Il bel parlare nel dire cose giuste… e la dialettica democratica di Roberto Cozzolino
Nel giudicare le manfrine che coloriscono le sbiadite cronache degli italici ectoplasmi parlamentari è necessario partire da un assunto irrinunciabile: i nostri sedicenti politici, appartenendo tutti ad una casta che governa su mandato straniero e di conseguenza totalmente priva di sovranità nazionale; godendo tutti di privilegi inconcepibili – degni di mitici satrapi orientali – se paragonati al tenore di vita del suddito medio; essendo giunti alla poltrona cui stanno avvinghiati solo grazie a caratteristiche spregevoli quali il nepotismo, l’arruffianamento e la diligente obbedienza al padrone di turno, in supremo e costante spregio degli interessi nazionali; per tutto ciò e per molti altri numerosi motivi, la cui elencazione ci risparmiamo, sono tutti indistintamente – dall’estrema destra all’estrema sinistra – da considerarsi dei farabutti che in un mondo non orwelliano meriterebbero a nostro giudizio qualche ergastolo a testa ai lavori forzati – essendo noi contrari alla pena di morte.
Ciò premesso è evidentissimo che sono tutti ricattabili in quanto tutti colpevoli; ricattabili da chi? dai servizi che intercettano, dai gruppi industriali multinazionali, dalle logge massoniche, entità queste tutte riconducibili ai burattinai che manovrano i fili dietro le quinte, ovvero i fautori del Nuovo Ordine Mondiale.
Se di tutto ciò esistono scarse prove dirette, le prove indirette sono al contrario evidentissime per chi sappia leggere, alla luce di tali considerazioni, eventi relativamente recenti quali ad esempio “tangentopoli” od attuali come l’odierna “dittatura europea”. Se pertanto a volte non riusciamo a capire “cui prodest” la demonizzazione e successiva uscita di scena di questo o quel figurante dal teatrino politico, non nutriamo alcun dubbio che il tutto sia stato deciso e realizzato “in alto loco”.
Non si tratta perciò di normale “dialettica democratica” come suggerito dai persuasori di regime al narcotizzato padiglione auricolare del gonzo-elettore, ma di sapienti strategie occulte la cui decifrazione appare spesso problematica. Una cosa appare per contro chiarissima: la necessità di individuare un progetto antagonista in grado di spazzare via definitivamente questa casta di parassiti contro Il quale – per parafrasare un grande filosofo del secolo scorso – non servono solo le nostre ragioni; serve il nostro buon gusto.
Roberto Cozzolino