Viterbo – Giovanni Faperdue: “Sostituire la cultura dell’assenza con quella della presenza…”
In questi giorni di campagna elettorale ho parlato con centinaia di persone. Le ho incontrate al bar, al distributore di carburante, all’ufficio postale, in libreria, dal calzolaio, dalla sarta, dal barbiere, dal giornalaio, al supermercato, dal tabaccaio, dal fruttivendolo, alle vasche del Bullicame, nelle redazioni dei giornali, durante il mio percorso di footing, durante le passeggiate con il mio cane, lungo i sentieri che mi rilassano, in banca, durante le attese nella sala del dentista, dal gommista, dai miei clienti, dai miei fornitori, in pizzeria, nei B & B e dovunque io mi sia recato.
Li ho ascoltati tutti, fino in fondo, ed ho percepito uno scontento che travalica le solite lamentele populiste. Nei loro argomenti c’era un retrogusto così amaro che mi ha sconcertato. E’ vero che tutta l’Italia sta attraversando un periodo critico. Ma è anche vero che chi ha avuto in mano l’amministrazione comunale, per cinque lunghi anni, non ha fatto niente per migliorare la città o almeno per non peggiorarla.
Tutte le persone con le quali ho parlato sono disgustate di come è portata avanti la politica a livello cittadino. La maggior parte di loro sono indignate sia con la maggioranza e anche con l’opposizione che non ha fatto nulla per impedire i comportamenti irresponsabili del sindaco e della sua giunta.
Nel particolare tutti rimproverano lo stato di sporcizia che regna a Viterbo, il degrado dei monumenti, l’assenza di bagni pubblici decenti, l’abbandono totale delle fontane monumentali, l’assenza di parcheggi, la trasformazione delle strade del Centro Storico in parcheggi, il Museo Civico chiuso, il Teatro dell’Unione chiuso, neanche un cinema aperto, la cultura dimenticata.
La latitanza della nostra classe politica ha consentito a Vitorchiano di dotarsi di una multisala con il grave danno che, siccome Viterbo è troppo vicina, la legge non consente la attivazione di una multisala anche a Viterbo. Oggi la città vive di promesse che non si sa se saranno mantenute, considerando che molte cose potevano essere fatte in questi cinque anni trascorsi invano. Poi con una faccia tosta che non consente alcun tipo di paragone, perché se diciamo granitica, ci sembra inappropriato perché quella faccia è più tosta del granito.
E non ci sono parole per definire la pretesa assurda di questa gente che vorrebbe ancora governare Viterbo. Per confondere le idee degli elettori il sindaco uscente ha fatto stampare anche un depliant dove sembra che tante cose che saranno fatte sono già state fatte. Quel manifesto è come un libro dei sogni. Riporta tutte le cose che Marini avrebbe voluto fare, ma non ha fatto e si è solo sognato di fare.
Adesso ci troviamo con una lista della sinistra che è come una marmellata avvelenata, poi tante listarelle che non hanno senso ed infine una sola proposta credibile , quella del senatore Michele Bonatesta, presidente del Movimento di Opinione Insieme per il territorio con Bonatesta, l’unica vera voce di opposizione sino ad oggi , a mio avviso, a questa giunta Marini, l’unico con le idee chiare su Viterbo e sul suo sviluppo come città turistica..
Giovanni Faperdue