I titoli di stato ce li giochiamo al casino … – Dove i giochi sono fatti!
Gli investimenti su titoli di Stato di un Paese in difficoltà, o in via di sviluppo, l’acquisto di azioni in borsa, magari di famose aziende o, ancor più, di banche, sono sempre e solo delle vere e proprie scommesse, esattamente come quelle effettuate nel gioco d’azzardo. Infatti comprando azioni o titoli, e ancor più “futures” o hedge fund non si fa altro che scommettere sul fatto che il valore di ciò che si è acquistato aumenti (o diminuisca, nel caso ad esempio dei citati futures) generando così il guadagno o la perdita per il giocatore.
Ad ogni scommessa quindi si ha comunque un vincitore e un perdente e questo ruolo dovrebbe essere assunto sia dallo scommettitore che dal “banco”. Purtroppo però, come abbiamo visto in questi anni, la maggior parte degli scommettitori, ovvero le grandi banche d’affari internazionali e gli speculatori di ogni genere, sostanzialmente giocano sì tra di loro, e quindi c’è chi vince e chi perde, ma purtroppo per noi il loro vizio è alimentato dai nostri soldi. I soldi delle nostre tasse e delle nostre proprietà quando si parla di titoli di Stato, sono sempre e comunque soldi nostri anche quando si tratta di banche (e lo sanno benissimo i correntisti del MPS per esempio), e spesso sono sempre i nostri quattrini con i quali quali questi “gamblers” giocano se le azioni in questione sono ad esempio di aziende tipo Enel o Eni, o addirittura della Fiat ed altre società che quando vanno male vengono foraggiate con i nostri quattrini (presi dall’INPS) per permettergli di sopravvivere mettendo i propri dipendenti in “cassa integrazione”. La cosa strana (ma ciò che dico è assolutamente stato stradetto) è che quando le suddette aziende vanno bene non versino un euro per restituire quanto ricevuto da NOI contribuenti.
Ok, finito questo “cappello” introduttivo, arrivo rapidamente al punto dolente. È ormai assodato come il gioco d’azzardo patologico sia una delle prime forme di “dipendenza senza droga”. Da cui: coloro che scommettono in Borsa, sui titoli di Stato etc… come lavoro, ma ancor più quelli che lo fanno come ragione di vita – poiché le proprie aziende o società (banche o finanziarie che siano) si occupano esclusivamente di questo tutti i santi giorni per aumentare sempre di più la propria potenza economica e di conseguenza andare a giocare sempre di più su “tavoli” migliori, con poste sempre più alte – sono sicuramente giocatori, ma non solo, sono anche da inserire nella categoria dei “patologici”.
Il giocatore d’Azzardo Patologico infatti lo si identifica quando esiste un “comportamento persistente, ricorrente di gioco d’azzardo”. Alcuni segnali di tale problema di dipendenza dal gioco possono essere più comportamenti tra quelli elencati di:
1) eccessivo assorbimento in attività dirette o indirette (programmi di gioco, pensieri su come procurarsi denaro, ecc.) legate al gioco d’azzardo.
Come detto, tutti all’interno delle gradi banche d’affari o holding finanziarie non fanno altro, dai componenti del Consiglio di Amministrazione all’ultimo broker.
2) bisogno di aumentare la quantità di denaro con cui si gioca per raggiungere livelli di eccitazione desiderati.
Magari invece di “eccitazione” sarebbe meglio usare la parola “potere” ma il succo rimane lo stesso. Lavorare unicamente per scommettere.
3) tendenza a ritornare al gioco per rifarsi dalle perdite precedenti.
Diversamente dovrebbero chiudere le proprie Compagnie, Banche o Società.
4) propensione a mentire sul proprio comportamento di gioco.
Credo che sia inutile spiegare sul come e il perché ciò avviene. Basti pensare alle dichiarazioni di Standard & Poors su Lehman Brothers che aveva appena perso il primo 18% prima del tracollo totale, “È SOLIDA!”. Oppure quelle di poco tempo fa del presidente della Regione Toscana Rossi: “MPS è un gruppo solido!”
5) ricorso a comportamenti illegali quali furti, frodi, baro, falsificazione.
Parliamo dei conti pubblici Greci falsificati da Goldman Sachs? Della falsificazione dei bilanci di MPS? Delle ormai storiche truffe effettuate dalle banche con la vendita dei Bond argentini o delle azioni Parmalat? Parliamo ancora di Lehmann Bothers e di Structured investments vehicle? Delle agenzie di rating controllate da chi dovrebbero controllare? Ci siamo capiti penso…
6) richiesta ad altri di denaro necessario per rimediare alla propria situazione finanziaria più o meno disperata a causa dei debiti di gioco.
E qui potremmo scrivere un romanzo, a partire dal FMI, passando per BCE, e scendendo gradino per gradino e nominando tutti coloro, compresi altri “famosi giocatori compulsivi” magari in periodo buono, che hanno ricevuto richieste dai “perdenti”del momento (le nostre banche sono state un fulgido esempio di come si può perdere all’istante anche ciò che gli era appena stato erogato da BCE!)
Qualcuno di coloro che stanno leggendo si domanderà dove voglio andare a parare con questo mio cianciare. Bene, è presto detto: NESSUNO MI PARE SI SIA POSTO IL PROBLEMA DI COME IL MONDO, OVVERO L’ECONOMIA MONDIALE, POSSA ESSERE IN MANO DI PERSONE, DECINE DI MIGLIAIA DI INDIVIDUI, ASSOLUTAMENTE MALATI.
Persone che per il lavoro che fanno (in grande o in piccolo non importa) hanno problemi caratterizzati da una graduale perdita della capacità di autolimitare il proprio comportamento, di una dissociazione dalla realtà quotidiana, di una sorta di disadattamento alla vita “normale, poiché tutto esiste e ha importanza solo ed esclusivamente nel rapporto che può avere col “gioco”.
Certo, è vero anche che alcune caratteristiche classiche del giocatore, come ad esempio il famoso “circolo autodistruttivo”, in queste persone non esistono, ma questo avviene poiché, come detto, “tutti o quasi giocano sostanzialmente coi soldi degli altri” per cui altro non gli si può dire salvo che “Ti piace vincere facile eh?” come in uno slogan di una famosa pubblicità (sempre sul gioco, ma in questo caso quello destinato ai “poveracci” che inseguono un sogno di poter cambiare la propria condizione grazie solo alla famosa “botta di culo”).
In conclusione, il mondo, la sopravvivenza di miliardi di persone è in mano a dei malati, a dei veri e propri drogati, i quali continuano a fare tranquillamente i propri comodi senza che nessuno abbia il coraggio, se non di farli interdire, quantomeno di dichiararne pubblicamente lo stato mentale.
Per cui per noi “popolo” ormai da tempo “ex-sovrano” ad ogni latitudine, rimane unicamente un’unica frase che ascolteremo sempre di più giorno dopo giorno, ovvero:
“Madame e monsieur… rien ne va plus, les jeux sont faits!”
Stefano Davidson