Orazio Fergnani: “Il teorema della cipolla: signoraggio bancario, finanza mondiale, moneta debito, usura bancaria, stato succube… etc. etc.”
Come tutti sanno, o dovrebbero sapere… ma al 99,99% è dato più che certo che non lo sa…. È stato convenzionalmente stabilito in tutti i maggiori consessi internazionali, e recepito da tutti gli organismi monetari internazionali … e ovviamente anche dagli Stati… che la moneta dal 15 agosto 1971… non è più convertibile in oro… ma da allora la moneta/banconota assume ed integra in sé il valore del bene/servizio scambiato… il dollaro vi si è adeguato come prima divisa… e tutte le altre a seguire con una serie di regolamenti – capestro….. che qui non è il caso di evidenziare..
Quindi oggi è dato assodato ed incontrovertibile che la moneta/banconota in
sé non ha alcun valore, ma dato che essa è uno dei termini di scambio
negoziale e serve come simbolo del valore si da per scontato che integra ed
introietta in sé il valore del bene scambiato…
E’ ormai assodato e pacifico il ragionamento sopra detto, la moneta è solo
un misuratore del valore … poi si può disquisire sulla reale essenza … se
sia più giusto l’assunto che alla valenza danno le banche o se sia migliore
la formulazione che dava Auriti che affermava che “la moneta è la misura del
valore …. ed il valore della misura” … o meglio ancora e più precisamente ed
eticamente … “la moneta è la misura del valore del lavoro dell’altro” come
dice AlbaMediterranea….
Qualunque definizione della moneta prendiamo per buona (secondo me sono
tutte valide- ovviamente la migliore è la nostra..), comunque una cosa è
certa che essa assolve perfettamente al suo compito esattamente come lo
assolveva la precedente moneta convertibile in oro…Anzi lo assolve molto
meglio, ma noi semplici cittadini non lo sappiamo…
Ma cominciamo a verificare le palesi e meno palesi differenti o simili
funzioni.
Nel precedente assunto della moneta convertibile avevamo un deposito d’oro
di una precisa quantità che serviva a garantire l’effettivo valore d’acquisto
e quindi di misurazione di quella particolare tipologia di banconota… e c’erano
dei limiti ben precisi e rigorosi a cui attenersi per evitare di cadere
nelle possibili criticità di inflazione, deflazione, flagstazione, etc.,….
Quindi qualunque quantità di merci ci fossero state a disposizione sul
mercato (tralasciando altre più complicate considerazioni), solo un certa
ben precisa quantità di questa avevano sufficiente quantità di controvalore
in moneta garantita dai depositi d’oro delle banche centrali…
E quindi pure se ci fosse stata maggiore quantità di merci disponibili sul
mercato, queste merci sarebbero andate invendute… in quanto non esisteva
pari contropartita monetaria .. e non cera alcuna interrelazione fra le due
entità dello scambio (merci – denaro/moneta) a meno di creare moneta
virtuale, elettronica od altro…
Ne consegue che la quantità di valore del circolante liquido era una somma
ben determinata, certa, quantificata… né più né meno… ed è questo, secondo
me, il motivo dominante per cui si decise di cambiare schema di riferimento
monetario…. Si producevano enormemente maggiori quantità di merci rispetto
alla quantità totale massima disponibile di moneta liquida.
Infatti ora che non c’è più la convertibilità in oro e che la moneta è la
“misura del valore”, o “la misura del valore e il valore della misura”…. O
“la misura del valore del lavoro dell’altro”, come diciamo noi di
AlbaMediterranea … e quindi la moneta assume il suo valore nominale non nel
momento della sua emissione… ma solo nel momento in cui avviene lo
scambio …. ED INTEGRA IN SE’ E RAPPRESENTA IL VALORE DEL BENE IMMESSO SUL
MERCATO…. Lo scenario e la funzione è del tutto diversa… Soprattutto le
“derivate che ne discendono sono davvero inquietanti e foriere di nuove
verità e scenari preoccupanti…
Andiamo con ordine…
Forse qualche squarcio si incomincia a disgelare e qualche atroce dubbio vi
si comincia ad insinuare in mente…
Facciamo bene “Mente locale”….
Dunque, ad esempio …… un tizio va in banca e ritira una certa somma di
banconote… poi va al mercato e compra due quintali di pomodori rossi per
fare la passata” e paga 200 € … l’ortolano che li ha ricevuti il pomeriggio
stesso va dal pastore e compra una pecora che paga sempre 200 € (se fosse
costata di più o di meno l’aspetto della vicenda non cambiava…..) … a sua
volta il pastore va dal meccanico a ritirare il trattore ed utilizza la
stessa banconota da 200 € …. Il meccanico, che è un satiro si procura una
notte di sesso con una mercenaria… la prostituta si cura la persona
facendosi fare un trattamento estetico completo… Il titolare del centro
estetico particolarmente religioso va dal sacerdote e gli fa celebrare una
messa in suffragio dell’anima del padre morto l’anno prima….. etc.,etc.,
etc.,..
Quindi occorre incominciare a fare dei necessari “distinguo” e passaggi
logici :
1) Intanto non mi risulta che sia mai stato codificato da nessuna parte
che la banconota nel regime monetario attuale assuma il valore del bene
scambiato solo la prima volta che si scambia, né mai nessuno potrebbe
sostenere una simile tesi… ;
2) Quando vigeva il regime della convertibilità, come detto, era ovvio
che ad una moneta era vincolata una certa quantità, precisa, fissa,
inalterabile di valore … e quella entità rimaneva sempre, pure la moneta
viaggiando da un detentore ad un altro;
3) Ma se ora la moneta, oltre che misurarla, integra in sé il valore
della merce scambiata…. Questo sta a significare che dall’altro lato dello
scambio c’è una quantità teoricamente infinita da scambiare… che ha il suo
limite solo nelle riserve energetiche, nelle risorse
minerali/naturali/ambientali e nel know-how ….
4) E, come abbiamo visto, una stessa banconota continua ad incamerare
valore di beni, merci, prodotti…. E soprattutto servizi… praticamente
infiniti…. Pur rimanendo la moneta sempre dello stesso valore nominale…
strano.. no?…
5) Ad esempio nella descrizione sopra riportate si sono fatti sei
passaggi di cui due di acquisto di merci, due passaggi di servizi misti e
due di puri servizi.
6) Se fosse valida la definizione che la banconota è semplicemente la
“misura del valore” la banconota sarebbe solo un “metro”, il concetto non è
così limitativo, affatto….
7) Ricordiamoci sempre che la banconota è anche “il valore”…. Non più
il valore dell’oro,, ma sicuramente il valore del frigorifero o della
pecora che ci siamo comprati..
Ne dovrebbe derivare che la banconota alla fine del percorso
dovrebbe subire una mutazione perché il valore dei beni/merci/servizi
misurati dovrebbe essere di 1.200 € e in qualche modo dovrebbe risultare..
.. il che però non avviene …….
9) Quindi, o la moneta euro/dollaro …. o non è quello che ci hanno
dichiarato che dovrebbe essere, oppure c’è dell’altro che non ci è stato
detto…
10) Da considerare inoltre che ad ogni passaggio (in teoria) sottrae dal
valore immesso nel “mercato” dalla banconota da 200 € oltre il 50% che vanno
a finire all’erario sottoforma di tasse e pagamento di interessi sul costo
del denaro emesso dalla B.C.E….
11) Altra considerazione non irrilevante da fare è che il valore delle
merci fatturate è enormemente più alto della moneta circolante…. In questo
caso il sestuplo…
12) E le relative tasse sono il 50% di 1.200… cioè 600 € mentre la
moneta/banconota ha sempre il valore facciale di 200 €!!!…. Cioè a fronte
si una banconota di 200 € si dovrebbero pagare 600 € di tasse!!!..
13) Ma altro aspetto particolarmente inquietante e su cui abbondantemente
riflettere è che praticamente i giochi di questo immane affare lo conducono
le banche in regime di monopolio ed ora da qualche anno anche la gestione
diretta dello Stato.
14) Occorre a questo punto fare qualche puntualizzazione per rendere l’idea
e l’ipotesi in piena sostanza, concretizzarla… Qualche anno fa mi capitò di
leggere una statistica in cui si affermava che una banconota da 10.000 £
prima di essere ritirata per eccessiva usura e rigenerata con l’immissione
di una nuova banconota in sostituzione, …. In un periodo di circa cinque
anni faceva ben 14.000 (quattordicimila) passaggi di mano…
15) Cerchiamo di essere molto parchi e calcolare in difetto, e assumiamo
per buono il dato molto riduttivo che una banconota in euro di medio taglio
faccia solo 1000 (mille) e non quattordicimila passaggi di mano in cinque
anni, … ed essendo che la massa liquida circolante in Italia assomma a circa
100 (cento) miliardi di €/anno … ne deriva che : 100 x 1000 = 100.000
miliardi di € in cinque anni… che all’anno fanno 20.000 miliardi di €….
16) Qui sorgono ribollenti, e vanno espresse chiaramente, una serie di
domande…
a) indiscutibilmente questo valore di beni esiste (come abbiamo visto
sopra all’inizio…), e come abbiamo appena calcolato, se contabilizzati
rappresentano una ricchezza immensa;
b) perché non vengono contabilizzati, visto che esistono?
c) Perché il valore facciale della banconota da 200 € presa in esame
rimane sempre lo stesso e non viene applicato ad esempio una formula
moltiplicatrice del valore (ad esempio presentando in banca le fatture
relative agli acquisti sopra elencati?
17) In pratica le banche (le quali sappiamo essere le uniche “autorizzate”
alla gestione del denaro), lasciando inalterato il valore nominale della
banconota rappresentato nell’esempio da 6 passaggi corrispondenti a 1.200 €
sottraggono ai loro naturali possessori, gli operatori commerciali del
mercato, e quindi per estensione a tutti i cittadini, una ricchezza di
dimensioni ciclopiche….
18) E in un circuito chiuso se qualcuno toglie qualcosa ad una delle due
parti vuol dire che l’altra parte se ne avvantaggia…
19) Dove andrebbe a finire questo valore reale non contabilizzato e
monetizzato?
20) È evidente che solo le banche potrebbero avere interesse ad una simile
manipolazione…. Ma perché le banche lo dovrebbero o vorrebbero fare? … e
quale potrebbe essere il loro vantaggio?… Presto detto… secondo me quella
cifra di dimensioni inimmaginabili, pari ogni anno a dieci volte quantità
del debito pubblico…le banche la usano per i loro sporchi e loschi affari…
Primo fra tutti la possibilità di avere un cespite immenso per realizzare l’emissione
di moneta da fonte certa.
La soluzione…
Come una cipolla quando nasce ha poche pelli piuttosto carnose e spesse,
quando cresce gradualmente aumenta il numero delle pelli ma
contemporaneamente ciascuna pelle si assottiglia di spessore, poi, diventata
adulta e matura all’esterno la sua dimensione e peso si stabilizza, ma all’interno
continua ad aggiungere pelli ….
Fino a che ad un certo punto la cipolla comincia a marcire… non prima però
di avere creato un piccolo germoglio necessario alla sua riproduzione…
Quindi per una sana gestione della moneta come misuratore del valore
attendibile, reale, affidabile …. occorre contare le pellicole della
(cipolla/moneta … Insomma periodicamente, o alla fine della vita della
banconota si vanno a calcolare quante pelli (passaggi riconosciuti di mano)
ha prodotto la cipolla e in un modo convenzionale da standardizzare li si
quantifica… riemmettendone nel mercato economico il relativo valore facciale
monetario e non bancario
Tenendo ovviamente ben presenti le regole del “demourage” anche per quello
che concerne le monete…
Quindi da una parte le monete ad ogni passaggio di mano devono sommare il
valore precedente a quello della transazione in atto.… e tutti quelli
relativi ai passaggi successivi, ….ma dall’altra ….dopo un certo periodo
devono marcire appunto come in entrambi i casi fanno le cipolle.
Follia, utopia, allucinazione, delirio? Rifletteteci bene e riparliamone…
Orazio Fergnani – oraziofergnani@tiscalinet.it