Dalla Donazione di Costantino.. all’11 settembre, etc. – Le bugie “religiose” per accaparrare il potere
La Donazione di Costantino (Constitutum Constantini) fu utilizzata
dalla Chiesa per legalizzare presunti diritti su possedimenti
territoriali e soltanto nel 1440 il Valla dimostrò che tale documento
era un falso, anche se bisognerà aspettare il 1517 perché le sue
conclusioni vengano pubblicate; ma solo da ambienti non cattolici ,
essendo state inserite dalla Chiesa – guarda caso – dal 1559
nell’indice dei libri proibiti. Un falso, dunque, oggi universalmente
riconosciuto come tale, ma durato circa 500 anni. Quanto precede per
dimostrare che un falso, se ben architettato e difeso ad oltranza da
chi sa come manipolare la credulità popolare, può resistere a lungo.
Del resto è sotto gli occhi di tutti il reiterato martellamento
mediatico grazie al quale molte “verità” imposte dalla propaganda
vengono condivise acriticamente dalla maggioranza della popolazione,
cui non arriva neanche l’eco di tesi contrarie, spesso sprovviste di
adeguati mezzi di diffusione, quando non addirittura criminalizzate
dai sacerdoti delle “verità ufficiali”; di esempi ce ne sono a
volontà: l’entità sionista è la più grande democrazia del medio
oriente; i vincitori della seconda guerra mondiale ci hanno liberato,
mentre gli sconfitti erano i rappresentanti del “male assoluto”;
l’attentato dell’11 settembre è opera di un gruppo di terroristi arabi
con quartier generale in una grotta afgana; e via falsificando; già il
profetico Orwell aveva individuato nella manipolazione e riscrittura
della Storia uno dei pilastri sui quali avrebbe fondato il proprio
potere il futuro regime totalitario. Se pertanto oggi, attraverso la
rete, è possibile accedere all’informazione alternativa – anche se
l’occhiuta vigilanza del sistema foraggia un esercito di
disinformatori finalizzato a creare confusione – immaginiamo quale
poteva essere la diffusione di tesi non ortodosse nei secoli
precedenti. Ciò detto, ritengo che ognuno sia libero di pensare quel
che crede, ma per quanto attiene alla “favola di Cristo” mi trovo
d’accordo con chi pensa che sia una figura storicamente dubbia per
molteplici motivi: affinità così evidenti – da essere in odore di
scopiazzatura – tra la mitologia cristiana e quella di altre numerose
religioni, precedenti o contemporanee al Cristianesimo; assoluta
assenza di riferimenti a Cristo nelle opere di autori coevi (i Vangeli
furono scritti diversi anni dopo) e palesi assurdità – di tipo logico,
linguistico e geografico – nei Vangeli stessi; tentativi di
falsificazione operati dalla Chiesa introducendo riferimenti alla
figura di Cristo, coll’evidente scopo di documentarne l’esistenza,
nelle opere storiche di autori contemporanei (ad esempio “Le guerre
giudaiche” di Flavio Giuseppe) che non avevano ritenuto opportuno
citarlo, pur essendo minuziosi cronisti di eventi di gran lunga meno
interessanti. Concludendo consiglio a tutti coloro che fossero
interessati all’argomento la lettura di un ottimo libro, intitolato
appunto “La favola di Cristo”, risultato di approfonditi studi di
Luigi Cascioli.
Roberto Cozzolino
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