E’ Primavera… no al glifosate che ci avvelena…

…10 motivi per fermare l’uso del diserbante e tornare al Profumo dell’erba tagliata

1) Non è biodegradabile (Monsanto è stata condannata per pubblicità menzognera in Francia)
2) Inquina le sorgenti e le acque di falda (ritrovato nel bacino del Falchereto fonte USL, ARPAT) e nelle acque di superficie, fonte ISPRA – AGRISOLE)
3) E’ direttamente irritante e nocivo per l’uomo (agli occhi e alle vie respiratorie) e gli animali domestici (vomito, bava alla bocca, perdita di pelo, diarrea, convulsioni)
4) Distrugge la fotosintesi di vaste aree mondiali, nel periodo di massima fissazione della CO2 (tra le principali cause dell’effetto serra)
5) Provoca aborto e malformazioni genetiche, sterilità anche a dosi molto inferiori ai limiti di legge
6) Provoca alterazione della mitosi cellulare che può essere collegata al tumore nell’uomo (una ricerca svedese lo correla al Linfoma non hodgk).
7) Uccide gli anfibi (rane, rospi, rettili, gechi….) e i lombrichi utili alla fertilità della terra
8) Danneggia la flora selvatica e la Biodiversità collegata, Api e insetti utili in particolare, compromettendo vaste fonti alimentari anche per gli esseri umani (Erbe spontanee e medicinali)
9) Distrugge l’humus dei terreni, compromettendone la fertilità e provocando frane, dilavamento, erosione e allagamenti
10) In Argentina è vietato a 800 metri dalle abitazioni

Giuseppe Altieri, Agroecologo e Silvia Franzini, Biologa

Testimonianze:

DISERBANTE GLIFOSATE (Roundup, Rodeo, Glifoplus…..) SEGNI DI TOSSICITA’ NEGLI ANIMALI

Gli animali esposti ai diserbanti contenenti glifosate hanno mostrato: anoressia, letargia, ipersalivazione, vomito e diarrea. I sintomi persistono per 2 – 24 ore seguenti l’esposizione. Anche i surfattanti presenti nei prodotti come coformulati si pensa che siano responsabili dei segni clinici.
I segni clinici appaiono do 30 minuti fino a 2 ore dopo l’ingestione. Gli animali possono mostrare eccitabilità e tachicardia all’inizio, seguite da atassia, depressione e bradicardia. Casi severi possono portare al collasso e alle convusioni.
Il Servizio Veterinario di informazione per gli avvelenamenti di Londra ha registrato 150 casi di cani esposti al glifosate principalmente dopo avere ingerito erba di recente trattata con glifosate. Di questi circa 40% non ha mostrato segni clinici, 45% ha mostrato segni da deboli a moderati e 15% sono stati classificati gravi.
In Francia al Centro Nazionale di informazioni Tossicologiche Veterinarie sono stati riportati 31 casi di intossicazione di animali domestici, di questi 25 erano cani e 4 gatti: Il vomito si è verificato entro 1-2 ore dall’ingestione nel 61% dei casi, ipersalivazione nel 26% dei casi e diarrea nel 16% dei casi. Il glifosate è stato trovato nelle urine di persone esposte alle irrorazioni di glifoste.La Monsanto ha tenuto per anni nascosti i dati per cui dopo 28 giorni dal “trattamento” si ottiene un livello di degradazione biologica pari al solo 2%. Per non meno di 15 giorni animali come cavalli, bovini, ovini, cani, gatti, tartarughe… non devono entrare nelle aree trattate e per ancora più tempo si consiglia di non consumare frutti di alberi nelle cui vicinanze siano stati fatti trattamenti con il glifosate. Il professor Séralini, docente all’Università di Caen, membro della Commissione di ingegneria biomolecolare francese ha condotto numerosi esperimenti sul Roundup e spiega, nel novembre 2006, che gli erbicidi a base di glifosate sono dei “killer di embrioni” e all’esposizione a questi prodotti è associato un rischio maggiore di aborto tardivo. Altissime concentrazioni di erbicida sono inoltre state misurate nelle urine degli agricoltori degli USA nei giorni seguenti alle irrorazioni nei campi. Intossicarsi è quindi più facile di quanto si pensi.

MONSANTO CONDANNATA PER PUBBLICITA’ MENZONIERA: IL DISERBANTE ROUNDUP NON E‘ BIODEGRADABILE, E‘ NOCIVO PER L’AMBIENTE E PER LA SALUTE

Roundup. Monsanto condamné pour publicité mensongère
jeudi 15 octobre 2009
Le Round up, désherbant, très répandu, n’est pas aussi inoffensif que la publicité veut bien le dire. La Cour de cassation a rejeté le pourvoi de Monsanto, rendant définitive sa condamnation à 15 000 euros d’amende pour “publicité mensongère”.
Sa boîte verte est bien connue des jardiniers amateurs. Et les agriculteurs l’utilisent aussi en grande quantité. Le Roundup, premier désherbant vendu en France et dans le monde, va-t-il devoir changer sa publicité?
Depuis sa mise sur le marché en 1975, son fabricant, la multinationale américaine Monsanto, l’a toujours présenté comme un herbicide efficace, biodégradable qui respecte l’environnement. Pourtant, le 27 janvier 2007, Monsanto a été condamné par le tribunal correctionnel de Lyon à 15000€ d’amende pour publicité mensongère.
Herbicide total
Les associations Eau et Rivières de Bretagne et UFC-Que choisir avaient porté plainte au sujet de l’étiquetage de l’herbicide. Monsanto avait fait appel de cette décision. En octobre 2008, la cour d’appel de Lyon a confirmé sa culpabilité. La multinationale s’était pourvue en cassation. Un pourvoi rejeté, le 6octobre, par la chambre criminelle de la Cour de cassation.
Ce désherbant n’est pas aussi vert qu’il en a l’air. Le Roundup est un herbicide total. Sa substance active, le glyphosate, pénètre par les feuilles et détruit les cellules reproductrices de la plante. Mais le produit comporte aussi des substances dites «inertes». Si le glyphosate est assez rapidement dégradé, certains produits de cette dégradation s’accumulent, en cas d’usage excessif, dans les nappes phréatiques. En 2004, rappelle Eau & Rivières de Bretagne, le Roundup a été détecté dans 78% des échantillons d’eau analysés en Bretagne.
Or, plusieurs études scientifiques, contestées par Monsanto, ont prouvé que le Roundup est nocif pour la santé humaine. Il est d’ailleurs classé dangereux pour l’environnement par les autorités européennes depuis 2001.
Philippe GAILLARD.
Plus d’informations dans le journal Ouest-France

DISERBANTE GLIFOSATE http://www.facebook.com/topic.php?uid=143761024682&topic=15353&post=68104

Pubblicizzato dai produttori come un prodotto innocuo, il Glifosate (Roundup, Rodeo, Touchdown, ecc..) è stato oggetto di numerose ricerche effettuate da istituti scientifici indipendenti che hanno invece provato quanto sia tossico sia per l’uomo che per gli animali.

Questo diserbante, nato come Roundup, è spesso utilizzato in coltivazioni Ogm ed è presente in numerosi prodotti destinati all’agricoltura.

“Il Glifosate ha la caratteristica di durare pochi giorni ma degradandosi dà origine a metaboliti dannosi”. Per tradurre: la sostanza di cui è composto il diserbante sparisce e si ha una trasformazione in sostanza attiva che in parte viene assorbita dal terreno. Che cosa comportano questi metaboliti?

Secondo i risultati delle ricerche di Criigen, l’esposizione a quantità molto basse di questo diserbante impedisce l’azione degli androgeni, ormoni virilizzanti, innescando i danni al Dna delle cellule umane. Effetti preoccupanti affollano le riviste scientifiche, dovuti alla presenta nell’ambiente di questo diserbante, sino ad ora sottovalutati per il fatto che i produttori di antiparassitari presentano per lo più alle autorità studi sugli effetti del Glyphosate da solo, mentre il miscuglio commercializzato e per lo più non dichiarato è molto più attivo.

Ma non solo…
Il Glifosate è la più frequente causa di problemi di avvelenamento in Italia (SIAF – rapporto 2005) e disturbi di molte funzioni del corpo sono stati riportati dopo l’esposizione a normali livelli d’uso.

Il Glifosate può essere causa di aborti spontanei e anche a dosi molto basse provocherebbe gravi danni neurologici, intestinali e cardiaci sugli embrioni. Studi rilevano inoltre riduzioni della grandezza del capo, alterazioni genetiche nel sistema nervoso centrale, un incremento della morte delle cellule del cranio e deformazione della cartilagine . Studi dimostrano che il glyphosate agisce come un distruttore dell’attività della citocromo P450 aromatasi dei mammiferi a concentrazioni 100 volte inferiore a quelle consigliate nell’uso in agricoltura; questo è evidente sulle cellule della placenta umana dopo solo 18 ore

Nella maggior parte dei casi colpisce la pelle e provoca irritazione agli occhi dei lavoratori a seguito dell’esposizione durante la fase di miscelazione, il trasporto o l’applicazione del prodotto. Sono anche state riportate nausea, difficoltà respiratorie, alterazioni della pressione sanguigna e reazioni allergiche. I medici in Giappone hanno certificato casi di avvelenamento, soprattutto attraverso cause accidentali, ma anche attraverso l’esposizione lavorativa. I sintomi dell’avvelenamento acuto includono dolore gastrointestinale, pesante perdita di liquido gastroenterico, vomito, eccesso di liquido polmonare, congestione polmonare, perdita di coscienza, distruzione di globuli rossi e danno epatico, senza contare che secondo alcuni studi i suoi effetti di cito e genotossicità potrebbero non essere limitati al regno vegetale. Dopo ripetute fumigazioni, gli indiani Yanacona in Cauca stanno soffrendo di molti di questi sintomi. Le abitazioni di queste comunità sono state fumigate indiscriminatamente ed i bambini sono stati i più colpiti.

Esiste la prova del desorbimento del composto nel terreno e quindi un movimento verso le acque freatiche, con assorbimento delle piante commestibili ed inserimento nella catena alimentare. Studi indicano che la sostanza può provocare l’erosione del tratto gastrointestinale, elettrocardiogrammi anormali e pressione sanguigna bassa , mal funzionamento del rene, battito cardiaco accelerato, gonfiori sul viso, formicolio della pelle e ricorrenti eczemi. L’ingestione comporta gravi forme di avvelenamento con conseguente arresto cardiaco e respiratorio seguito da coma e decesso.

Il Glifosate provoca un’alterazione della mitosi cellulare che può essere collegata al tumore nell’uomo.

L’uso del Glifosate, secondo uno studio scientifico pubblicato sulla rivista Cancer, comporterebbe l’aumento dei linfomi non Hodgin, quel tipo di tumore di cui spesso abbiamo sentito parlare a proposito dei soldati a contatto con l’uranio impoverito.

E, come già detto, il Glifosate non è usato da solo. Gli studi sulla sicurezza ambientale del Glifosate sono incompleti se non considerano la sua azione combinata con gli altri ingredienti, che al momento non sono nemmeno menzionati nelle etichette della formula. L’abitudine all’utilizzo della parola “glifosato” per evitare di nominare gli ingredienti aggiunti serve ad ingannare l’opinione pubblica e la società riguardo ai pericoli potenziali per l’ambiente e per la popolazione esposta agli effetti tossici di queste sostanze.

E per quanto riguarda gli animali?

Nei cinque giorni che intercorrono tra l’irrorazione del prodotto – che viene assorbito dalle foglie e gradualmente arriva alle radici provocando l’insecchimento- e la sua degradazione, quando perde la sua efficacia, è facile che animali selvatici, domestici o di allevamento entrino a contatto diretto con il diserbante e tanto più avverrà vicino al momento dell’irrorazione tanto più saranno visibili gli effetti.
La perdita di pelo e penne che rimangono più o meno urticanti al contatto è il sintomo più visibile.

L’aborto è frequente tra le vacche.

La morte del pollame colpito dalle fumigazioni o mentre si abbevera con acqua contaminata è stata confermata, come la morte di pesci nei fiumi contaminati e della totalità dei pesci di lago.
Il Glifosate è tossico per alcuni organismi benefici come certi parassiti, artropodi predatori ed artropodi del terreno che sono importanti per la sua areazione e per la formazione di humus. Uno studio sulle trote arcobaleno e sul pesce tilapia hanno riscontrato che la sostanza chimica ha causato difficoltà nel nuoto e problemi respiratori. Questi cambiamenti comportamentali hanno alterato la loro alimentazione, migrazione e capacità riproduttiva ed hanno fatto loro perdere la capacità di difendersi. Così il Glifosate colpisce anche gli uccelli; uno studio su una popolazione di uccelli ha mostrato che questa sostanza è moderatamente tossica per loro; colpisce gli uccelli perché dipendono per la loro alimentazione dalle piante che vengono contaminate. Studi nel settore, hanno dimostrato che alcuni gruppi di mammiferi sono stati contaminati dal Glifosate, a causa della vegetazione morta che loro e le loro prede usano come cibo e protezione. Uno studio neozelandese ha mostrato che il Glifosate colpisce sostanzialmente la crescita e la sopravvivenza di uno dei più comuni vermi presenti nei terreni agricoli.

Ma per l’ambiente?

Il Glifosate viene usato come diserbante per il “decoro” delle strade pubbliche e nell’ambito della campagna “polline sicuro” con la scusa di combattere le allergie da polline (in realtà, anziché ridurre le fonti di produzione di polline, se ne determina un aumento significativo con la proliferazione delle graminacee, oltre alla nebulizzazione nell’aria di principi chimici tossici anche in aree urbanizzate e ad alta intensità di traffico), ben sapendo che, una volta effettuato il primo trattamento, si dovrà continuare anche negli anni successivi per evitare la proliferazione delle erbe più aggressive, libere di espandersi, in seguito alla scomparsa della vegetazione che presidiava il terreno.

Il Glifosate è conosciuto per essere il più statico nei terreni. Si fissa negli strati superiori. Altri studi, tuttavia, concludono che il Glifosate può essere facilmente rimosso da alcuni tipi di terreno. Dosi subletali di Glifosate trasportate dal vento danneggiano la flora selvatica e possono colpire alcune specie a più di 20 metri dal sito fumigato.
Analizzare il residuo di Glifosate è costoso ed ingombrante. Per questa ragione, il governo degli USA non compie di routine questi studi. Esistono alcune ricerche che dimostrano che il Glifosate può essere veicolato dalle piante alle parti utilizzate per il cibo. Per esempio, il Glifosate è stato trovato nelle fragole, nei mirtilli nei lamponi, nella lattuga, nelle carote e nell’orzo. In accordo con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, usare il Glifosate per seccare il grano prima che sia raccolto dà come risultato la permanenza nel grano di “residui significativi”.
E ancora una volta: perché il Dipartimento di Stato non dice niente riguardo all’impatto sul terreno e sulle piante degli altri ingredienti che sono stati usati nelle formule commerciali con Glifosate?

Il Glifosate è altamente solubile in acqua. In accordo con l’EPA (Agenzia per la Protezione Ambientale degli USA), può entrare nei sistemi acquatici attraverso spruzzi accidentali o vento. Se noi accettiamo che il Glifosate è facilmente assorbito nelle particelle del terreno, avrà anche una piccola potenzialità di contaminazione della superficie.

Il Glifosate è uno dei pesticidi maggiormente presente nelle falde acquifere sotterranee

Queste tematiche che vengono sollevate da privati o associazioni non vengono prese mai in considerazione da Enti Pubblici come ASL, Ministero Della Sanità che avrebbero lo scopo di salvaguardare la nostra salute.
Anzi tendono a coprire l’evidenza dei fatti forse nell’intento di non danneggiare il mercato, attentando alla nostra salute.

… L’ ENPA denuncia: strage di gatti per il diserbante

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