Ilaria Volpi: “Testimonianza sulla prostituzione femminile – Il rinnovamento etico della società deve partire dalle donne”
Ante Scriptum
Sono stata ferocemente attaccata su questo scritto da un professore di Filosofia col quale tenevo allora uno scambio epistolare.
E poi è venuta fuori la storia della Baby Prostituzione di Roma. Tirate le vostre somme e ragionate se il mio scritto era davvero esagerato…
(I.V.)
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Testimonianza sulla prostituzione femminile – Il rinnovamento etico della società deve partire dalle donne
Quando si parla del problema della prostituzione, molti rinnovano la scusa del “mestiere più antico del mondo”.
Questa posizione mi provoca una irritazione interna di notevole portata. Infatti, secondo questa logica, molte persone potrebbero continuare ad abusare dei bambini, perché dalla notte dei tempi si è fatto. Oppure potrebbero continuare ad uccidere perché si è sempre fatto. O potrebbero continuare a minacciare, picchiare, umiliare e sottomettere le proprie mogli/compagne/fidanzate perché non solo si è sempre fatto ma in alcune culture è addirittura tuttora legittimato.
Io credo che la prostituzione esista per due motivi principali; esistono donne schiavizzate e brutalizzate da uomini costrette a praticare il “mestiere”. E qui c’è bisogno dell’aiuto delle forze dell’ordine e delle istituzioni per sradicare il problema. Il secondo motivo principale è l’assoluta mancanza di etica da parte di giovani donne e ragazze che pensano che la bella vita che procurano i soldi facili venga al primo posto rispetto a tutto il resto.
Qui non c’è primariamente bisogno dell’aiuto delle forze dell’ordine o delle istituzioni. Qui occorre anzitutto un rinnovamento delle coscienze, un rinnovamento spirituale che ribalti i valori delle persone coinvolte. Almeno se vogliamo essere un po’ più emotivamente evoluti delle scimmie Bonobo.
Io credo che il rinnovamento etico debba partire proprio dalle donne. Sono le donne, alle quali vengono fatte proposte indecenti, che devono dire no. Perché fino a che ci saranno femmine che ci stanno, ci saranno maschi poco evoluti che ci andranno con nonchalance. Fino a che ci saranno femmine che per denaro e volontariamente la danno, ci saranno sempre maschi che si sentiranno legittimati a trattare le donne come meri oggetti di piacere e non persone, in uno scambio reciproco e perverso di equilibri di potere e mai di amore vero.
Io credo che il mestiere della prostituzione sia il più degradante che ci sia, sia la prostituzione fisica sia la prostituzione mentale.
La scelta della prostituzione – pur fatta nella libertà – è sempre una scelta di schiavitù che degrada la condizione di tutte le donne del pianeta terra.
Credo che coloro che lo fanno per libera scelta rendano il nostro mondo ancora peggiore. Non sto parlando di vittime, sto parlando di persone artefici, padrone e consapevoli della loro vita. Credo che siano queste persone che debbano modificare il proprio sistema di valori.
A chi usa il vessillo della libertà personale per sostenere il diritto a prostituirsi come diritto di autodeterminazione individuale, rispondo che il concetto di libertà personale è diventata il culmine di un parossistico individualismo umano dall’illuminismo in poi, concetto sovra-usato e sovra-applicato che ha sostituito quelle che sono le vere priorità dell’essere umano, il quale non si può esimere in nessun caso dal rispetto di se stesso e degli altri, prima di questa sopravvalutata “libertà di scelta”.
Secondo una logica di pura libertà uno può ammazzare e poi pagarne, semplicemente, le conseguenze. Io invece sostengo che non può in nessun caso ammazzare. Lo stesso dicasi della prostituzione.
Il corpo è un dono che riceviamo dai nostri genitori e da Dio, se ci credi. Il fatto che sia un dono non ti permette di disporne come tu vuoi.
Problema non meno importante è che nel momento in cui uno fa una scelta che crede personale, in realtà va ad influenzare sempre, in negativo ed in positivo, tutti gli altri esseri umani.
Una scelta non è mai personale perché non siamo soli. Una scelta nostra influenza sempre la vita delle altre persone.
Se una sola donna legittima la prostituzione, ci rimettono tutte le altre, da quelle che prendono le botte perché schiave a quelle che non fanno carriera perché non la danno.
Siccome la mia libertà finisce dove inizia quella dell’altro e la condiziona, allora questo significa che non è vero che io posso fare tutto quello che voglio a prescindere.
Viviamo in una trama di relazioni, non siamo singole entità. La mia è sicuramente una tesi controcorrente perché nel frattempo i modelli televisivi proposti dai poteri forti, la relativa sottocultura che legittima le più svariate forme di prostituzione, una scuola allo sfascio nonché genitori menefreghisti o, peggio, complici di questo sistema, hanno permesso che venissero tirate su svariate donzelle (che potrebbero essere mie figlie) senza nessun senso etico, nessuna dignità e nessun rispetto di sé, donne o pseudo donne che hanno sostituito tutti gli obiettivi delle nostre mamme – che hanno lottato per la nostra libertà e per i nostri diritti – in diamanti e macerie.
Siccome questi modelli femminili negativi hanno disgregato l’essenza dell’universo femminile con i suoi valori, sono le proprio donne che lo devono rigenerare per prime, dimostrando di avere una forza maggiore di coloro che le vogliono succubi reiterando questi modelli di schiavitù.
Chi corrompe (e la prostituzione è una forma di corruzione) non effettua il male solo come atto in sé ma danneggia tutti i non corrotti, tutti coloro che credono fermamente nella meritocrazia e nel lavoro duro per ottenere risultati.
Ilaria Volpi