Essere vegetariani senza esserlo….
Mea Culpa…
Sono dispiaciuto della piega che la discussione sull’alimentazione e sul rapporto uomo animali ha preso nel blog “Riconoscersi in ciò che è” messomi gentilmente a disposizione da AAm Terra Nuova (ma non personalmente da me gestito)…. vedi: http://www.aamterranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Essere-vegetariani-senza-esserlo.
Ho visto il tono e l’inconsistenza di numerosi commenti apparsi sotto al post menzionato e di altri commenti ricevuti a mezzo mail e confesso che sono rimasto “basito”….
Per me che sono vegetariano ed animalista da oltre quaranta anni non pensavo che la foga ideologica assumesse tale virulenza sino a completamente dimenticare la “decenza” ed il rispetto fra esseri umani. Altro particolare agghiacciante è che da una parte c’è una persona identificabile con nome e cognome e dall’altra una serie di “troll” con nick name che si possono permettere di vomitare insulti impunemente. Questo è grave…
L’ideologia vegana porta a questo rancore? L’amore per gli animali porta all’esclusione dell’umano?
Sicuramente il problema risiede nel vincolo ”ideologico” che è alla radice di una scelta evidentemente non corrispondente alla propria natura. Se fosse corrispondente alla propria natura non porterebbe a simili risultati malsani, risultati che vediamo spesso manifestarsi anche in atteggiamenti estremisti religiosi, come nel caso di cristiani, ebrei, musulmani, fondamentalisti ed ottusi.
Peccato, questa mancanza di equanimità e di capacità di esprimere le proprie idee e raccontare le proprie esperienze di vita in un percorso evolutivo non rende merito a diversi animalisti che qui si sono espressi.
Strano che questo breve scritto di Caterina, che potrebbe essere quasi considerato un appunto, un commento aggiuntivo ad un suo precedente articolo sullo stesso tema e sullo stesso blog di AAM TN sia stata la causa scatenante di una alzata di scudi vegana… (vedi post: http://www.aamterranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Rapporto-con-gli-animali-e-alimentazione-bioregionale) In esso le idee di Caterina sono espresse in forma molto chiara e non meno ”provocatoria”. Invito a rileggerlo.
Chiedo pubblicamente scusa a Caterina per averla trascinata in questa diatriba che le ha causato disagio e vergogna e mi auguro che la sensibilità che dovrebbe contraddistinguere persone eticamente sensibili (come esse si dichiarano) emerga anche nei lettori di questo blog. Un’amica privatamente mi ha scritto: “..mi torna in mente una citazione che forse risulterà utile a sintetizzare il tutto: Tutti coloro i quali cercano di modificare controllare o sovvertire una idea morale attraverso un’altra idea morale limitano se stessi e nello stesso tempo limitano tutti gli altri….”
Paolo D’Arpini
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Commento ricevuto da Freccia 45: “Se c’è una cosa che accomuna umani e animali è la sofferenza e non è prescindibile all’una o all’altra specie; per cui chi pensa che la morte nei macelli non sia dolorosa si sbaglia! Non esiste la compassione nella morte, per gli animali costretti negli allevamenti intensivi la morte è la loro liberazione!”
Mia rispostina: “Cari amici di Freccia 45, sono perfettamente consapevole di questa verità…. e da molti anni (sono vegetariano dal 1973)… ho vissuto in prima persona la lotta contro la crudeltà gratuita soprattutto verso gli animali da macello, quelli degli allevamenti intensivi in particolare. Vorrei farvi sapere che il nostro Circolo Vegetariano sin dai primi anni ‘80 del secolo scorso si è battuto per l’equiparazione degli erbivori agli animali da compagnia, con una specifica petizione presentata anche alla Presidenza della Repubblica. Però nella società presente bisogna cercare di ottenere dei risultati concreti per gradi… altrimenti non si ottiene nulla. Andiamo avanti nella campagna per l’equiparazione di tutti gli esseri viventi (salvando le caratteristiche proprie di ognuno) e cerchiamo sponde per entrare nelle pieghe della società…. senza creare barriere insormontabili fra membri della società civile e senza creare “categorie di buoni e cattivi”. Buon lavoro in tal senso”
Per fare chiarezza sul mio sentire in merito agli allevamenti intensivi:
Il 70% delle terre coltivate viene utilizzato per nutrire gli animali da allevamento. Il 50% dell’acqua potabile dell’intero pianeta viene usata per gli allevamenti. 1/3 del petrolio e delle materie prime viene bruciato nel ciclo produttivo della carne (agricolo-allevamento-lavorazione-distribuzione). Il 50% dell’inquinamento e dell’effetto serra è causato dalle deiezioni degli animali da allevamento. Nessuna attività umana contribuisce in modo così determinante alla distruzione di foreste per far posto agli allevamenti…” – Continua con commenti: http://retedellereti.blogspot.it/2013/07/essere-vegetariani-senza-esserlo.html
Come pure invito a leggere un articolo che tempo fa scrissi sulla mia visione riguardo alla ”differenza” tra una dieta naturale ed una ideologica: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2012/09/26/vegani-o-vegetariani-il-tema-dellalimentazione-naturale-senza-ipocrisia-e-finzione-etica/
Paolo D’Arpini
Circolo Vegetariano VV.TT.
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Commento di Roberto Anastagi:
Caro Paolo ma sopratutto cara Caterina
Sono senza parole dopo aver letto tutti quei commenti perché non avrei mai creduto che in Italia ci fossero tante persone che vogliono fare a meno di tutti i nostri meravigliosi formaggi e rinunciare anche al consumo di uova e che seguono questo indirizzo con così tanta aggressività.
Mi risulta che gli uomini siamo onnivori e perciò è previsto che mangiamo anche carne.
Sono d’accordo che ognuno è libero di pensare e fare quello che desidera ma non è sicuramente giusto insultare quelli che non la pensano come loro.
Non conoscevo neppure il significato della parola vegano perché in India avevo capito che esistevano vegetariani che si limitano a non mangiare la carne e che sono la grande maggioranza e altri che non mangiano nessuno dei prodotti derivati da gli animali.
Da ieri sera mi sono chiesto diverse volte quale può essere la ragione che fa diventare un così gran numero di italiani ad essere vegani.
Normalmente sono bravino a scoprire le ragioni di fondo delle persone ma in questo caso non sono riuscito a darmi una risposta.
Molti che rifiutano la carne è perché sono stati costretti da piccoli a mangiare carne che in Italia è spesso molto dura.
Io mangio carne sopratutto solo quando sono invitato o sono in un ristorante dove tutti i piatti hanno la carne ma sicuramente preferisco verdure e frutta.
Da un punto di vista etico non so bene cosa dire ma mi viene da pensare ai gatti che fanno soffrire al massimo tutte le loro prede e fanno parte di questo creato.
Ritengo che la sofferenza è uno dei principali mezzi per stimolare l’evoluzione delle speci, evoluzione che sicuramente fa parte del progetto di questa creazione.
Mi dispiace per Caterina ma cerchiamo di prendere questa esperienza come qual’cosa che non conoscevamo e che abbiamo imparato. Un abbraccio a tutti e due