Capracotta (Isernia) – Sbattezzo di Ermanno D’Andrea per protestare contro il parroco “accusato” di deturpamento paesistico e monumentale e dilapidazione di beni ecclesiastici

Ante Scriptum

Caro Paolo, valuta questa notizia e se è il caso di pubblicarla. Riguarda il fratello di Antonio D’Andrea, Ermanno, che ha deciso di sbattezzarsi come segno di protesta contro una decisione del parroco di Capracotta….. (vedi sotto). Un abbraccio, Michele

Mia rispostina: “Immagino si tratti di quella bella chiesa a strapiombo sulla valle che visitai durante il mio passaggio a Capracotta due anni addietro… Ma questo prete è veramente così poco amante della natura? Evidentemente non ha letto gli inegnamenti del santo cristiano Bernardo di Chiaravalle che lasciò scritto: “Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce t’insegneranno le cose che nessun maestro ti dirà.” E persino un ebreo, Claude Lévi-Strauss, sentenziò: “Da aperta che era un tempo, l’umanità si è sempre più rinchiusa in se stessa. Tale antropocentrismo non riesce più a vedere, al di fuori dell’uomo, altro che oggetti. La natura nel suo complesso ne risulta sminuita. Un tempo, in lei tutto era un segno, la natura stessa aveva un significato che ognuno nel suo intimo percepiva. Avendolo perso, l’uomo di oggi la distrugge e con ciò si condanna.” .. Fa bene a sbattezzarsi Ermanno, suggerisci ad Antonio di fare altrettanto, chissà che il parroco non ci ripensi…. Ciao, Paolo D’Arpini”

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Ed io mi sbattezzo….

In polemica col parroco di Capracotta che sta costruendo la casa canonica a ridosso della Chiesa Madre, l’imprenditore Ermanno D’Andrea ha chiesto di essere cancellato dal registro dei battezzati della sua comunità e il suo esempio sta contagiando parecchi suoi concittadini

A Capracotta, da qualche tempo, è in corso una battaglia che sta assumendo toni sempre più inquietanti. La questione al centro della disputa riguarda in definitiva la tutela dei beni culturali e del patrimonio pubblico, oltre che l’utilizzo oculato delle risorse che appartengono alla comunità; i contendenti sono il parroco del paese Don Elio Venditti ed Ermanno D’Andrea, imprenditore metalmeccanico attivo in Lombardia ma nativo di Capracotta, del quale reiterate volte si è occupato il Sole 24 ore, segnalando il suo gruppo come una delle eccellenze produttive del nostro Paese e che da circa un decennio, per affezione, è tornato nella sua terra e fra la sua gente, realizzando progetti di smagliante innovazione. Va inoltre sottolineato il suo ultradecennale impegno umanitario ed economico per l’Africa, dove ha finanziato l’edificazione di scuole e di attività produttive. I progetti realizzati o in via di completamento nel Molise, fra Castel del Giudice e Capracotta, in settori differenti, hanno creato occupazione per almeno un centinaio di persone.

A Capracotta, Ermanno D’Andrea è stato promotore e finanziatore, con la collaborazione del Comune e di alcuni cittadini, della realizzazione della Casa di Riposo per Anziani, la cui gestione offre opportunità di lavoro a diversi giovani; ma proprio nel suo paese natale, l’imprenditore, già all’epoca della realizzazione della Casa di Riposo per Anziani, è entrato in rotta di collisione col parroco, che forse non ha visto di buon occhio il suo attivismo filantropico che mirava tra l’altro a ridare vita a strutture destinate col tempo al deterioramento. Don Elio rivendicava per la parrocchia una quota proprietaria del fabbricato che ospita la Casa di Riposo, il quale apparteneva interamente al Comune, come è stato finalmente certificato. La pretesa del parroco però ha funzionato ostruzionisticamente riguardo alla realizzazione del progetto che è stata ritardata di un paio d’anni, con notevoli intralci e spreco di risorse economiche di cui si è fatto carico Ermanno D’Andrea.

Il casus belli attualmente in corso è stato originato dalla costruzione della casa canonica che Don Elio Venditti sta edificando a ridosso della chiesa parrocchiale dell’Assunta, in un’area che fino a dieci anni fa era verde, trasformata in zona edificabile dall’Amministrazione comunale dell’epoca.

La nuova canonica, che ha inopinatamente ottenuto anche il permesso della Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici, copre alla vista una parte della facciata dell’edificio di culto e utilizza (per il solo primo lotto) circa ottocentomila euro dell’otto per mille, concessi alla parrocchia di Capracotta dalla Curia Trivento.

L’iniziativa edile di Don Elio Venditti ha incontrato anche l’opposizione dei parroci della zona, che si sono riuniti più volte e hanno fatto rilevare come sia inopportuno costruire un edificio ex novo, in un comune in cui molte case sono in vendita e non trovano acquirenti. Per comprendere fino a che punto la nuova struttura di ricetto del parroco costituisca un’opera d’impopolare dilapidazione, basti pensare che nel dopoguerra Capracotta contava 4.500 abitanti e nella canonica annessa alla chiesa, oltre al ministro di Dio, abitavano altri sette suoi familiari; la nuova struttura appare dunque come uno spreco inopportuno se si considera che adesso, per effetto dell’emigrazione, il comune altomolisano è ridotto di fatto a circa 800 abitanti.

L”attuale sindaco di Capracotta, con una nota inviata al parroco di Capracotta, alla Curia Vescovile di Trivento ed alla Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici del Molise, ha auspicato che venga valutata l’opportunità di una sospensione dei lavori, per favorire un sereno confronto con coloro che hanno espresso contrarietà al progetto in via di realizzazione attraverso una petizione popolare che ha raccolto già duecentocinquanta sottoscrizioni.

Ma la protesta più impegnativa e singolare l’ha messa in opera Ermanno D’Andrea che con un’istanza al parroco di Capracotta, lo scorso 21 agosto, ai sensi dell’art. 145 del decreto legislativo 196/2003, ha chiesto di essere “sbattezzato”, in modo da non essere più considerato aderente alla confessione religiosa denominata “Chiesa Apostolica Romana”, in polemica con un comportamento che dal suo punto di vista dilapida le risorse dei fedeli che potrebbero essere utilizzate per loro necessità più impellenti, oltretutto affatto in sintonia con gli insegnamenti e gli esempi reiterati di Papa Francesco.

La richiesta di “sbattezzamento” ha immediatamente fatto il giro della piccola comunità e l’esempio di D’Andrea sta spingendo altri suoi concittadini a chiedere di essere cancellati dall’elenco dei battezzati di Capracotta a loro volta. Un caso degno del miglior Guareschi, ma che assume le connotazioni di un Molise in transizione profonda, al punto da sacrificare il sentimento di sottomissione all’autorità e alla religiosità corrente, in nome di un sentimento civico coraggioso e indipendente, indispensabile per far compiere alla nostra comunità il salto verso la modernità del quale ha bisogno più di ogni altra cosa.

Antonio Ruggieri

(Fonte notizia: http://www.ilbenecomune.it)

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