Radiouno… Qui Radio Tirana
Quando ero “giovane” ascoltavo spesso di notte Radio Tirana. Mitica emittente che allietava con le “benemerenze” del regime comunista di Enver Hoxha le notti insonni dei compagni (maoisti e non) italiani e di tutto il Mediterraneo. I quali,attendendo la “rivoluzione permanente”,si preparavano alle dure battaglie del mattino seguente infervorandosi alle parole (tradotte) del leader ed alle opere dei suoi discepoli.
Dall’Albania giungevano le “dritte” su cosa fare in Italia e su “come” farlo.
Pensino i lettori…, pure io credevo fosse vero. E,come la tattica controrivoluzonaria insegna,cercavo di comprendere “tra le righe” cosa e quando sarebbe successo.
Esperienza comunque utile visto che,fino alla morte dello stesso dittatore (1985),incamerai nella mia mente,già confusa di proprio,pure dati relativi al collettivismo albanese,a quello cinese ed ai mali (reali) del capitalismo occidentale.
Oltre, rassicuro i più giovani, l’immancabile universale fedeltà all’antifascismo.
Ricordo pure,con nostalgia,l’intercalare delle “musiche balcaniche” mirabilmente citate da Franco Battiato.
Che c’entra allora Radiouno? Espressione del “servizio pubblico” della democraticissima repubblica italiana ?
A prima lettura niente,specie per la lontananza temporale esistente.
Ma,analizzando bene il paragone non è tanto ardito.
La Rai,e conseguentemente Radiouno,è la concessionaria unica del servizio pubblico. Formalmente una S.p.a. (concessione al liberismo) interamente partecipata dai cittadini TUTTI per quanto riguarda le ingentissime spese. Attraverso il canone obbligatorio e le tasse per ripianare il deficit.
Come lo Stato la controlli è noto a tutti: attraverso i partiti che vi piazzano persone di fiducia.
La Radio, che raggiunge costantemente milioni di ascoltatori pure in movimento,assolve quindi una funzione importantissima. Martella,ora dopo ora,quanti la seguiamo con argomenti ed ospiti scelti dai conduttori e direttori di rete. Insindacabilmente.
Se al partito unico di Hoxha sostituiamo il regime della partitocrazia imperante in Italia, diventa tutto piú chiaro.
A Radiouno (cito questa rete per la diffusione di ascolto ed abilità dei conduttori) da Primaditutto fino a Zapping.zero è un susseguirsi incessante di politici e loro sodali. Ministri,deputati,senatori,presidenti di regione,assessori,consiglieri e sindaci non fanno altro che alternarsi tra Radioanchio, Start, Baobab e simili assieme ad una pletora di illustri ospiti. Giornalisti (delle maggiori testate),professoroni illuminati (peccato le università italiane siano tra le ultime nel mondo),opinionisti esperti in tutto e per tutte le stagioni.
Di maggioranza (quella al momento) e di opposizione,vero.
Ma proprio qui risiede l’inganno per gli ascoltatori piú o meno consapevoli.
Sono sempre e soltanto personaggi espressione dei partiti. In ogni caso che si riconoscono in QUESTO sistema partitocratico.
Nessuno spazio,nessuna menzione alla oltre metà degli italiani che alle ultime elezioni per i sindaci NON hanno votato.
Niente diritto di parola,nessuna richiesta di opinione. Per RadioTiranauno NON ESISTONO.
Guai ad invitare un euroscettico,un astensionista motivato,un direttore o giornalista delle centinaia di testate libere esistenti in rete.
Per gli alfieri del partito unico della partitocrazia si deve parlare soltanto di Napolitano, Berlusconi, Letta, Renzi, Grillo, Monti e della loro corte dei miracoli.
Gente che blatera mattina e sera mentre si sprofonda sempre più nella melma del sistema.
Una differenza, a ben pensarci, c’è.
Radio Tirana si ascoltava (con difficoltà) di notte. Radiouno (e la Rai) trasmette per 24 ore. E, essendo monopolista del servizio pubblico, non è possibile scegliere altro.
Grazie per l’attenzione.
Vincenzo Mannello