Discorso sulla dieta naturale per l’uomo, nell’ottica bioregionale e dell’ecologia profonda

Quello che segue è un interscambio di lettere fra Paolo e Stefano sulla ipotetica dieta “naturale” che rispecchi la vera propensione genetica ed allo stesso tempo l’armonia fra esseri viventi.

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Caro Paolo, è un fatto che la cena prevista la sera del 22 giugno all’Incontro Collettivo Ecologista 2013 è vegetariana e non avete pensato ai vegani…?! Non è la mia verità… Dunque se vengo ne parleremo di persona… Però come sei bravo tu a svicolare dai problemi non lo è nessuno… Peccato, speravo di poter dare il mio contributo alla Rete ma mi vedo abbastanza escluso… Un abbraccio, Stefano

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Caro Stefano, …nella dieta vegetariana i piatti sono sostanzialmente senza prodotti di origine animale, su quattro o cinque pietanze difficilmente ce ne è una che contiene uova o latte..
Tu avrai da mangiare.. ed anche gli altri.. stiamo nella via di mezzo che è meglio.
La tua non partecipazione alle cose della Rete non è cosa di oggi… risale a qualche anno fa e tale si perpetua. Non per mia volontà, d’altronde tu hai sposato la causa vegana e quella ti interessa.
Non mi piace fare polemiche, non svicolo, cerco di mantenere un rapporto decente, visto i trascorsi di affetto ed amicizia.. Caro Stefano vorrei tanto che il tuo cuore e la tua mente si aprissero ad un dialogo che non fosse solo sul piano delle tue idee preconcette, ma non posso pretenderlo, per questo ti dico se la Terra ed il Cielo lo vorrà…., Ciao, Paolo

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Caro Paolo, guarda che anche io se non volessi mantenere un bel rapporto con te non ti scriverei più…
Non mi mancano certo le cose da fare…
Invece al contrario di quello che dici io non mi sono mai allontanato dalla Rete (magari sì in alcune cose pratiche ma non molte) e invece mi sono e mi sento molto parte integrante come fondatore di cui ancora mi vanto…
Se ho sposato la causa vegana, cioè la causa del rispetto totale degli animali e della loro dignità l’ho fatto in sintonia con l’ecologia profonda e il bioregionalismo che come ormai sta avvenendo sempre di più, dovrebbero riconoscere i loro stessi principi fondatori… E le persone di conseguenza…
Il fatto che tu scriva “cena vegetariana” e non “cena vegana” (che così sarebbe anche per tutti, nessuno escluso), non è un fatto da poco.
E perché scrivi incontro del “Collettivo ecologista” e non della Rete?
Come me tu sei esperto di comunicazione e sai quello che fai, hai paura di inimicarti qualcuno?
Così però ci vanno di mezzo gli animali e la Rete prima o poi una decisione veramente ecologista dovrà pur prenderla…
In qualche modo dovresti avere piacere che io sono qui a contestare e fare il “radicale” (ma non sono più radicali quelli che pensano di poter decidere liberamente della vita degli altri – gli animali?
Lo vogliamo fare un passo avanti nella nostra storia/consapevolezza o no?
O preferisci avere vicino persone (pur simpatiche) che difendono gli animali, poi non sono vegani e inoltre sono anche a favore della violenza (se serve)?
Io il dialogo con te piace averlo e mi piace pure stimolare la rete a riflessioni che ormai mi sembrano inevitabili… O certe cose non si devono dire?
Un saluto, caro fratello, mi piacerà sempre confrontarmi con te… Stefano

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Caro Stefano. Anche se sei vegano, o di un’altra religione, e convinto di avere la verità in tasca come ecologista ti vogliamo bene ugualmente.. D’altronde ecologia sta anche per accettazione dell’altro. Però…. mi sembra di tornare indietro negli anni a quando avevi iniziato a polemizzare con altri membri fondatori della Rete che non erano nemmeno vegetariani… Sembra che tu ce l’abbia con il mondo che non sia il tuo personale.. Guardati dentro e scopri la tua appartenenza alla comune matrice della vita. Pax et Bomum, Paolo

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Caro Paolo,
non è che nella vita ognuno si fa la sua verità… 2+2 fa 4, la matematica non è un’opinione…
Gli ecologisti dovrebbero rispettare la dignità degli animali… Non è una mia opinione, è la verità, una scomoda verità se vuoi… Sì, anche io ho pensato a quei co-fondatori della Rete, loro come ecologisti sbagliavano a non voler accettare una dieta nonviolenta, io non ce l’ho con il mondo che non sia il mio, faccio solo notare l’evoluzione che sta avvenendo nella società e fra gli ecologisti stessi… Vado avanti… Niente di personale, solo una normale evoluzione che potresti avere anche tu, chi te lo fa fare a rimanere indietro? Tanto ormai è chiaro, è una società violenta che ci ha condizionato e ha reso possibile tanto dolore… Tu lo sai come lo so io, e allora? Qual’è la verità? Tu ne hai una che toglie il dolore agli animali e mette in pace le coscienze? Nella matrice della vita non si giustifica la sofferenza che viene inflitta a gli animali solo per il palato e per crudeltà. Che ne dici? Bene, questa credo sia una verità indiscutibile… Un saluto, Stefano

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Caro Stefano, la differenza sta solo nell’approccio… Per molti anni ho avuto un sano rapporto con gli animali, avendone salvati diversi dal macello ed essendomi occupato di loro nel migliore possibile dei modi, lavorando per tenerli in vita e consentir loro di vivere secondo la loro natura. Difendendoli dai cani, dalle volpi, dagli umani rapaci, dalle sventure naturali, da loro stessi (che tendevano ad aggredirsi per supremazia interna). Forse tu ricorderai l’Ostello per Animali Erbivori di Calcata… Sono vegetariano dal 1973, per diversi anni tu mi hai frequentato, non essendo tu vegetariano, ma non non ti ho rimproverato per quello ho solo cercato attraverso l’esempio di sollecitare in te una presa di coscienza. Infine da alcuni anni hai deciso di diventare vegano, e va bene, non voglio discutere sulla tua “bravura”.. Al Circolo veniva sempre a trovarmi un amico vegano fruttariano convinto e lui si portava appresso il suo cibo e non abbiamo mai litigato mangiando assieme, non abbiamo mai discusso sulle reciproche scelte, magari io assaggiavo alcune sue noci e lui assaggiava un po’ della mia insalata selvatica. Non capisco come mai tu voglia fare della tua dieta alimentare un oggetto di proselitismo, una ragione di supremazia sugli altri, hai assunto un atteggiamento religioso ne più ne meno come un musulmano sunnita che vuole convertire gli altri alla sua religione, addirittura ponendosi contro ed offendendo magari chi non è della sua stessa setta.
Perché ti comporti così? Perché non vivi e lasci vivere il tuo prossimo? Qual’è la ragione emotiva che ti rende così insensibile verso i tuoi simili… Pensaci. Paolo

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Caro Paolo. Dunque ma io la tua storia la conosco benissimo e l’ammiro, l’ammiro veramente tanto ed è anche per questo che ti considero come un fratello…
Ma fino ad un certo punto…
Ti ricorderai anche che un tempo dicevi che ti avevo introdotto io al bioregionalismo…
Questo mio proselitismo ti piaceva? Era religione? E anche fosse, la parola viene dal latino (religere – legare a qualcosa…) quindi che male c’è parlare bene del bioregionalismo (amore per la propria terra) o della cultura vegana (amore per gli animali)? E’ bello che tu accettavi chiunque all’epoca, anche i carnivori e guarda che in certi posti che frequento (domani un concerto in una bella locanda in campagna) mica sono tutti vegani! Anzi, però mi stimano e cucinano anche per me…
Ma il punto è che un conto sono i nostri percorsi personali di vita, un conto è quando siamo attivisti in un movimento ecologista come la Rete, dove può anche esserci e deve esserci un’evoluzione culturale e pratica…
Ora tu sai bene quanto la situazione ambientale del pianeta stia precipitando in questi ultimi decenni e come tante persone abbiano preso coscienza di problemi e pratiche di cui nel 1973 (per citare la tua data o anche i primi anni ‘90 quando ci siamo conosciuti) si parlava molto poco… Non è che io sia più bravo, casomai sono contento di essere passato completamente dall’altra parte, la parte del mondo dove nessun animale soffre per colpa mia…
Tu ci stai vicino da molto più tempo di me, la tua la trovo una bellissima evoluzione culturale e pratica che però si è fermata al vegetarianesimo…
Eppure in questi ultimi anni i vegani sono aumentati sempre di più, c’è tanta gente che sta prendendo questa posizione (che sembra radicale ma radicali sono quelli, come ti ho già detto che vogliono decidere della vita di altri esseri viventi…).
Allora possibile che un qualsiasi vegano, di quelli che Mariagrazia critica perché di ecologista hanno molto poco (anche se il loro amore per gli animali è già tanto) perché magari fanno i pomodori col riso a gennaio, qualsiasi vegano come questi sul rispetto degli animali sia culturalmente e praticamente più avanti di noi bioregionalisti ed ecologisti profondi?
Ovviamente questa non è una gara a chi è più bravo e solo un cercare di capire che tipo di evoluzione culturale e pratica dobbiamo cercare di avere e come Rete cercare di proporre o almeno presentare agli altri come prospettiva e senso di vita.
Se siamo attivisti ecologisti nella Rete Bioregionale siamo noi che dobbiamo (anche e principalmente con l’esempio) proporre qualcosa…
E se io propongo una volta per tutte di lasciare in pace gli animali sono troppo radicale, sono religioso? E Thomas Berry non era un religioso? E Alex Zanotelli non è un religioso? Eppure è sicuramente in tanti campi più radicale di me… Caro paolo, mi fermo qui e mi ha fatto piacere scriverti le mie idee… Un abbraccio, Stefano

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Caro Stefano, accetto (comprendo) le idee altrui se sono ben espresse. Questo è un punto.
Allo stesso tempo ritengo che ogni essere vivente abbia il diritto-dovere di potersi esprimere, come può e come sente. L’esperienza di ognuno è legata alla vita condotta, all’apprendimento, all’esempio fornito dai suoi simili, alle pulsioni interiori, al patrimonio genetico, etc. etc. Per questa ragione, secondo me, non si può fare della dieta vegana un assolutismo. Forse tu ritieni che sia ottimale per te, e va bene. Non è detto che lo sia per chiunque. Come esistono differenze fra le varie specie viventi, pur attingendo tutti alla stessa matrice e pur essendo tutte originate e progredite nella stessa spinta evolutiva, così è giusto che ognuno sappia riconoscere ciò che gli è congeniale senza dover ricorrere al ragionamento, alla ideologia, alla religione, alla filosofia.. Tutte queste sono costrizioni che impediscono la crescita personale, se non rappresentano e rispecchiano la vera propensione di ognuno. Non si può stabilire a priori ciò che è giusto o sbagliato per tutti. Per quanto mi riguarda ritengo che la mia natura si trovi perfettamente a suo agio rispettando una dieta che rispecchia la capacità di adattamento umano nei millenni, pur accettandone le varie diramazioni. Ritengo che l’uomo, e questo l’ho espresso chiaramente e lungamente in diversi miei discorsi e nello svolgimento della mia esistenza, sia un animale preponderatamente frugivoro, come i suini, le scimmie antropomorfe, alcune specie di orsi, etc. perciò considero la dieta vegetariana “ottimale” (leggi “consona”), sia da un punto di vista genetico che ecologico. Mentre ritengo che la dieta vegana sia originata da pulsioni morali ed etiche, quindi ideologiche, e non adatta alla nostra specie (tant’è che ha bisogno di integrazioni per diversi tipi di vitamine e altre sostanze). La differenza sta tutta qui. Ritengo che, senza nuocere agli animali, una piccola parte di cibo possa essere attinta attraverso di essi, nella forma di latte, ove necessario e ove utile alla reciproca sopravvivenza. E ciò vale anche per le uova od il miele, sempre in quantità moderate e con consapevolezza.. .. Vedi: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2012/09/26/vegani-o-vegetariani-il-tema-dellalimentazione-naturale-senza-ipocrisia-e-finzione-etica/
A Calcata un vecchio proverbio dice: “Il meglio è nemico del bene..”. Ciao, paolo

P.S. Nella Rete non dobbiamo presentare alcun modello precostituito, possiamo invece dimostrare la nostra capacità di convivenza nella reciproca accettazione e livello. Il bioregionalismo e l’ecologia profonda non rappresentano una nuova religione, ma una comprensione del funzionamento dei modi della vita.

P.P.S. Ah, dimenticavo… è vero che sono stato introdotto da te all’idea “bioregionale”.. ma nel senso “di definizione” in quanto il bioregionalismo prima ancora di conoscere la parola era la mia stretta pratica di vita. Bioregionalismo è un termine “inventato” dagli americani per definire una esistenza in armonia con la natura e con tutte le forme viventi. Cosa che è sempre avvenuta prima della società patriarcale e tecnologica, ed in diversi luoghi nel mondo, e tu stesso l’hai ammesso con i tuoi discorsi sul “matrismo” (altro tema che già avevo affrontato assieme ad Antonio D’Andrea prima della fondazione della Rete).

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Di questo e simili temi se ne parlerà durante l’Incontro Collettivo Ecologista che si tiene a Vignola dal 22 al 23 giugno 2013: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2013/03/30/solstizio-estivo-ed-incontro-collettivo-ecologista-vignola-22-e-23-giugno-2013/

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