Viterbo, città dei papi, e l’origine della sua fama… e la dimenticanza sul “patrono” Alessandro IV

Papa Alessandro IV chi era?

Viterbo – Nei giorni scorsi, tramite Alberto Pichardo, abbiamo saputo che il vescovo di Tivoli mons. Mauro Parmeggiani ha benedetto una epigrafe commemorativa in ricordo di papa Alessandro IV, nella chiesa di Jenne (che rientra nella diocesi di Tivoli).

La notizia poteva anche passare inosservata se non fosse che papa Alessandro IV è stato il pontefice che ha avuto il merito di trasferire a Viterbo la sede del papato e di far vivere a questa città la sua prima, unica e meravigliosa fioritura nella sua storia millenaria.

Ma c’è di più. I viterbesi hanno anche la grave colpa di aver smarrito la sua sepoltura (che Alberto Pichardo sta alacremente ricercando) e la imperdonabile dimenticanza di non aver mai pensato di scrivere un’epigrafe per ricordare questo grande personaggio. Se infatti, Viterbo oggi è una città bella nei suoi monumenti, e ricca di storia, deve tutto a questo papa che, trovandosi in aperta lotta con il senatore ghibellino bolognese Brancaleone degli Andalò, nel 1257 abbandonò Roma e si rifugiò a Viterbo, innescando una sequenza di conclavi e di avvenimenti di livello mondiale che trasformeranno la Viterbo agricola, in una città di importanza europea, con ricchezza di monumenti che ancora oggi possiamo ammirare.

L’antica legge sulla elezione dei papi infatti, stabiliva che il conclave si dovesse tenere sempre nella città dove era morto il pontefice. Così alla morte di Alessandro IV, a Viterbo, nella Chiesa di S. Maria in Gradi fu eletto Urbano IV. E alla morte di Clemente IV, Raniero Gatti divenne il personaggio più impavido e temerario dell’epoca, perché sfidò il potere immenso del collegio cardinalizio, rinchiudendo tutti i membri di tale alto consesso nel Palazzo Papale, dando luogo alla creazione del neologismo conclave da “clausi cum clave”. Poi non contento, visto che non aveva ancora ottenuto l’elezione del successore di Clemente IV, scoperchiò anche il tetto del salone, esponendo i porporati al caldo e al freddo.

Insomma tutte le pagine della nostra storia più bella nascono e si sviluppano qui a Viterbo, per merito di Alessandro IV. E noi per gratitudine che cosa abbiamo fatto? Dal 1257 ad oggi, per circa 757 anni, non abbiamo ancora trovato il tempo e la voglia di ringraziarlo, con una bella epigrafe marmorea che decreti la nostra riconoscenza verso questo papa, e il nostro grato ricordo nei secoli.

Giovanni Faperdue

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