Vegetarismo e religione – Francesco, papa antropocentrico ed anti-animalista per sua natura

L’elezione al soglio pontificio di papa Bergoglio aveva suscitato nuove speranze negli animalisti che avevano associato al nome del nuovo papa un’apertura francescana della Chiesa cattolica in difesa degli animali. Ma col passar del tempo l’entusiasmo del mondo animalista va scemando. Forse ci eravamo illusi, o forse è troppo presto perché il nuovo papa si pronunci a favore degli animali che i santo di Assisi chiamava fratelli.

Ma ad oggi le aspettative di chi credeva che il papa si ricordasse degli animali che agonizzano nei mattatoi, negli istituti di sperimentazione, con la caccia o la pesca e in tutti gli altri modi disumani e vergognosi, restano purtroppo disattese, e l’animale resta un essere marginale, da non inserire mai nella richiesta di amore, da separare e non paragonare mai all’uomo per non mettere in discussione la sua supremazia sul creato.

Un papa che ha parole di compassione e di misericordia per tutti, eccetto che per il 99% della creazione, gli animali. Tutta la sua ammirevole attenzione e tutto il suo amore è per gli umani, mai per le vittime degli stessi a causa della visione antropocentrica sostenuta dalla stessa Chiesa per cui gli animali sono quasi delle cose ad uso e consumo dell’uomo.

Pare che alla visita ad Assisi papa Francesco rivolgendosi ad una suora, un po’ sotto peso, l’avrebbe esortata a mangiare più carne, anche se il 20 marzo 2013 in un tenue barlume dice: “Per favore, siate custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura” e, ricevuta una delegazione animalista aveva espresso il desiderio di sostenerli nella loro opera e che avrebbe gradito avere una tessera d’appartenenza al movimento. Va ricordato che la carne è il motore dell’economia argentina e di conseguenza gli interessi sono forti e pressanti.

Così il papa che viene da lontano, speranza di cento miliardi di povere creature che ogni anno vengono sacrificate sull’altare dell’egoismo e della crapula umana, non solo non apre il mondo cristiano all’amore universale ma resta, fino ad ora, ad un passo indietro rispetto i precedenti pontefici.

“Gli animali sono la parte più piccola della Creazione divina, ma noi un giorno li rivedremo nel mistero di Cristo” (Papa Paolo VI).
“Uomo, vegetali, animali siamo tutti nella stessa barca; non si tocca l’uno senza che a lungo andare non si danneggi l’altro” (Papa Luciani).
“E’ urgente seguire l’esempio del povero di Assisi e abbandonare sconsiderate forme di dominio, cattura e custodia verso tutte le creature. Gli animali devono essere rispettati in quanto nostri compagni nella creazione”. Anche se è difficile conciliare il rispetto invocato se poi aggiunge: “Mentre è lecito usarli per nutrirsene come cibo…”. “Usando gli animali per il proprio servizio, l’uomo non deve mai far loro del male, né maltrattarli, né torturarli fisicamente, perché sono creature sensibili”. “Sono lieto di incoraggiare e di benedire quanti si adoperano per far si che gli animali, le piante, i minerali vengano considerati e trattati, francescanamente, come fratelli e sorelle.” “L’educazione al rispetto per gli animali e, in genere, per l’armonia del creato, ha un positivo effetto sull’essere umano, contribuisce a sviluppare in lui sentimenti di equilibrio, di moderazione e di nobiltà e lo aiuta a risalire alla grandezza e alla bellezza del suo Creatore”. “Non solo l’uomo ma anche gli animali hanno un soffio divino” (Papa Giovanni Paolo II).

Purtroppo sembrano frasi di circostanza più che di vera sostanza dal momento che nulla è assolutamente cambiato nella Chiesa cattolica e il clero continua ad essere il più acerrimo difensore della bistecca e l’organismo che meno si interessa delle tematiche vegetariane, animaliste e ambientali che premono da ogni parte del mondo.

Anche i gradi santi della tradizione cristiana, che pur hanno raccomandato l’astinenza dalla carne (più per mortificazione personale e per sottomettere le passioni corporee che per rispetto per gli animali considerati esseri impuri, la parte più vile della creazione, secondo il pensiero di S. Agostino ereditato in pieno dalla Chiesa cattolica e mai smentito.

Suppongo che il papa, quando chiede aiuto per le popolazioni indigenti, sia al corrente dell’impatto dell’alimentazione carnea sull’ambiente, sulla salute umana e la fame nel mondo; sia al corrente che le derrate alimentari necessarie a produrre un solo hamburger basterebbero a sfamare 40 bambini per un giorno; che gli allevamenti assorbono derrate alimentari quanto 9 miliardi di persone; che 35.000 persone ogni giorno muoiono per mancanza di acqua potabile mentre per produrre un solo kg di carne di manzo se ne consumano 50.000 litri di acqua; che negli Usa un terzo di tutte le materie prime viene assorbito dall’industria della carne.

Ci può forse essere pace nella famiglia dei viventi se la parte più piccola e agguerrita è avvezza ad usare ogni crudeltà nei confronti della maggioranza dei suoi componenti? È il cuore e la coscienza dell’uomo a fare la storia, a determinare il comportamento pacifico e mite degli esseri umani. Ma se questi sono insensibili alla sofferenza che causano ai più deboli e innocenti come possono essere sensibili e giusti nei confronti dei loro simili?

Speriamo ardentemente che il papa oltre ad avere a cuore le sorti del prossimo umano (spesso malvagio e crudele), ampli francescanamente la sua sfera d’amore a tutte le creature nostre compagne di viaggio. Convivere con l’idea che una sua sola frase in difesa degli animali e della scelta vegetariana salverebbe da sicura sofferenza e morte milioni, se non miliardi, di animali innocenti, è un peso e una responsabilità sicuramente grande da portare.

Franco Libero Manco

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