Il principio della “prossimità” – Comunità umana e funzionamento multicellulare
La Prossimità…
Il mondo moderno è caduto nella più subdola delle bugie.
Abbiamo creato un raffinato modello sociale dove al posto della clava, quale strumento di competizione e spesso di sopraffazione, abbiamo posto la concorrenza ed un “libero mercato” inesistente e devastante.
I prossimi anni saranno tutti improntati sulla ricerca di una vera evoluzione sociale dove il principio non sarà quello della “Clava” ma della “compartecipazione”!
Si tratta di una rivoluzione etica e sociale notevole, dove gli effetti e le ricadute sociali ed ambientali saranno sostanziali.
Questo principio può essere sintetizzato col concetto della PROSSIMITÀ, quale termine cardine del futuro prossimo venturo.
La Prossimità sarà sociale, etica, ecologica: sarà il vero principio della reale democrazia umana ed ambientale.
Ma cosa sarà di preciso la Prossimità?
La Prossimità sarà un costume, una cultura, un principio etico, energetico ed economico.
Per comprendere meglio questo concetto pensate alle cellule di un organismo (anche quello umano).
Le nostre cellule sono dei veri e propri organismi viventi che, secondo la linea evolutiva oggi meglio conosciuta “decisero” di mettersi insieme, vicine (se volete: prossime) per meglio scambiarsi gli elaborati (o metabolizzati). Attraverso questo espediente gruppi di cellule si organizzarono in tessuti (come dei macrorganismi) specializzati per svolgere determinate funzioni vitali, spesso uniche ed insostituibili.
In questo aspetto che a prima analisi poterebbe sembrare scontato e forse anche banale, risiede invece un principio essenziale: per svolgere funzioni via, via sempre più complesse, le cellule hanno scelto una prossimità fisica (la loro adiacenza e vicinanza) ma anche una prossimità etica (la sussidiarietà e la subordinazione organizzativa).
In poche parole in natura è già sperimentato e perfettamente efficiente e funzionante un sistema economico basato non sulla concorrenza e sul liberismo senza regole (oggi chiaramente ed evidentemente fallito nella sua applicazione concreta) ma sulla compartecipazione prossima.
La compartecipazione prossima è proprio il contrario del libero scambio senza regole ma un sistema a prossimità concentriche ed organizzative. In tale sistema il modello termodinamico si dispone ad un livello energetico più basso e quindi più efficiente. In poche parole un sistema complanare con quello naturale e quindi ecosostenibile.
Potremmo dire che la Prossimità è un chilometro zero dei principi energetici, etici e morali.
La Prossimità non è contraria alla Globalizzazione ma la filtra, la contiene, la regolamenta.
La Prossimità evita accelerazioni e velocizzazioni energeticamente ed eticamente non convenienti (e per tale motivo sconvenienti e pericolose).
Nel mondo della Prossimità i fattori della conoscenza e della democrazia devono essere concentrici, adiacenti, consequenziali.
La prossimità è l’unica garanzia di un Mondo realmente Democratico. Tale Democrazia deve essere assicurata dalla presenza di piccole cellule sussidiarie, dove i fattori della produzione e della comunicazione devono trasmettersi in maniera consequenziale e sussidiaria. Dove il modello economico non è organizzato su principi di concorrenza ma sui capisaldi della complementarietà.
Come spiegato in un articolo precedente “La differenza sostanziale tra, le teorie economiche della concorrenza pura e dei liberi mercati, e quelle solidali e della sussidiarietà, è che le prime si comportano con il nostro mondo come se questo fosse omogeneo ed indifferenziato. In un mondo omogeneo ed indifferenziato (e a moto perpetuo) esse avrebbero ragione di essere e di sussistere. Ma il nostro mondo non è ne omogeneo ne differenziato (ed immerso in un sistema inerziale); è fatto di cellule differenti che compongono tessuti caratterizzanti ed in essi l’unica politica ed economia valide sono quelle della solidarietà e della sussidiarietà”.
La Prossimità pertanto salvaguarda specificità e peculiarità etniche e territoriali perché sono queste che, attraverso la consequenzialità dei processi, caratterizzano e salvaguardano economie e culture tipiche.
I Principi e le regole della Prossimità devono essere tutti scritti e attuati ma ritengo che la Storia stessa, con la sua evoluzione ed i suoi errori, stia contribuendo a scrivere quella parte del libro che ancora manca per il suo compimento.
Guido Bissanti