Siria, guerra d’altri – Naman Tarcha: “Non chiamatela guerra civile questa è una guerra tra forze internazionali sulla terra siriana”

Siria. Naman Tarcha: “Ai ribelli islamisti la democrazia non interessa”

SIRIA – Naman Tarcha. Giornalista, conduttore e redattore tv. Nato ad Aleppo in Siria, laureato a Roma. Ricercatore, osservatore, ed esperto di Mass Media e Cultura araba, e dell’area mediorientale. Siriano, cristiano ed emigrante di successo. Ora soffre per la condizione tragica della sua terra natale.

Cosa sta succedendo in Siria?

Non chiamatela guerra civile, ma una guerra regionale tra le forze internazionali sulla terra siriana. La sto seguendo con apprensione, pur essendo emigrato da circa 10 anni ho ancora i miei amici e la mia famiglia e stanno vivendo una situazione drammatica.

Amici “cristiani”?

Si certo, come lo sono io, ma non solo cristiani. Ho amici di tutte le religioni ed etnie. Cristiani, Drusi, Kurdi, Alauiti, Sunniti e Sciiti… La Siria è un mosaico di popoli e di storia.

A partire da Abramo padre di tutte le religioni monoteiste?

Si! Io non c’ero, ma si dice sia passato da quelle parti. (ride, ndr)

Un paese complicato la Siria

Certo. Al Nord c’è la Turchia e la questione Kurda. Ad ovest l’Iraq. A est il Libano e Israele. E a sud la Giordania. La Siria è crocevia di nazioni, religioni, etnie e purtroppo anche di interessi economici.

Petrolio?

Diciamo di si. Più che altro gasdotti e oleodotti, cruciali dal punto di vista strategico. Tra mediterraneo e medio-oriente ed Europa.

È questa la ragione della guerra civile?

Si, uno scontro di poteri, che vanno al di la della Siria. La pretesa di democrazia da parte dei ribelli è solo una scusa. Ribelli manipolati finanziati ed armati dalle forze regionali per interessi, non certo del popolo siriano.

Però in Siria la democrazia non c’è…

È vero. Ma è un clichè diffuso dai media occidentali. La Siria è uno stato indipendente, c’è un parlamento e una costituzione laica e democratica; non c’è mica la Sharia come in certi paesi arabi. Certo il percorso verso la piena democrazia era ancora da percorrere, ma sicuramente non con la distruzione del paese.

Una guerra terribile…

I media occidentali ne parlano poco. Si parla di massacri in termini generici. Senza dire che sono perpetrati principalmente dai ribelli e non dall’esercito siriano…

L’esercito di Assad intende…

No, non è l’esercito di Assad. È l’esercito di tutti i siriani. In Siria c’è il servizio militare obbligatorio, e l’esercito è composto da tutte le etnie e religioni. Non come i ribelli…

..che sono islamisti Salafiti?

Esatto.

Torniamo ai cristiani di Siria

La situazione è drammatica, molti stanno abbandonando il paese. Se prendessero il potere i ribelli sarebbe un massacro.

E il Vaticano?

Hanno lanciato degli appelli, ma deboli. Si può far poco. Finiremo come l’Iraq. E tutti i cristiani scapperanno o moriranno.

E l’occidente in generale?

Il medio oriente è destabilizzato e questo può far comodo a certi. Divide et impera…

Una mossa contro l’Iran?

Si, sopratutto colpendo il cosiddetto Asse sciita che Parte dall’Iran fino al Libano.

E l’occidente cosa dovrebbe fare?

Meno fa meglio è. Bisogna isolare i ribelli stranieri, bloccando armi e finanziamenti,e favorire il dialogo tra il siriani stessi. Solo loro decidono il proprio destino.

Nel senso?

Tutto questo “amore” improvviso verso i siriani mi fa pena. Non sanno nulla della Siria. Parlano a vanvera.. Se sono questi gli amici della Siria ne facciamo a meno.

Non bisogna più dare aiuti ai ribelli

Più che aiuti, i ribelli ricevono armi ed è una vergogna!

Ma se Assad se ne andasse sarebbe tutto più facile

No, non centra nulla. I siriani difendono lo Stato siriano! i ribelli islamisti vogliono il potere. Per loro e solo per loro. Vogliono la sharia e il califfato islamico. Ma in Siria non stiamo parlando di una dittatura/monarchia come in certi paesi del Golfo.

A proposito di democrazia: nemmeno la Turchia è tranquilla

Certo il problema non è il parco del Gezi, ma la politica fallimentare interna ed esterna di Erdogan, che si propone come modello da seguire. Il vero fallimento è la politica di “riconciliazione” con il Kurdistan. Non si possono abbracciare i kurdi della diaspora e perseguitare quelli “in casa”. È un controsenso..

Dunque Assad vincerà?

Non lo so. La questione è aperta. Le minoranze (alauiti, cristiani, sciiti, drusi…) sono schierate con lui, ma anche molti sunniti non simpatizzano per i ribelli.

Perché?

I ribelli sono un’accozzaglia di invasati. Niente a che vedere con i siriani che sono istruiti e tolleranti. Posso aggiungere una cosa?

Certo.

Non siamo terzo mondo. Abbiamo ospedali di qualità e università gratuite e di livello dove si forma la classe dirigente. Non abbiamo mica bisogno di questi ribelli. E vi racconto un’altra cosa sui ribelli..

Cosa?

I primi tempi della rivolta cantavano così: “I cristiani a Beirut e gli Alauti nella tomba”. Secondo voi è gente che vuole la democrazia?

No.

Infatti, ma ormai in occidente sono state dette troppe balle. Prima si è detto che erano manifestazioni pacifiche. Poi si è ammesso che c’erano armi (ma solo per difesa) e poi ancora si è scoperto che non si trattava di armi di difesa… razzi, mortai, bombe e quant’altro.

Imbarazzo in occidente?

Certo! Basti pensare che la prima richiesta dei ribelli portatori di libertà e democrazia è stata quella di revocare il divieto del Burqa nelle scuole universitarie.

Perché in Siria c’è il divieto del Burqa?

Certo siamo un paese a maggioranza musulmana, ma laico ed è per questo che trattiamo le donne con rispetto. E le ripeto la prima richiesta dei ribelli era tesa a reintrodurre il burqa nelle scuole. Un primo passo verso l’islamizzazione della società…

La primavera araba…

Diciamo che è peggio dell’inverno, non solo in Siria, ma anche nel resto del medio oriente. L’Egitto , ad esempio, sta scoppiando. Ed è finito nella mani dei fratelli musulmani. E voglio vedere cosa capiterà nelle manifestazioni dei prossimi giorni. Si attende il disastro, purtroppo. In Tunisia non si capisce se comandano i salafiti o i rivoluzionari. E in Libia continuano ad ammazzarsi tra tribù. Io non voglio questo per la Siria.

E cosa vorrebbe?

Vorrei pace e democrazia. Una democrazia che si ottiene tramite la pace e non tramite le ribellioni violente. Una rivoluzione senza valori è solo barbarie e caos.

Ma Assad è un feroce dittatore che sta perpetrando dei massacri..

Tutto falso. Prendiamo il massacro di Hula. Si è detto che era opera dell’esercito, ma non è vero. Sono stati i ribelli. E lo ha confermato l’ONU. Poi si prendono le foto delle tragedie in Iraq e si spacciano per foto della Siria.

Ribelli che ingrossano le loro fila anche grazie ai volontari occidentali

È una storia incredibile e se ne parla troppo poco. Giovani ragazzi europei vengono indottrinati nelle moschee “europee” e poi spediti in Siria a combattere. Vengono dall’Italia, dal Belgio e da altri paesi… Le liste di persone non siriane che vanno a combattere in Siria sono lunghissime. In particolare dalla Cecenia..

Ma la Siria è musulmana…

La Siria è un Paese laico a maggioranza mussulmana ma è anche il centro della Cristianità in Medio Oriente. San Giovanni Damasceno uno dei Padri della Chiesa cattolica porta il nome della nostra capitale, Damasco. La Siria è e dev’essere di tutti. Di tutti quelli a cui piace un modello di convivenza e di progresso. La Siria non è di questi ribelli islamisti e spero non lo sia mai!

BB – redazione@mattinonline.ch
26 giugno 2013 – 16:22

(Fonte: http://www.mattinonline.ch/)

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