Ecclesiastici, vescovi, arcipreti, cardinali… via dai palazzi! Il vaticano ritorni al popolo che ha contribuito a costruirlo nei secoli

Al Vescovo di Roma Jorge Mario Bergoglio
al Segretario di Stato Arcivescovo Pietro Parolin
al Card. Angelo Bagnasco

L’abbandono dei palazzi

Il vescovo di Roma Bergoglio ha rifiutato di abitare nel palazzo del Vaticano per una modesta sede nella pensione di Santa Marta. Un fatto esemplare ma anche doveroso.

Già nel Concilio Vaticano II, lo Schema XIV, cui aderirono alcune centinaia di vescovi, chiedeva l’impegno di «vivere secondo il livello di vita ordinario delle nostre popolazioni per quel che riguarda l’abitazione»; dunque non il palazzo, ma un modesto appartamento come tutti.

Lo schema non fu approvato, ma l’istanza evangelica resta e preme tuttora per la sua realizzazione.

Si chiede allora che il palazzo del Vaticano anzitutto, con le sue 1400 stanze, le sue biblioteche, pinacoteche, musei, tesori enormi accumulati nei secoli col denaro dei poveri. – poi che il denaro dei ricchi proviene dallo sfruttamento dei poveri – sia ceduto allo stato italiano, che poi potrà ospitarvi gli indispensabili uffici ecclesiali, e le sedi di altre opere ecclesiali e caritative; oltre che i propri uffici.

Si chiede che lo stesso facciano i vescovi che, specie in Europa, spesso abitano in palazzi aristocratici, essendo stati essi stessi per lungo tempo parte dell’aristocrazia.

Che anch’essi lascino i palazzi per dei modesti appartamenti.

Seguendo così il modello evangelico, che di palazzi parla solo a proposito dei re, la basiléia, le regge, i palazzi reali; dove abitano «coloro che vivono in vesti splendide», e che tiranneggiano i popoli; mentre «il Figlio dell’uomo non ha dove reclinare il capo».

Per il Movimento per la Società di Giustizia e per la Speranza

Il Responsabile – Prof. Arrigo Colombo

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Romano Pontefice Jorge Mario Bergoglio, dsm@vatican.va
Arciv. Pietro Parolin, Segreteria di stato, segreteria@sds.va
Card. Angelo Bagnasco, CEI, presidente@chiesacattolica.it

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