Esperienze disgraziate con le banche mentre i sindacati dormono…. – Fallimenti delle imprese e la loro socializzazione
Sono uno delle migliaia di imprenditori fallito ingiustamente nel lontano 1994 con circa 30 dipendenti regolarmente assunti. Con una esperienza di circa 20 anni di attività sempre in crescendo, versando regolarmente contributi e tasse ai vari ENTI e pagando alle varie banche le normali linee di credito che ammontavano a circa il 10% del fatturato emesso. Nel 1987 Fallirono tre nostri clienti importanti di dimensioni industriale medio /grandi. Per la prima volta la nostra azienda si trovò in gravi difficoltà economiche, a causa dell’ammanco Finanziario e che le notevoli somme finanziarie venivano trasferite giudizialmente nei CHIROGRAFARI.
Perché non esiste una legge sui fallimenti per le aziende e le persone oneste?
Perché le banche, anziché intervenire in aiuto finanziario alle aziende ingiustamente colpite, da simili disgrazie fallimentari, di alcuni clienti senza scrupoli, al contrario le filiali bancarie chiudono i rubinetti delle linee di credito.
Risposta di alcuni direttori di filiali bancarie : “Spiacente ma la banca compra
e vende danaro, tutti gli altri
problemi di qualsiasi natura a
noi non interessa.”
E i sindacati (tutti) cosa fanno per migliorare la legge fallimentare che colpiscono ingiustamente le aziende con ETICA oneste ??? E la loro socializzazione???
In attesa di soluzioni porgo distinti saluti
Leonardo De Carlo (Torino) – leodec@hotmail.it
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Appello alle istituzioni
Segr. Susanna Camusso, segreteria.camusso@cgil.it
Segr. Raffaele Bonanni, segreteriagenerale@cisl.it
Segr. Luigi Angeletti, info@uil.it
Che fa il Sindacato di fronte al continuo fallimento di piccole e medie imprese in questi anni di crisi?
Si leggono cifre spaventose come 55.000 imprese perdute, 550.000 lavoratori senza più lavoro e salario.
Che fa il Sindacato per queste imprese?
Nella grande crisi argentina del 2001, specie per le piccole imprese che fallivano il grande rimedio è stata la socializzazione, imprese che fallivano venivano prese in proprietà e gestione dalla comunità di lavoro
in solido, in un’azione solidale, le imprese sono state socializzate.
Ciò è avvenuto in misura significativa per l’Argentina, paese non molto industrializzato (il 16% del PIL nel 2001), almeno 15.000 lavoratori hanno salvato il loro posto e con questo la produzione. Inoltre questa esperienza si è diffusa in altri paesi: Uruguay, Brasile, Venezuela.
Perché in Italia questo non avviene?
Perché in questi fallimenti giornalieri nessuna impresa è stata socializzata?
Perché non si parla di questa soluzione? Che fin dall’800 è la grande soluzione proposta dal movimento operaio, dal socialismo, dal comunismo per battere il capitale, il grande avversario di una società giusta e prospera?
Che fa il Sindacato?
Prof. Arrigo Colombo
arribo@libero.it