Scambio epistolare vegetariano/marchigiano e dieta bioregionale

Caro Paolo D’Arpini. Abito a Roma, ma vengo abbastanza spesso nelle Marche, in particolare in estate. Ad agosto di solito sono a Porto Recanati ma adesso vedo la “festa dei precursori” che fate a Treia dal 25 al 27 aprile 2014. Io ho qualche difficoltà a stare fuori casa perché sono vegana anche se recentemente sto cercando di mangiare qualche formaggio; questa estate ho scoperto di avere il diabete e la diabetologa mi ha fatto andare dalla nutrizionista che mi ha dato una dieta da far diventare matti, perché include carne, pesce ecc ecc. Beh, sono stata ad ascoltare ma sinceramente non riesco a seguire queste cose e quindi mangio il piatto unico (macrobiotica)… Io a Roma sto a San Lorenzo ed ho proprio a poca centinaia di metri da casa due centri macrobiotici (quelli di Pianesi, che suppongo tu conosca). Prendo lì il piatto unico che, tra l’altro, costa meno che comprare i singoli ingredienti e poi preparare in casa. Frutta e verdura li vado a prendere nel campo di una signora che fa la contadina, così come le uova (per gli altri componenti della famiglia). Io ne ho mangiato uno ieri sera ma poi mi faceva male lo stomaco. L’unica cosa di origine animale che adoro è il miele, ma ora che ho il diabete lo evito per evitare l’aumento della glicemia.”

Elisabetta L.

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Mia rispostina: “Per quanto riguarda la dieta ti dirò che allorché diventai vegetariano, nel 1973 in India, mi ammalai di epatite b ed il medico mi aveva prescritto una dieta comprensiva di pesce. Non ascoltai il suo consiglio e continuai con quello che riuscivo a digerire di vegetale. Poi tornato a Roma pian piano il mio organismo si riabituò ad assimilare le proteine dai legumi e gli zuccheri dalla frutta, il corpo ci mise un po’ a riabituarsi, e spesso consumavo anche la soya ristrutturata facilmente digeribile e ricca di proteine vegetali senza grassi. Infine guarii completamente dall’epatite e il mio organismo riprese a funzionare egregiamente. Ovviamente non ho più consumato carne ma non mi faccio mancare di tanto in tanto un pezzetto di formaggio o di yogurt fatto in casa e qualche ovetto delle nostre galline, quando le fanno. Il piatto unico macrobiotico/vegetariano è ottimo, intendendo però la macrobiotica bioregionale, ovvero la dieta che comprende solo i vegetali legumi e cereali coltivati e maturati naturalmente nel luogo in cui si vive, non roba giapponese….” (P.D’A.)

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Commento di Marco Bracci:

“Caro Paolo, ho letto l’art. di Elisabetta, che, iniziata una dieta più sana, si è trovata con il diabete ( sicuramente anche con altre patologie)
Ti prego di dirle questo: quando si cambia alimentazione, il corpo gioisce e comincia a scaricare tutte le tossine accumulate in tanti anni di disordini alimentari. E le scarica nel sangue, affinché questo le porti ai reni, all’intestino, alla pelle, ecc. perché sia no definitivamente eliminate. Chiaro che, se si effettuano gli esami di laboratorio in questo periodo, si trovano un sacco di inquinanti e quindi “esami sballati”. E’ solo questione di tempo, poi tutto si mette a posto.
L’errore più grande che si possa fare all’inizio di un cambio di stile di vita è appunto quello di andare da un medico “della mutua” o anche da un luminare a chiedergli come mai “mi sento stanco, mi sono venuti un sacco di foruncoli sul viso, sulla pancia ecc.”. Si fanno gli esami e si riscontrano eccessiva quantità di zuccheri nel sangue, livelli di colesterolo più elevati del solito e così via.
Allora ci si spaventa e si ritorna a fare quello che facevamo prima e, peggio ancora, si prendono medicine chimiche per annullare questi effetti, che altro non sono che segni che il corpo sta reagendo positivamente e quindi positivi.
Coraggio Elisabetta, persevera e il tuo corpo te ne sarà grato.”

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