Salvare il pianeta per salvare noi stessi.. (almeno si spera…)
L’effetto delle attività umane sul pianeta può essere riassunto nella formula Ehrlich – Holdren che è stata proposta nel 1971 ed ha dato origine a numerosi studi ed approfondimenti.
Nel 2009 una trentina di scienziati esperti della sostenibilità e del sistema terra hanno pubblicato le conclusioni dei loro approfondimenti su “NATURE” sept. 2009 vol. 461 e, in forma ancora più estesa, su ECOLOGY and SOCIETY 14 – 32.
Le conclusioni di questo studio è che il nostro impatto sul pianeta si sta avvicinando ad alcuni punti critici, oltrepassati i quali, ci possono essere effetti devastanti per la nostra specie.
Nella ricerca sono stati evidenziati nove aspetti che maggiormente incidono sulla nostra sopravvivenza:
- Il cambiamento climatico
- L’acidificazione degli oceani
- La riduzione dell’ozono nella stratosfera
- Il ciclo bio-geochimico dell’azoto e del fosforo
- La quantità di acqua dolce disponibile
- L’utilizzo del suolo
- La perdita di bio-diversità
- L’inquinamento dovuto ai prodotti chimici da noi prodotti
- La diffusione di aerosol atmosferici
Per il ciclo dell’azoto, la bio-diversità ed il cambiamento climatico abbiamo già superato i limiti massimi definiti da questo rapporto e più precisamente:
- L’ammontare dell’azoto rimosso dall’atmosfera per l’utilizzo umano oggi è decisamente superiore alle 120 tonnellate/anno contro un valore preindustriale praticamente nullo ed un obiettivo accettabile di 35 ton/anno.
- Il numero di specie per milione estinte all’anno (perdita di bio-diversità) ha superato il
numero di 100 contro un valore, in epoca preindustriale, compreso tra 0,1 ed 1 ed un valore limite accettabile di 10.
- Il cambiamento climatico dipende principalmente da due fattori : il valore di ppm (parti per milione) di CO2 (anidride carbonica) presente nell’atmosfera (valore attuale vicino a 400 ppm – valore max preindustriale 280ppm – valore limite da non superare 350 ppm) e da quanta energia entra e quanta esce dall’atmosfera calcolata in w/mq (oggi è leggermente superiore ad 1,5 w/mq – in era preindustriale è stato calcolata eguale a zero ed il limite max accettabile è di 1 w/mq)
L’impegno che si richiede per rientrare nei parametri accettabili è altissimo e necessita di un completo mutamento del nostro modo di pensare e di vivere (cambio di paradigma).
La formula di Ehrlick – Holdren dice semplicemente che l’impatto (I) dipende dal prodotto di tre fattori:
il numero complessivo della popolazione mondiale (P), il livello dei consumi (A) (che orientativamente potrebbe assimilarsi al pil) ed il livello di tecnologia raggiunto T (che è correlato con la maggiore efficienza dei sistemi di produzione).
Per diminuire l’impatto bisognerà agire al più presto e prepotentemente su tutti e tre i fattori indicati, considerando che abbiamo già abbondantemente superato il limite accettabile per tre dei parametri riportati in precedenza.
La ricerca scientifica certamente ci permetterà di avere sistemi di produzione che, a parità di output, utilizzino minore energia, meno materiali e l’eliminazione delle emissioni nocive nell’ambiente cui si può aggiungere il beneficio dato dal riciclo dei rifiuti e dal deciso aumento della produzione di energia rinnovabile (l’importante è che ciò accada).
Una più diffusa informazione sui sistemi di controllo delle nascite e l’acculturazione, dei paesi sottosviluppati o in via di sviluppo, potrebbe frenare l’aumento incontrollato della popolazione che si è avuto fin’ora ( dalla fine della seconda guerra mondiale all’ottobre 2011 siamo passati da 2.5 a 7 miliardi di abitanti!!) l’importante è che questa consapevolezza sia acquisita a livello mondiale e tradotta in azioni concrete.
La diminuzione del consumo di beni e servizi (PIL) va contro tutta l’impostazione economica del mondo occidentale, che ha provveduto ad estendere a tutto il resto del mondo la voglia di adottare questo tipo di economia (consumismo): per cui non si vede, al momento, altra soluzione che la modifica delle idee che attengono alla nostra cultura ed alla nostra idea del benessere.
Il consumismo e la cultura ad esso legata rischia di compromettere la sopravvivenza della nostra specie su questo pianeta mentre la sua diminuzione, accompagnata da un diverso sistema di sviluppo e la diffusione di una effettiva democrazia, potrebbe permetterci di cambiare tutta la filosofia su cui è attualmente improntata la nostra civiltà.
I dati scientifici, i pareri degli esperti le opinioni dei massimi esponenti della cultura del nostro mondo concordano tutti nel dire che la situazione è grave ma probabilmente risolvibile.
Gli ostacoli alla realizzazione di un piano di rientro dei consumi in parametri accettabili sono mossi da coloro che su questo sviluppo si sono arricchiti sempre di più provocando di anno in anno un sempre maggiore distacco tra la piccola percentuale di “ricchi e potenti” e la grandissima percentuale del resto della popolazione mondiale sempre più in difficoltà.
Questa percentuale della popolazione mondiale, trascurabile ma molto potente, cerca, riuscendoci, di controllare la politica che invece potrebbe risolvere alla radice tutti questi problemi.
Nei paesi democratici, che maggiormente dovrebbero modificare i loro comportamenti, la politica dovremmo farla noi cittadini adeguatamente informati.
Qui sta uno dei punti principali : il sistema dei mezzi di informazione è come dire, controllato, influenzato da quelli che hanno il potere e che al momento influenzano anche la politica.
Solo la CONOSCENZA, la INFOMAZIONE e la FORMAZIONE potranno salvarci.