Treia. La Grande Tela ed il piccolo teatro del 16 novembre 2013

Treia. La Grande Tela ed il piccolo teatro del 16 novembre 2013

Questo che segue è un resoconto a due mani non organizzato, intendo “casuale”, su quanto è avvenuto la sera del 16 novembre 2013 nella sala consiliare del comune di Treia. Si parlava della Grande Tela del Bonisoli e degli aspetti storici, iconografici e oplologici ad essa collegati. L’evento era organizzato dalla Accademia Georgica di Treia, in collaborazione con il FAI, il Comune ed il convento francescano del SS. Crocifisso di Treia.

Sono stato anch’io ad assistere alla conferenza, un po’ in ritardo, dalle 18 sino alla fine (verso le 20…). Sono arrivato nella Sala Consiliare durante l’intervento di Paolo Pinti, esperto di armi antiche. A sentir parlare di spade, scimitarre, pugnali, falcioni, etc. mi sono ricordato che il sistema zodiacale arabo è basato sulle armi.. e -vedi caso- il dipinto del Bonisoli riprende una scena che si svolse in un paese musulmano. Non si sa bene se in Marocco o forse in Spagna al tempo dell’occupazione islamica. Fra i relatori c’era anche un frate, tal Pietro Messa, che ad un certo punto disse che “occorre contestualizzare la situazione ritratta nel quadro con la concorrenza che c’era, negli anni in cui l’opera fu commissionata, fra le varie congregazioni religiose”.
Probabilmente l’ordine francescano voleva dimostrare il proprio impegno nel divulgare la fede in contrade infedeli e pericolose, evidenziando come i francescani fossero più zelanti rispetto agli altri preti paghi di occupare calde poltrone… Insomma il discorso è stato interessante.

Alla fine della conferenza sono andato a rivedermi il quadro, di cui purtroppo non ho trovato riproduzioni fotografiche, in cui sono raffigurati alcuni fraticelli che predicano infervorati ma vengono poi messi a morte dal sultano. Sono stato lì per dieci minuti o più ad osservare i particolari che erano stati descritti dai relatori, soprattutto per quanto riguardava le armi. Ho notato anche che i piedi dei personaggi erano tutti incompiuti (come quelli dei manichini) salvo quelli di un soldato centrale che mostrava i piedi nudi tutti storpi e rattrappiti… Ho saputo inoltre da Enzo Catani, un amico archeologo, mentre sgranocchiava dei grissini al pomodoro, che il dipinto, originariamente istallato in una congregazione francescana di Cremona, fu acquistato ad una asta e quindi ceduto al comune di Treia.

Infine, trascinato nella scia dei convenevoli che seguono gli incontri mondani, o dopo una conferenza, mi sono attardato a chiacchierare con diversi amici, fra cui Alberto Meriggi e l’amico Alessandro, volontario della Proloco, ed una signora da poco conosciuta… raccontandoci storie di teatro (visto che nelle relazioni si parlava anche di scenografia teatrale, in riferimento al soggetto del grande quadro). Insomma parlando di sceneggiate ad un certo punto ho visto due ragazze che portavano via gli scatoloni con le bibite ed il resto dei pasticcini e salatini… così mi sono perso il meglio del teatro “vero”.

Paolo D’Arpini

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Ho partecipato per un’oretta all’interessante convegno sulla “grande tela del 1673 di Agostino Bonisoli”, relatori vari studiosi e membri dell’ordine frati minori francescani, ero seduta in fondo… e non potevo restare fino alla fine, ma per quel poco che ho ascoltato ne è valsa la pena comunque scendendo ho ritrovato con piacere il sig. M. A., che riteneva faticoso assistere alle discussioni non potendo relazionare sulle incongruenze e inesattezze sulla storia di San Francesco… In venti minuti, davanti ad un orzo ormai freddo, mi ha sconvolto toponomastica nomi e biografie… tanto per cominciare san Francesco si chiamava Giovanni, soprannominato “Francè” dagli umbri, cioè la storpiatura di
Francese…

Beh, ho ascoltato solo il primo intervento purtroppo, e mi vergognavo a fare foto visto che c’erano fotografi ufficiali! Quello che posso dire è che ho trovato con un certo stupore e grande piacere la sala piena, segno speriamo di un flebile risveglio di coscienze… peccato che ’sto risveglio arrivi in tarda età, io a 46 primavere ero la più giovane.

Tornando a San Francesco, avevo già letto qualcosa, ma mi sembrava blasfemo, ma temo che questo mito mi dovrà per forza cadere alla luce delle recenti ricostruzioni… madre Franco-Maceratese, padre ricco commerciante di sete e quindi ebreo… dalle analisi dei resti pare che il santo sia morto di meningite, quindi da rivedere i suoi gesti plateali (più da fuori di testa che divinamente ispirato) eccetera
eccetera.

Simonetta Borgiani

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Commento di Gabriele Petromilli: “L’agiografia dei santi tende a tramandare questi personaggi in un alone di vita mistico, soprannaturale, quasi divino. Mentre sarebbe più realistico considerarli persone comuni con gli usuali vizi umani, anche se ponevano la spiritualità al di sopra della materialità quotidiana.”

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Notizie a cura della Proloco:

La Pinacoteca Comunale è ospitata nella Sala del Consiglio, nella Sala degli Stemmi e negli altri locali che costituiscono il Piano Nobile del Palazzo di Città. Accoglie una serie di ritratti sette e ottocenteschi degli esponenti più in vista della nobiltà treiese e dipinti di pittori illustri di scuola romana e di scuola veneta quali Pietro Tedeschi (sec. XVIII), Antonio Balestra e Agostino Bonisoli (sec. XVII). La grande tela del Bonisoli che raggiunge la ragguardevoli misure di 6×5 metri, datata 1673, raffigura il martirio dei protomartiri francescani da parte del re del Marocco ed è stata riportata all’originario splendore solo recentemente da un sapiente restauro.

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