Indumukhi Iriana: “Le mie esperienze spirituali” – Racconto presentato al Concilio sulla Spiritualità Laica di Monteorsello di Guiglia

Cari amici, attendevo con grande entusiasmo questo interessante convegno (Concilio sulla Spiritualità Laica – http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.it/2013/06/concilio-sulla-spiritualita-laica.html)
e sopratutto il compleanno della nostra cara Caterina. Ma purtroppo per motivi di trasloco ad un’altra città, non riesco ad esserci con tutti voi. Mi è stato chiesto di scrivere 2 righe sul mio cammino spirituale, che comunque non è che appena iniziato.

Ho provato a scrivere tutto ma in 2 righe non ci sta, nemmeno in 2 pagine , per ciò non mi fermerò sui dettagli. Sono stata una bambina cresciuta in città ma anche in campagna. Le domeniche aiutavo mia nonna a spelacchiare i conigli per aggiungere la carne nella paella (sono valenciana).

Anche se dentro di me avevo dei pensieri profondi, questi non sbocciavano più che nei disegni che mi piaceva fare quando ero da sola. Del resto ero come tante altre ragazze: cercavo il divertimento bevendo, fumando, e mangiavo animali come una cosa normale. Nel 2003 mi trasferii in Italia e niente era cambiato anche se l’arte e l’archeologia qui mi portavano lontano nel tempo ed iniziavo ad interessarmi di cose più costruttive e meno distruttive ehehe. Nel 2009 la mia vita diede il giro definitivo. Feci un viaggio all’antica Avalon in Inghilterra ed alloggiai senza saperlo in un ashram di devoti. Li conobbi persone, musiche e preghiere che non avevo visto in vita mia, tutto con un marcato accento orientale.

Fui invitata ad un festival in Italia (che fortuna, abitavo proprio qui) ed anche se non potete rimanere piu di un weekend, devo dire che fu il weekend più magico e miracoloso della mia vita. Senza sapere cosa era un Gurudeva o chi era Krishna o Radharani, fui spinta a prendere iniziazione. Dopo inizio un periodo di prove molto dure per me, dato che pagai un prezzo caro per ottenere ciò che era più prezioso: una relazione fra me e Dio. Grazie a questa iniziazione, visitai un tempio in Spagna dove lasciai la mia mail per ricevere la mailing list.

Poco tempo dopo, ricevette un invito per un weekend ad Assisi, in compagnia di un signore che io non avevo mai visto ne sentito parlare. Una frase attirò la mia attenzione: “ultimo discepolo vivo di Gandhi”. E cosi mi dissi, ok, non conosco ancora Assisi, deve essere bella, ci vado. Ed incuriosita ci andai a quel weekend dove incontrai il mio secondo maestro, anche lui indiano, ma con cui mi trovavo sinceramente, grazie al suo sorriso ed alla sua dolcezza, molto più al mio agio.

Ricordo che fu un weekend bellissimo, dove mi venne chiesto di tradurre simultaneamente per un gruppo di spagnoli. Cosa provai quando sentii le parole di quel piccolo uomo che sorrideva tutto il tempo, simile al nanetto della Guerra delle Galassie, che non voleva baciamani ne sedersi su nessun palco ne nessuna classe di ammirazione ne essere chiamato Maestro?? Semplicemente, trovai me stessa. Fu come trovarsi davanti ad uno specchio. Non me stessa perché sono al suo livello (neanche in 1000 vite lo sarò), ma me stessa perché tutte le realizzazioni che avevo maturato nei miei anni, erano li, ed sbocciavano dalle sue labbra in forma di parole, e dalle sue mani in forma di libri.

E tutto ciò usciva da un solo posto: dal suo cuore. Poco tempo dopo, lui decise di aprire una casa editrice e mi chiese di tradurre i suoi più di 40 libri allo spagnolo, ed il primo fu già pubblicato prima che lui lasciassi il corpo. Ed allora mi trovai in un bivio: Seguire le rigide regole del gruppo vasihnava o amare Dio in forma libera ed spontanea senza parafernalie? Soffrii di nuovo un duro periodo di pensieri opposti. Ma il tempo tutto aiuta, e finalmente ho potuto inserire ogni pezzo nel suo posto. Soltanto dopo un tempo, ho potuto capire, che anche se il mio Gurudeva mi impauriva con i suoi occhi blu come il giaccio, era necessario conoscerlo, perché grazie a lui conobbi Krishna, mio marito e lui era la chiave per aprirmi la porta per quel invito ad Assisi. Senza lui e senza quel magico weekend a Venezia, non avrei mai conosciuto poi il mio maestro di vita. Ho capito che non c’era nulla d’abbandonare, ma tutto da accogliere.

Ho capito che Dio è Uno, e che gli insegnamenti di tutti e due possono inserirsi nella mia vita e non sono opposti fra di loro. Il mio Gurudeva, Narayana Maharaja, lasciò il corpo il 29 dicembre dell 2010. Padre Anthony se ne andò con 96 anni, 1 anno dopo, il giorno del suo amatissimo San Francesco. Ringrazio tutti e due a cui tengo sempre molto presenti, e ringrazio Dio per avermi dato l’opportunità di soltanto in 1 anno, aver conosciuto queste elevate anime ed aver potuto ricevere le indicazioni per la giusta strada. Prego ogni giorno perché non mi abbandoni. La vita dei devoti, è come il filo di un rasoio, si rischia sempre di cadere. Ma ho capito da me stessa, che quante meno limitazioni ci creiamo e quanto più libera è la nostra forma di amare Dio, meno rischio c’è di cadere, oppure più bassa è la caduta.

Del resto, e di tutti i miracoli che mi sono capitati dandomi prova del Guru e di Dio, inspiegabili alla coscienza umana, non sto a raccontare perché sarebbe troppo lunga….ed spero che non si fermino mai di sorprendermi.

Ma comunque spero di aver potuto trasmettere un pezzettino di quella magia e quel intusiasmo che ho vissuto in quel anno fugace ed importante della mia vita, il 2009.

Come dice Padre Anthony: “Non dire questo è mio perciò è una verità, ma devi dire, questo è una verità, perciò la faccio mia”.

Caterina e Paolo, grazie per il vostro invito e la vostra amicizia, e buon compleanno cara. Ed adesso….andiamo AVANTI cari!

Sempre uniti nell’Uno senza secondo, un abbraccio dal cuore,

Indumukhi Iriana

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