Male-bashing e Uomini 3000 – Nata associazione per difendere i maschi dal pestaggio morale

…la maschilità ed il genere maschile da due generazioni sono oggetto di un attacco morale generale (male-bashing) esteso a tutti gli ambiti del mondo simbolico e della vita materiale,

Il pestaggio morale antimaschile (male-bashing) è qualcosa che gli uomini subiscono ogni giorno senza però sapere che esiste, di cui patiscono gli effetti ma non vedono l’origine. Come si muore di radiazioni senza sapere perché, così ci si ammala di colpa, di disprezzo e di denigrazione senza capire da dove venga il bacillo. Il bacillo viene dal Femminismo che ha combattuto e combatte la sua battaglia attraverso la colpevolizzazione, la denigrazione, il disprezzo, la condanna di tutto ciò che è maschile ed al tempo stesso attraverso l’imputazione agli uomini di tutto ciò che vi fu e vi è di male. Ciò che è male è maschile, ciò che è maschile è male. Bisogna riconoscere che non esistono altre armi e perciò l’avversario (il maschio) doveva e deve essere demolito nell’unico modo possibile, ossia attraverso il suo disarmo morale. Il Femminismo non aveva e non ha altra scelta, infatti non ha usato né il fucile, né il voto, né lo sciopero e nonostante ciò ha travolto ogni cosa e si espande nel mondo. Non ha usato armi materiali ma solo la parola con la quale ha colpevolizzato, denigrato, schernito, vilipeso, calunniato e condannato senza sosta le opere maschili, i sentimenti maschili, lo spirito maschile, il corpo maschile, l’anima maschile, l’immaginario maschile, tutto il passato e tutto il presente. Miti e religioni, storia e cronaca, arte e cultura, scienza e tecnica sono state e sono l’oggetto indiretto dell’attacco contro gli uomini. Si deve infatti distruggere ciò che è esistito e che esiste per poter azzerare il valore di coloro che lo hanno creato. Per poter distruggerne il valore, saccheggiarne l’autorità morale, abbatterne ogni prestigio davanti alle femmine, a se stessi ed ai loro figli. Tutto ciò che vi era e vi è di materiale, di spirituale e di simbolico è stato demolito attraverso la condanna della sua origine maschilista.
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… praticato sistematicamente e permanentemente con ogni forma su tutti i mezzi di informazione e di trasmissione della cultura;

Gli uomini ne hanno il sospetto perché quando leggono il giornale dove si parla delle malefatte maschili (cioè quasi ogni giorno) storcono il naso e passano ad altro. Quando assistono in TV alle sedute del Tribunale Morale Femminista (sedute note anche come “talk-shows”) scrollano la testa e fingono di sorridere. Sospettano qualcosa, ma non possono credere che si tratti di un processo sistematico, permanente e capillare, condotto sul filo della buona fede e quasi a loro insaputa da tutti gli interessati (giornalisti, presentatori, ospiti, pubblico). Sembra troppo, sembra impossibile. Eppure, se dalle pagine di un quotidiano qualsiasi si sottraggono le “malefatte” maschili non resta quasi nulla, perché sono visibili e perciò di queste e solo di queste ci si occupa. Colpevolizzazione, denigrazione, spregio ed irrisione, queste sono le armi.

…detto male-bashing si estende al campo estetico contro le realizzazioni maschili e coinvolge la stessa fisicità ed il corpo maschili;

I cattivi, si sa, sono anche brutti, anzi sono prima di tutto brutti e solo successivamente cattivi. Perciò non solo le creazioni maschili “soffrono” esteticamente della loro origine patriarcale, ma lo stesso corpo degli uomini non è mai stato tanto svalutato e ridicolizzato quanto oggi. Film come Full Monty parlano da soli. Alla sconsiderazione del valore del corpo maschile ha contribuito poi – paradossalmente – il movimento omosessuale, stabilendo di fatto, in quanto lo rivendica come propria conquista, che chi si interessa non solo dell’efficienza ma anche dell’estetica del corpo può essere solo omosex. Quanto alla fisicità, le manifestazioni della vitalità e dell’energia proprie del maschile, quando non sono definite violenza tout-court, vengono bollate come espressione di quello “sciovinismo maschilista” che è un bersaglio storico, un feticcio del Femminismo. Quanto al pene, quando non viene associato direttamente allo stupro, diventa la “ridicola appendice”.

…tutti i livelli ed i gradi della cultura presente e tutte le agenzie che la elaborano e la trasmettono sono, senza alcuna eccezione, strumenti di tale processo;

Qualche personalità, qualche studioso cominciano ora a prendere le distanze dal coro universale, ma tutti hanno paura – giustificata – di passare per maschilisti, perciò premettono di non essere “antifemministi”. Si scusano. La trappola funziona per tutti, eruditi o analfabeti, intellettuali o gente comune che siano. Università e scuola, partiti e sindacati, Tv e giornali, tutti senza eccezione praticano, volenti o nolenti, consci o inconsci, quel pestaggio antimaschile che è l’arma fondamentale del Femminismo.

…questo processo è alla base di danni psico-emotivi individuali e di guasti sociali sempre più gravi e profondi a danno dell’intero genere maschile ed in particolare delle nuove generazioni.

Il Femminismo ha denunciato l’universale disistima, lo storico disprezzo delle donne (veri o falsi che fossero) come uno degli strumenti della loro sottomissione, esclusione, discriminazione. Poiché la stessa arma viene usata da 35 anni contro il genere maschile, non minori devono essere i danni, visibili ed invisibili, procurati alle nuove generazioni dalla demolizione sistematica di ogni valore degli uomini e della maschilità.
Solo ora e solo negli USA cominciano ad essere valutati. Il disorientamento, la perdita di significato, il senso di inutilità, la percezione del proprio disvalore, stanno iniziando a produrre i loro frutti e si comincia a vederli anche da noi, ad esempio con la crescita del “bullismo” nelle scuole, fenomeno che la logica femminista intende curare con un incremento delle cause che lo producono. Su 10 bocciati 8 sono maschi, su 100 assegnati ai “servizi sociali” 96 sono maschi, i suicidi maschili vanno da 5 contro 1 a 10 contro 1 a seconda delle età. Sono solo segnali. Le cause sono molte. La perdita del senso, quel trasmettere alle nuove generazioni maschili la convinzione profonda della loro inutilità, quel gridare in faccia: “Non abbiamo bisogno degli uomini!” è la prima.

SCOPI
L’Associazione si prefigge:
…la promozione del valore essenziale in quanto specifico, della dignità autonoma e del ruolo insostituibile della maschilità nell’ordine simbolico e del genere maschile in tutti i campi della vita materiale e spirituale a vantaggio delle generazioni presenti e future;

La negazione delle differenze naturali tra i generi, dogma del Femminismo, ha lo scopo di annullare ogni valore originario, insostituibile della maschilità e dell’essere uomini. “A cosa servono gli uomini?” si domanda Claudia Pinl, e giustamente, se non esistono differenze naturali. Perciò l’Associazione combatte per demolire questo dogma – puramente strumentale – che forma la base della negazione di ogni valore specifico degli uomini, perché la verità è che senza gli uomini il mondo non può esistere. Se i maschi non fossero diversi dalle femmine per natura allora, problema riproduttivo a parte (oggi virtualmente superato), il mondo potrebbe esistere anche senza di loro. Ma il mondo non può esistere senza gli uomini.

… l’individuazione e la denuncia dei fenomeni di male-bashing in tutti i contesti, le forme, le modalità, le espressioni, dirette o indirette, aperte o velate;

Per denunciare il fenomeno bisogna rendersi conto della sua importanza, individuarlo e riconoscerlo nella sua attuazione. La denuncia può allora essere fatta in ogni sede e con ogni mezzo, in ogni ambito e momento.
Sul lavoro, nelle assemblee, negli interventi pubblici, nel discorso quotidiano, al bar, a scuola.

…la lotta morale contro il male-bashing, contro la denigrazione e la colpevolizzazione degli uomini, la derisione dei sentimenti, delle qualità, delle attitudini, dei bisogni, delle creazioni e dei comportamenti maschili sui media, nella letteratura, nelle arti, nel discorso politico, nella storiografia, nei trattati scientifici, sui libri di testo, in pubblicità, in ogni forma espressiva e su ogni mezzo di comunicazione;

Tutto questo non è che una esplicitazione.

…la restituzione del valore, della dignità e del ruolo storico alle passate generazioni maschili attraverso lo smantellamento della storiografia femminista;

Le generazioni maschili del passato oggi sono descritte come creatrici del sistema della rapina, dello sfruttamento, della prevaricazione, della brutalità, dello stupro e della violenza universali. Persino il loro lavoro – su cui si basano le condizioni economiche e sociali da cui tutti ora traggono vantaggio, donne per prime – oggi è dipinto come opera di distruzione e saccheggio. La condanna delle generazioni maschili passate è uno strumento per la demolizione del valore degli uomini e delle generazioni che verranno. La storia costruita dal Femminismo non ha altro fine che la distruzione del passato per il governo del futuro: “Chi controlla il passato controlla il futuro”, scriveva Orwell in 1984. Uomini3000 combatte per restituire ai maschi del passato il diritto morale ad essere esistiti.

…la lotta ideal-culturale contro la Società Femminista ed i suoi valori fondanti (c.d. Etica Femminista) e perciò contro…
E qui siamo al punto dolente, perché nessuna delle affermazioni che seguono è mai stata fatta propria dal Femminismo, anzi tutto all’opposto. Passiamole in rivista e poi vediamo da dove possano venire.

…contro il principio della superiorità morale, estetica ed intellettuale del genere femminile;

L’idea della superiorità estetica femminile non ha bisogno di essere chiarita. Quella morale è il fondamento stesso del Femminismo perché non significa altro che il diritto di stabilire come debba essere il mondo, cosa sia bene e cosa sia male per tutti, prescindendo completamente da qualsiasi bisogno, pulsione, necessità degli uomini, sotto il dogma dell’inesistenza delle differenze naturali. L’Etica Femminista non è che l’etica di una sola parte, che deve però valere per tutti. Presupposti e conseguenze di un tale principio inconfessabile sono troppo vasti per poterli trattare qui, in breve esso dice: ciò che è gradito, utile, comprensibile e confacente alle donne è buono, ciò che è sgradito, dannoso, incomprensibile e ingombrante per le donne è cattivo. La lotta contro questo principio, da cui tutti gli altri derivano, è il nucleo centrale della battaglia su cui si impegna Uomini3000. Ad esso si aggiunge ora (dal 1999) la nuova scoperta “scientifica” che le donne sono più intelligenti degli uomini, fatto “comprovato” tra l’altro dai risultati scolastici. Dal che si vedono due cose:
1- quando e dove i maschi sono davanti quella è la prova del privilegio, quando invece sono davanti le femmine quella è la prova della loro superiorità.
2- il dogma dell’assoluta uguaglianza naturale viene negato non appena torna utile negarlo, come ci si deve attendere dal momento che è solo uno strumento antimaschile che va buttato via (”dimenticato”) al pari di ogni strumento quando diventa inutile o dannoso.

… contro la negazione dell’esistenza dell’odio antimaschile (misandrìa);

La denuncia della misoginia – l’odio antifemminile – è un tema centrale nella propaganda femminista. Non vi è dubbio che sia esistita e che esista. Ma dell’odio contrario non vi è traccia, non si riesce nemmeno a pensare che possa esistere e perciò è senza nome, infatti il significato di misandria risulta assolutamente sconosciuto. Questo vuol dire che l’odio può andare in una sola direzione. Quello delle donne contro gli uomini è inconcepibile, non può esistere nemmeno come risposta all’odio maschile. Pensare che le donne possano odiare gli uomini, che un buon numero di esse li odi veramente e che tra esse vi siano le femministe è un tabù, è la prova …della misoginia. Come la misoginia è la fonte del maschilismo, così la misandria, l’odio contro gli uomini, è la radice inconfessabile del Femminismo. Perciò l’Associazione promuove la presa di coscienza che la misandria è esistita, che esiste e che oggi è più grande e profonda della misoginia. Proprio così, Uomini3000 insegna agli uomini che l’odio antimaschile è reale, che i maschi non sono mai stati odiati quanto ora e che il Femminismo coltiva ed alimenta quest’odio.
…contro la criminalizzazione diretta ed indiretta del genere maschile;

La violenza maschile è visibile e quella femminile è invisibile. Questa è la ragione fondamentale per la quale le prigioni sono da sempre e ovunque piene di uomini (dal 95% al 99% a seconda dei casi). Su questa base è fondata la presunta innocenza femminile e la dannazione morale del genere maschile. L’innocenza femminile (una troppo facile innocenza) garantisce il titolo di giudici ed il diritto di giudicare e condannare i vivi ed i morti, viceversa, l’evidenza della colpa degli uomini garantisce la possibilità di condannare senza pietà e senza tregua l’intero genere maschile. Tutto il passato e tutto il presente formano una santabarbara dalla quale è possibile prendere una quantità infinita di munizioni da scagliare contro gli uomini. L’elenco è superfluo. Questa è la criminalizzazione degli uomini innescata e coltivata dal Femminismo ed ormai diventata un processo autonomo che si autoalimenta e che non trova limiti.

…contro l’inibizione programmata dello sviluppo della coscienza maschile (rebabyisation);

Tutta la psicologia sa che gli uomini hanno bisogno di allontanarsi dalla madre per crescere e maturare, per diventare ciò che possono e devono diventare. Questo lo sapevano anche le nostre nonne, pur semianalfabete, sulla base del fatto che i maschi sono diversi (per natura) dalle femmine. Ma questo è appunto ciò che il Femminismo nega e da questa negazione segue che ciò che va bene per le femmine deve andare bene anche per i maschi. Tutti i riti di passaggio sono stati aboliti, ogni prova psico-fisica è vietata, ogni momento di durezza verso il proprio corpo ed i propri sentimenti viene bollato e sanzionato come machismo e cultura della violenza, ogni spazio riservato agli uomini è scomparso e la sola ipotesi che venga ricostituito è denunciata come semicriminale, non più solo moralmente ma anche davanti alla magistratura (”discriminazione”).
Ora, mentre il movimento Femminista nel suo insieme è una realtà inconscia (che non sa quello che fa), su questo punto la coscienza delle femministe è invece lucidissima, esse sanno benissimo (psicologhe raffinate come sono) cosa comporti tenere i ragazzi attaccati alle gonne di mamma, impedir loro di mettersi alla prova, vietare spazi esclusivi agli uomini. Lo scopo è impedire lo sviluppo della coscienza maschile, la maturazione dell’autonomia e dell’indipendenza psico-affettiva dalle donne, vietare quello sganciamento emotivo che è condizione essenziale per la liberazione psicologica ed il raggiungimento della maturità. Questo risponde al sogno profondo ed inconfessabile della femminilità che consiste nella trasformazione del mondo in un immenso asilo nido, dove tutti dipendano da Lei per ogni cosa, dove la logica sia bandita e la coscienza cancellata. Dove lo sviluppo degli uomini non superi mai lo stadio dell’adolescenza.
Uomini3000 afferma che questo è un delitto – il delitto – contro tutti gli uomini.

…contro l’evirazione psicologica e chimica delle nuove generazioni;

L’irrisione del coraggio, la negazione di ogni eroismo, la condanna di ogni forza fisica e morale, e viceversa il culto della paura, l’adorazione del “soccorso”, la mistica della “cura”, del mantenimento, della manutenzione, della vita prevedibile e prevista, non dovrebbero lasciare alcun segno nell’anima dei nostri ragazzi? L’identificazione del Fallo con la prevaricazione, la violenza e lo stupro, la lotta contro la pipì in piedi dovrebbero essere senza effetti? Non vi è corrente o scuola psicologica che non ci costringa a tracciare un legame tra un simile sistema educativo e le sue conseguenze psicologiche. Ma l’evirazione chimica che roba è? E’ la “roba” che tre milioni di mamme americane somministrano ai loro figli maschi vuoi di loro spontanea volontà vuoi su suggerimento delle maestre, delle presidi e delle professoresse per tenerli “buoni”, cioè fermi. Ma cosa fanno questi tre milioni di malandrini? Disturbano, sporcano, rompono i vetri e fanno scherzi alle bambine. Impediscono che il programma vada avanti. Ma in Italia non accadrà di sicuro, pensiamo. Hai visto accadere qualcosa di là che non sia accaduto anche di qua? E come tratteremo il crescente numero dei nostri “bulli”? E qual è il programma che viene costantemente interrotto da quei “disgraziati”? Sarà mica la domesticazione?

…contro la domesticazione e la mansuetizzazione degli uomini;

La lotta contro il sudore, il fango, le ferite, il disprezzo per il pelo (salvo quello dei cani e dei gatti) per l’odore, per le gocce di urina, la protezione da ogni “male”, da ogni rischio, da ogni possibilità che accada qualcosa di imprevisto, l’irrisione delle avventure, il disprezzo di coloro che “buttano via la vita” non dovrebbero avere effetti?
Imballaggi, involucri, salvavita, cinture, recinti, protezioni, caschi, air-bags, non ci dicono niente? Schernire chi rischia, deridere i pionieri, sbeffeggiare chi cerca e non trova, chi osa uscire dal saputo, dal noto, disprezzare chi supera il recinto che garantisce in pari tempo l’incolumità fisica, il conformismo morale e l’eterna adolescenza dovrebbero essere senza conseguenze?
Addomesticare significa ridurre un animale alla nostra utilità, togliergli la selvatichezza, trasformarlo in strumento e renderlo dipendente. Trasformare un toro in bue significa togliergli quel che non ci è utile come se quel che non è utile a noi non avesse il diritto di esistere. Infatti per il Femminismo è buono tutto ciò che è conforme ai gusti femminili (occidentali) e merita di esistere solo ciò che è utile alle donne (occidentali), tutto il resto deve essere cancellato. Il valore è dato dalla sola utilità economica e materiale, dal potere, dal riconoscimento, dalla gloria che possono derivarne alle donne (occidentali). Il resto è male.

…contro l’uso della libido maschile a fini di speculazione, manipolazione, intimidazione e ricatto;

Evito di parlare dei costi economici e della manipolazione che comporta per i maschi quasi ogni relazione con le femmine, in quanto la maggior parte degli uomini lo sa per esperienza. Il costo economico e la dipendenza che ne derivano sono tali che Luciano De Crescenzo (per citare uno che pure ama la vita e le donne) affermò anni fa che non il Viagra è la libertà ma lo sarebbe invece la pillola che abolisce il desiderio. Quel che tutti sappiamo. Qui la sola cosa da osservare è che, contrariamente a tutti i proclami femministi, il costo delle relazioni non è diminuito ma si è incrementato e dove sembra che ci vogliano meno soldi è solo perchè il costo si è trasferito in un incremento della dipendenza (sottomissione alle regole imposte dall’Altra).

Ma il fatto nuovo è l’abolizione di ogni definizione di molestia e di stupro. L’una e l’altro sono ora definiti di volta in volta dalla donna – ed ovviamente solo dopo – in modo tale che gli uomini non sappiano mai se un gesto o un complimento siano una cosa bella o un insulto, se un rapporto sia una festa o un delitto. La mancanza di definizione non è casuale, come credono gli uomini, essa è strumentale e serve per tenerli permanentemente in stato di incertezza, per governarne i sentimenti, manipolarli, gestirli con l’intimidazione e la minaccia della vergogna e della rovina. Questo è il motivo per cui molestie e stupro sono gli unici due reati che vengono definiti dal(la) denunciante anziché dal Codice. Oggi il desiderio sessuale maschile non è più solo fonte di gratificazione (corteggiamento e celebrazione ) o di denaro e di beni materiali, ma è diventato anche uno strumento impiegato per imporre i comportamenti di volta in volta graditi e per incutere paura. L’altra faccia delle molestie e dello stupro è lo stato di intimidazione permanente in cui gli uomini sono tenuti, lo sappiano o non lo sappiano, lo riconoscano o non lo riconoscano.

…contro la pretesa al risarcimento materiale e morale dei torti veri e presunti subiti dal genere femminile;

Prendendo posizione sull’ipotesi del servizio civile obbligatorio anche per le donne, Silvia Costa ha affermato: “Le donne sono già abbastanza in credito con questo paese e non sentono il bisogno di nuovi oneri”. “…in credito con questo paese…” significa ovviamente in credito con gli uomini. Il credito nasce dalla storia, dal passato, tanto che tra i gemelli Mario e Maria il primo nasce ed è già debitore in denaro ed in comportamento, l’altra è già creditrice. Il racconto del passato come “Era del Delitto Maschile” si trasforma in credito economico e morale di ammontare non determinato. E infatti è proprio questa la ragione per la quale il passato viene descritto nei termini di una “universale usurpazione maschile”, per rendere le generazioni maschili presenti e future debitrici senza fine di un debito non quantificabile. I maschi sono così chiamati a pagarlo con il riconoscimento della propria inferiorità morale, estetica ed intellettuale, nonché con risarcimenti economici, riserve, quote, vantaggi, compensazioni la cui somma resta ignota. Il Femminismo si riserva di determinarla quando gli tornerà utile, ossia mai, perché mai gli tornerà utile definirlo.
Uomini3000 combatte alla radice la stessa ipotesi di una simile inqualificabile pretesa, di un simile scandalo morale che condanna i maschi ad un risarcimento senza fine per il solo fatto di essere nati tali. Uomini3000 giura che i maschi sono nati innocenti e lotta per proteggere le nuove generazioni dalla condanna morale che pesa sulla loro stessa nascita: Il sangue dei padri non ricadrà sui figli.

…contro la commercializzazione legale dei rapporti sessuali e delle relazioni affettive;

Qui non è il caso di dilungarsi. La maggior parte di coloro che si sono separati sa cosa significhi “commercializzazione legale” dei rapporti tra i sessi. La denuncia femminista dell’universale meretricio cui le donne da sempre sarebbero state costrette nasconde la più grande speculazione economica legalizzata delle pulsioni sessuali maschili, dei loro affetti e della loro fede che mai sia esistita nella storia (fino a 3 divorzi su 4 – Francia – sono chiesti dalle mogli) . Uomini3000 denuncia il cosiddetto “assegno di divorzio” come reale pagamento del prezzo delle prestazioni sessuali, come prostituzione legalizzata, come commercio, come pura speculazione sul desiderio sessuale maschile.

…contro la pretesa liceità dell’imposizione autocratica di regole comportamentali al genere maschile;

“Tu devi”, ecco il verbo chiave, l’imperativo intoccabile. Esso deriva dalla negazione delle differenze naturali tra i sessi-generi, dogma che è alla base dell’Etica Femminista, perché impedisce agli uomini di difendere qualsiasi loro bisogno, desiderio e pulsione che risultino impegnativi per le donne. Posta poi la superiorità morale del genere femminile ne segue che quel che è femminile è bene e quel che è maschile è male e da qui il diritto femminile a dettare le leggi che i maschi scrivono, quello di stabilire contro gli uomini le regole del loro comportamento, di abolire ogni definizione di maltrattamento, molestia, stupro, di definire di volta in volta – e sempre dopo – chi sia colpevole e chi innocente, di stabilire progressivamente l’ammontare del risarcimento in denaro, potere, gloria, in sottomissione emotiva e psicologica che i maschi devono, in quanto debitori, al genere femminile.
Uomini3000 denuncia e combatte la legge dell’ “Io posso e tu devi” ossia la radice, il tronco ed i rami dell’Etica Femminista.
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…contro i principi del “politicamente corretto” e l’imposizione del ‘nuovo vocabolario’.

Rinvio ad altra pagina per un breve approfondimento della questione a giustificazione delle affermazioni che seguono. Il “politicamente corretto” impone agli uomini l’ipervalutazione morale ed estetica delle donne. Quella morale, in quanto di esse deve essere rappresentata solo l’opera positiva, l’ipervalutazione estetica, in quanto l’immagine femminile deve apparire al pari di quella maschile prescindendo dal fatto che essa già copre la quasi totalità delle immagini che ogni giorno cadono sotto gli occhi degli uomini (e delle donne) occidentali.

Quanto al vocabolario, l’imposizione del lessico rappresenta la violazione legale della psiche e dell’Anima degli uomini. Il processo è indistinguibile dall’imposizione di quella Neolingua prefigurata da Orwell che tanto ci fece inorridire. Qui non ci dilunghiamo, basti questo: per Uomini3000 la mente maschile (il Logos) è inviolabile ed intoccabile perché è Sacra, gli uomini stessi decidono se e quando si sentano aggrediti, molestati o violati, essi stessi decidono quando e come proteggere il nucleo della loro coscienza. L’utero è vostro e lo gestite voi, l’Anima è nostra e ce la gestiamo noi.

Giù le mani dalla nostra Anima

PRINCIPI

Valore della donna. “Uomini3000″ ripudia ogni forma, anche indiretta, di denigrazione, di offesa e di svalutazione del valore etico, estetico ed intellettuale del genere femminile, respinge ogni sminuizione del significato simbolico della femminilità e dell’importanza storica dell’opera femminile, visibile ed invisibile, passata, presente e futura.
Sarò breve. Quelli che pensano che le donne sono cretine e incapaci, vipere e galline, serve e puttane non possono iscriversi a Uomini3000 in quanto fanno già parte di un’altra (grande) associazione, quella dei c . . . . . . i.

“Uomini3000″ riconosce ed afferma: …l’esistenza di differenze naturali tra i generi

L’affermazione che non esistono differenze naturali tra i generi è un dogma del Femminismo. Si tratta di una verità strumentale mascherata da un pretesto storico.

Il pretesto.
Le esclusioni delle donne dalla vita socio-politica e culturale nel passato venivano “giustificate” sulla base della diversità naturale, quindi, per combattere quelle esclusioni, è parso opportuno adottare il dogma dell’assoluta eguaglianza naturale, sulla base dell’idea che il fatto (l’esclusione) derivasse dalla giustificazione, mentre è banale che la giustificazione è venuta dopo il fatto. In quelle culture tradizionali nelle quali i maschi si danno alla caccia ed alla guerra e le femmine alla cura dell’orto, non esiste alcuna “giustificazione”, non esiste alcuna teorizzazione, alcuna “ideologia naturalistica”. Già questo prova che si tratta di un pretesto, di un alibi.

Una verità strumentale.
Il dogma è uno strumento della lotta morale contro i maschi in quanto necessario per:
A- negare agli uomini il diritto di rivendicare il rispetto dei propri bisogni, delle proprie esigenze, delle proprie necessità. Infatti, non esistendo differenze naturali, poichè io – F- so di cosa ho bisogno, so anche di cosa hai bisogno tu, tutto ciò che non mi si addice è una tua invenzione messa in campo per condizionarmi. Conosco i miei e quindi anche i tuoi veri desideri, le mie e quindi anche le tue vere possibilità, le mie e quindi anche le tue vere sofferenze. Se parli di altro parli solo dei tuoi falsi (=falsati) desideri, dei tuoi falsi (=falsati) bisogni, delle tue false (=falsate) sofferenze. Adesso parla, racconta…maschietto.
B- negare agli uomini il diritto di raccontare la loro esperienza, costringerli al silenzio o a dire di se stessi solo ciò che piace, che è utile, che è comprensibile, che è conforme al sentire delle donne (occidentali). Tutto il resto deriva da “condizionamento culturale” e perciò non ha alcun valore.
Naturalmente, trattandosi di una verità-utile (che è l’altro nome della bugia), essa viene subito abbandonata (”dimenticata”) quando risulta ingombrante o dannosa, e cioè:
1- quando si tratta di affermare la superiorità morale femminile, ovviamente fondata sulla gravidanza e sulla maternità, intese come “modello di antropocultura, matrice dell’universalità del genere umano, principio ed origine dell’etica” (A. Fouque).
2- quando si tratta di affermare la superiorità intellettuale femminile derivante, ad esempio, dalla maggiore connessione dei due emisferi cerebrali (L’Espresso, n. 36/1999).
3- quando si accusano gli uomini di “assenza”, ad esempio di “aver delegato l’educazione alle donne” mentre c’è bisogno anche di loro. Non si vede infatti quale bisogno vi possa essere dei maschi se non esistono differenze naturali. In questo caso infatti quel che fa un padre lo può fare benissimo la madre (o una seconda madre), quel che trasmette un professore lo può benissimo trasmettere una professoressa (o una seconda professoressa). Se non esistono differenze naturali ne segue che si può fare a meno degli uomini e che la loro presenza (o assenza) è del tutto irrilevante.
4- quando si teorizza e si pratica (come in Italia) la c.d. “Politica della differenza”. Perché se la differenza non è naturale non esiste alcuna differenza che possa fare da fondamento a quale che sia teoria filosofica o pratica politica.
5- più a fondo, quando si parla di “generi”. Se non esistono differenze naturali non esistono i generi. Lei può diventare Lui e Lui Lei. Se n’è accorta la Pievatolo: “Delle due l’una: o esistono differenze naturali, e allora esistono i Generi, se quelle non esistono non esiste alcun Genere”.
6- ancora: quando si parla di femminilità (o di maschilità). Se non esistono differenze naturali allora non esiste alcun carattere, alcuna attitudine, alcuna ‘qualitas’ femminile diversa da quelle maschili. Non esiste nulla di specifico, di unico, nulla che appartenga alle donne e non agli uomini e viceversa. Non esistono nè “femminilità” nè “maschilità”.
7- quando si afferma che gli uomini hanno costruito una cultura ed una civiltà a proprio uso e consumo, finalizzata ai propri interessi. Non si vede da dove potevano venire questi interessi specifici del genere maschile che precedettero la costruzione della società maschilista se non dalla preesistente e sottostante diversità naturale.
8- quando si dice: “C’è bisogno degli uomini”. Se non esistono differenze naturali non c’è alcun bisogno degli uomini.

Affermare che non esistono differenze naturali significa togliere agli uomini il diritto di rivendicare diritti, negare la verità della loro esperienza vitale, disconoscerne i bisogni ed imporre l’etica di una sola parte. Quel dogma è uno strumento della guerra morale contro gli uomini (la Pulizia Etica Antimaschile). Senza di esso è impossibile impedire la manifestazione delle diversità maschili e viceversa solo con esso diventa possibile conculcare i bisogni degli uomini. La negazione delle differenze naturali rende possibile e lecita la repressione. Il dogma ha uno scopo.

…la radicale immoralità ma nel contempo la possibilità reale, da parte dei poteri sociali, di negare, disconoscere, comprimere e reprimere queste differenze e la loro manifestazione

Si dà per scontato che ciò che è naturale non può e non deve essere represso. Che “non debba essere” negato e represso è ovvio, che non possa esserlo è falso. Istinti e pulsioni, desideri e sentimenti, aspettative e possibilità possono di fatto essere conculcati, negati, disconosciuti e repressi. E’ accaduto alle donne, tanto per non andar lontani.
Il Femminismo insegna che chi parla di differenza parla di “inferiorità femminile”. Cosa ha a vedere questa differenza con il valore dell’Una e quello dell’Altro? Con la “superiorità” o l’ “inferiorità”? Con il potere? Con la somma dei diritti e dei doveri?

Se dunque la differenza non ha nulla a che vedere con “l’inferiorità” perché negarla? A che pro il dogma? Perché esso rende moralmente lecita la negazione delle pulsioni, dei sentimenti e dei bisogni specifici degli uomini, rende legittimo il divieto agli uomini di raccontare la verità della propria esperienza e quindi di mettere sul piatto della bilancia (etica) i propri valori.

…la necessità della collaborazione ed in pari tempo l’inevitabilità del contrasto tra i generi;

Il contrasto tra i generi è inevitabile perché diverso è il modo di sentire, di pensare, di soffrire. Diversi i bisogni, la sensibilità emotiva e corporea, diversi l’udito, la vista, l’olfatto. Diverso l’equilibrio ormonale, diverso un gran numero di malattie. Diverso il modo di sentire la vita, quello di amare e quello di odiare. Diverso il modo di fare del bene ed anche quello di fare del male. Questa diversità naturale in realtà dovrebbe essere il fondamento della reciproca attrazione, della simmetrica valorizzazione e dell’amore. Ma se anche non è così, resta il fatto che la collaborazione è una necessità, se poi c’è anche l’amore, tanto di guadagnato. Ma il contrasto è inevitabile. Affermare che deve finire significa negare le differenze per imporre agli uomini quei valori (quel “bene” e quel “male”) che sono tali solo per le donne (occidentali).
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…l’inconsistenza scientifica e l’illiceità morale di ogni pretesa di un genere di descrivere lo stato, la condizione, i bisogni, l’esperienza ed il valore dell’altro;

Lascio stare la questione scientifica ed anche quella filosofica (succo: io non ho il punto di vista dell’altro perché non ho la storia dell’altro). Passo a quella morale.
La pace tra i due sessi-generi è un equilibrio tra i bisogni e le possibilità dell’Una e quelli dell’Altro. Pertanto essa si fonda sulla condizione che tanto l’Una quanto l’Altro possano raccontare la loro esperienza ed essa sia creduta. In altre parole la pace mi costringe ad ammettere che il racconto dell’altro è vero, mi costringe ad ascoltare ed a tacere. Se invece nego che i suoi bisogni siano bisogni, che i suoi istinti siano istinti, che le sue sofferenze siano sofferenze (perché è tutta “roba culturale”), allora gli impongo la mia pace. Gli dico come debba comportarsi, come possa valutarsi, cosa possa o non possa provare, come debba giudicare se stesso e il mondo. Gli dico quanto valga, cosa debba fare, essere, sentire e pensare. Gli dico “chi è” e lo posso fare perché, non esistendo differenze naturali, io so già chi è lui. Questa è la “Pax feminista”.

LA GRANDE OBIEZIONE

Ed ecco la Grande Obiezione: “E’ un delirio! Non è vero niente perché i principi e i valori del Femminismo sono precisamente il contrario di tutto ciò!” Non sono principi e valori del Femminismo? Allora non resta che dedurne che sono valori, scopi ed obiettivi del maschilismo. Chi disprezza gli uomini? Il maschilismo. Chi specula sugli uomini? Il maschilismo. Chi colpevolizza gli uomini? Il maschilismo. Chi li manda in prigione? Il maschilismo. Chi nega la verità del racconto maschile? Il maschilismo. Chi gli sottrae i figli? Il maschilismo. Chi impone paternità non volute? Il maschilismo. Chi li ricatta? Il maschilismo. Chi può odiare, chi può insegnare l’odio contro gli uomini? Il maschilismo.
Il fatto è che con ciò abbiamo messo le mani nelle mutande del Femminismo ed è ragionevole che esso gridi alla molestia. Non si pretenderà che vada in giro a mostrare le sue vergogne, a svelare i dogmi inconfessabili su cui si fonda e che sono negazione diretta, sistematica, persino irridente dei princìpi di rispetto, di amore, di solidarietà, di pace, di parità, di libertà, di comprensione, di empatia, di disinteresse con i quali deve mascherare la volontà di rivalsa, il disprezzo dell’Altro, la voglia di potere senza responsabilità, la difesa delle antiche tutele e l’ottenimento di nuovi privilegi, la fame di denaro e di gloria da ottenere usando l’antica arma ed incassando le cambiali dei torti veri e presunti subiti nel passato. Non si pretenderà che chi colpevolizza dichiari di colpevolizzare, che chi spregia affermi di spregiare, che chi specula confessi di speculare, che chi odia ammetta di odiare.

LA REGINA E’ NUDA
Non raccontiamoci bugie. Molti di noi hanno creduto ai principi dichiarati dal Femminismo. Abbiamo ammirato le belle forme e gli splendidi vestiti della Donna Liberata, che prometteva amore, rispetto, dignità ed onore per tutti, sesso senza denaro, relazioni senza paura, rapporti senza secondi fini, condivisione del potere ma anche delle responsabilità, uguali diritti ma anche uguali doveri, uguale valore ed uguale dignità.
Ci abbiamo creduto. Era l’ultima illusione di una generazione ingenua, l’ultimo Muro che doveva crollare. E’ crollato.
L’incanto si è spezzato.
La Regina è nuda.
R.B.

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