Milano da bere (e da mangiare): Via Solferino 28… in vendita – Ed un altro pezzo di storia finisce in “liquidità….”
Via Solferino 28 – Milano da bere (e da mangiare)!
Quando si vendono i simboli, e il palazzo di via Solferino (un museo) lo è, si svende la nostra storia. Il tutto nel silenzio del sindaco di Milano e delle cosiddette istituzioni intente a occuparsi della cementificazione continua della città. Il blog è dalla parte dei dipendenti del Corriere (augurandogli di depurare il giornale dai pennivendoli e dai pescecani). La nostra formazione storica Usn-rsia non ha prezzo.
Dal comunicato sindacale del Corriere della Sera:
“Il gruppo Rcs è oberato da debiti per scelte del recente passato (vedi acquisto in Spagna del gruppo Recoletos a valori esorbitanti). I nostri concorrenti, in Italia e nel mondo, galoppano, noi siamo fermi. Nell’ultimo incontro con l’amministratore delegato l’11 settembre, per discutere di come rispondere alla sfida dell’innovazione tecnologica, Il manager si è presentato prospettando la vendita dell’intero immobile del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport senza alcuna logica economica.
L’intenzione è vendere in blocco un immobile collocato nella zona più costosa di Milano (Garibaldi-Moscova-Solferino) al fondo americano Blackstone a un prezzo largamente inferiore, per poi riaffittarne una parte a prezzi di mercato, quindi altissimi. In questo modo l’azienda otterrà il classico piatto di lenticchie per aver svenduto la sede storica di via Solferino 28, lo specchio di un’identità che ha oltre 100 anni di storia”.
Il corteo funebre che conduceva Montanelli al cimitero subì un’improvvisa e lunga deviazione. Un suo amico e collega (credo Gaetano Afeltra) disse: “Passate per via Solferino”. E l’autista obbedì…
Dal Blog di Beppe Grillo
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Commento esplicativo di Antonio Pantano:
….GRILLO non conosce il precedente storico del 1928-1929. L’amministratore di Corsera del tempo, Eugenio Balzan, “operò bene” per far passare di mano la proprietà. Fu “compensato” dai transattori, e si ritirò a vivere in Svizzera in alberghetto 3 stelle il frutto della transazione. Vita modesta, fino alla morte. Ma nel 1953 il governo svizzero fece pagare all’unica erede figlia di Balzan (che aveva vissuto miseranda vita da modesta insegnante in Itala) 75 miliardi di lire (importo astronomico del tempo; lo stipendio medio d’un impiegato era di 30.000 lire mensili!) di “successione”. Conducendo l’erede a 10 successivi anni di deliquio, fino alla follìa manicomiale, per la gestione di un patrimonio finanziario IMMENSO, che produsse, “gestito dal CAPACE massone Spadolini”, al vigente multimiliardario biennale/quadriennale premio BALZAN, gestito ora dagli AFFARISTI banchieri apolidi, con agenzie anche in Italyland. (A.P.)