Prima del Big Bang miliardi di galassie erano compresse in uno spazio miliardi di volte più piccolo di un punto…

Buon giorno amici. Vi invio uno stralcio dal libro di Deepak Chopra:

Il nostro corpo appare essere composto di materia solida che può essere frantumata in molecole e atomi, ma la fisca quantum ci dice che ogni atomo è 99,9999 % spazio vuoto e le particelle sub atomiche si muovono alla velocità della luce attraverso questo spazio vuoto e sono in realtà fasci di vibrante energia.

Queste vibrazioni non accadono a caso e senza significato perché in ogni modo trasportano informazioni. per cui un fascio di vibrazioni viene codificato atomo di idrogeno, un altro di ossigeno; ogni elemento è in realtà ha il suo unico codice.

I codici sono astratti, e così in fine lo è il nostro cosmo e tutto quello che contiene.

Se ricerchiamo la struttura fisica del nostro corpo fino alle sue origini vediamo che dopo le molecole ci sono gli atomi, dopo gli atomi le particelle sub atomiche e da queste particelle fantasmi di energie che si dissolvono in spazio vuoto.

Questo spazio vuoto è misteriosamente stampato di informazioni ancora prima che una qualsiasi informazione sia espressa.

Proprio come le migliaia di parole che non usiamo e che esistono silenziose nella nostra memoria senza che vengano usate, il campo quantum contiene l’intero universo in una forma non espressa.

E’ cosi fin dal big bang quando miliardi di galassie erano compresse in uno spazio miliardi di volte più piccolo del punto che è alla fine di questa sentenza e a quel momento la struttura dell’universo già esisteva in una non manifesta forma.

Lo spazio vuoto all’interno di ogni atomo pulsa di intelligenza mai vista.
La vita si sviluppa con il DNA che impartisce la sua codificata intelligenza al suo attivo gemello RNA che a suo turno va nelle cellule e impartisce parti di intelligenza a migliaia di enzimi che a sua volta usano la loro specifica intelligenza per produrre le proteine.

In ogni momento di questa sequenza energia e informazioni devono essere scambiate perché altrimenti non sarebbe possibile creare la vita da materia senza vita.

Tutto questo proviene dalla pagina 14 del libro e mi rendo conto che per i non addetti può solo far percepire l’incredibile realtà che esiste al dilà di quello che siamo abituati a vedere ma spero che come per me anche per voi serva a darvi una idea, anche se minima di cosa è questo nostro universo.

Saluti, Roberto Anastagi

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Miliardi di galassie – Scrive Guido Dalla casa a commento dell’articolo soprastante: “Non solo, ma non esistono più il “vuoto” e il “pieno”: anche questo dualismo è scomparso, c’è solo un vuoto-pieno eternamente pulsante, il vuoto quantistico, o la sunyata buddhista, una danza di energie (psicofisiche) che continuamente nascono nell’Essere e svaniscono nel Nulla. In “grande”: siamo sul terzo pianeta di una stella di media grandezza, lanciata nel braccio esterno di una galassia qualunque. Non c’è nessun centro, di alcun tipo.”

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Ulteriore commento di Subramanyam: “Caro Paolo, ti scrivo per aggiungere alcune riflessioni al commento di Guido Dalla Casa.
Il Vuoto è tale dal punto di vista della mente dualistica. In realtà non sappiamo nulla. “Miliardi di galassie”, “Big bang”, “Vuoto quantico”: supposizioni, teorie, prospettive limitate che diventano persino irrazionali qualora non siano consapevoli della propria opinabilità.
A prescindere da ciò, constatiamo come dal Vuoto-Silenzio emergano l’intelligenza e l’energia ordinatrici. Perciò – senza scadere in un’eccessiva irrazionalità – possiamo intuire come Shunyata non sia il niente, bensì coincida con l’Assoluto, il Trascendente-Immanente, l’Essenza, il Centro, Dio, il Sommo Bene: Fonte, Sostegno e Meta di tutto. D’altra parte come potrebbe il Qualcosa venire fuori, per caso, dal Nulla? La nostra intelligenza profonda (scintilla dell’intelligenza-coscienza universale) non può accettare un simile assunto; ne deriverebbe una completa insignificanza su tutti i fronti. L’apoteosi del nichilismo, che è proprio quanto sta vivendo l’umanità attuale, va smascherata poiché diffonde la più cupa disperazione. E invece c’è sempre un “Io” che afferma anche quando si auto- nega. Innanzitutto afferma se stesso in quanto puro e assoluto Essere (diverso dall’“esistere”: uscir fuori dall’Essere per affermare la molteplicità delle cose). Chi sono Io? Questa è la domanda a cui non si può sfuggire. Conoscere (e non certo mentalmente) chi si è realmente è la medicina. Se non si ha la forza per dedicarsi a tanto, meglio la Fede.”

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