Italia asservita agli USA, lo vediamo dalla debole reazione del Governo italiano al caso Snowden
La reazione del Governo italiano al caso Snowden è stata debole, incomparabile con quella degli altri maggiori paesi europei, Germania e Francia; mentre era il caso di respingere con fermezza quel comportamento spionistico con paesi amici; comportamento arrogante della potenza egemone che ritiene di poter fare tutto impunemente.
Quest’arroganza offre invece al governo italiano il destro d’incominciare a discutere il problema delle basi militari USA nel nostro territorio:
che secondo un rapporto del 2005 sono 113, contando anche le basi saltuarie, gl’impianti radar, i centri di telecomunicazione e i depositi di armamenti; sì che solo quattro regioni ne sono immuni, la Valdaosta, l’Umbria, l’Abruzzo e il Molise. Un fatto abnorme.
Che non può essere ulteriormente tollerato in quanto contrasta con la Costituzione la quale “ripudia la guerra”.
Se si ripudia la guerra non si può offrire alloggio a militari che alla guerra sono destinati e in realtà vi partecipano, come avviene a Vicenza;
ad aerei che ai teatri di guerra sono destinati; ad armamenti che servono per la guerra.
Perché gli USA, con le loro basi e flotte sparse ovunque, sono la nazione più guerrafondaia che esista, hanno profondamente tradito quel Patto delle Nazioni Unite che a suo tempo avevano voluto con forza,
e il cui primo e fondamentale principio e obiettivo è la pace nel mondo.
Nel secondo dopoguerra hanno scatenato cinque guerre – in Corea, in Vietnam, la Guerra del Golfo, in Afghanistan, in Iraq – assalendo e massacrando popoli sovrani; col pretesto del comunismo, del terrorismo, ma in realtà per la loro volontà di dominio e sotto la pressione dei produttori di armi; con enorme sacrificio di persone umane ed enorme dispendio e distruzione di beni. E queste guerre (con l’eccezione della Guerra del Golfo) le hanno tutte perse, per il sopravvento della guerriglia.
L’Italia non può ulteriormente partecipare a questo scempio.
Basta con le guerre, basta con la produzione di armi, basta con le basi militari in una nazione che vuol essere sovrana, vuol essere pacifica, lo vuol essere in forza della sua Costituzione, che rifiuta la guerra.
Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di Lecce
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