parla di “arte soggettiva”: la percezione che ha l’artista di questa o quella sensazione, le forme in cui cerca di esprimerla, e la percezione che hanno gli altri di queste forme. In presenza di un unico ed eguale fenomeno, un artista può sentire in un certo modo, un altro artista in un modo completamente diverso.
Edoardo Romani – La Gazzetta delle Nuvole
Nota Aggiunta:
Ai fini di esercitare la presenza attraverso le espressioni artistiche, si propone un laboratorio rivolto ad un piccolo gruppo di persone. Dal mese di febbraio ci troveremo una domenica al mese con la ricercatrice Tiziana Maria per un laboratorio pratico di 7 incontri sui colori e i chakra. Alla fine di ogni sessione si condivideranno pensieri e sentimenti alla presenza di opere d’arte sotto la guida di Edoardo Romani. L’utilizzo di musica riprodotta con strumentazione che permette una alta qualità del suono, come risaputo, agevola l’innalzamento delle vibrazioni energetiche creando un ambiente idoneo all’apertura del cuore e al sopraggiungere delle emozioni superiori.
Per informazioni 3297968490