Boston, la morte incivile – Iniquità nell’uccisione altrui… e quel che resta della nostra libertà

Chiunque abbia un minimo di conoscenza storica sa che dai tempi della Prima Guerra Mondiale (vera guerra civile europea) la modalità di combattimento dei secoli precedenti è mutata.

Non più ragazzoni che si affrontano a plotoni affiancati sui campi, con divise sgargianti, ma dal 1914 si è inevitabilmente estesa la mattanza sempre più alla indifesa popolazione civile.

Un ritorno ai tempi antichi ed al medioevo. Razzie, stupri, incendi, sono purtroppo tornati sul palcoscenico della Storia, in un crescendo che è culminata con il vile, criminale bombardamento anglo-americano di Dresda, e con Hiroshima e Nagasaki, vero orrore indelebile.
La storia di questi ultimi sessanta anni ne è la conferma.

Un milione di morti civili in Iraq, oltre mezzo milione a Timor est, i mercenari assassini in Siria, armati e foraggiati dai “poteri forti”, le mattanze tribali in Africa….. Ovunque le popolazioni civili (soprattutto donne, vecchi, bambini) hanno pagato un conto di sangue salato e non loro.

Con tutto ciò, capire e affrontare la realtà non vuol dire né condividerla, né giustificarla. Nulla e nessuno può impedirmi di detestare e avere schifo di chi mette le bombe. Non c’è ideologia, motivazione politico-sociale, polluzione che possa rendere per nessun verso accettabile la bomba indiscriminata. Fa schifo e basta. Fa arrabbiare e basta, sia ben chiaro. E per di più è sempre stata perdente.

Però c’è anche qualcosa d’altro che dà in pari grado il voltastomaco.

Boston.

E’ la asimmetria dei commenti, della presenza mediatica, del grado di “Indignazione” che le istituzioni, i media, i soliti noti manifestano. Capisco che per i servi per vocazione l’attacco al “padrone” è un vero delitto di lesa maestà.

Ma qualcuno mi deve spiegare che differenza c’è fra un bambino afghano dilaniato da un drone e il piccolo di Boston che aspettava il papà all’arrivo. Meritano pietà e furore in ugual misura, mi sembra. Innocenti in un mondo che l’innocenza la ha persa volutamente da troppo tempo, vengono trattati in modo diverso. Indifferenza, abitudine, noncuranza per l’afghano, per il siriano, per il palestinese, per…..
Battage mediatico invece per il piccolo, innocente yankee.

Questo è male. Questo alimenta odio, vendette, rancori, sangue.
Una civiltà che finisce e che non vuol rendersene conto.

Teniamo duro e non stacchiamo il nostro cuore, il nostro cervello dal nostro essere uomini liberi e civili. Se questa parola ha ancora un senso.

Fabrizio Belloni

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Articolo sullo stesso tema di Enrico Galoppini:

Le vittime del “terrorismo” sono tutte “uguali”?

Scoppia una bomba a Boston, in mezzo alla maratona: “edizione straordinaria!”, “terribile!”, “disumano!”, “abominevole!”.

Certo, come si deve commentare una cosa del genere?

Mica è una bella cosa saltare in aria, rimanere mutilato, vedere i propri cari ed amici esanimi o sanguinanti mentre ci si sta godendo una giornata di sport… Chi attenta alla vita di persone qualunque, come tutti noi, in situazioni del genere, quale che sia il suo palese o recondito obiettivo, è indubbiamente un criminale.

Detto questo, al di là di ogni sviluppo che avrà la faccenda (indagini, strumentalizzazioni, depistaggi ecc.), e considerato che si possono fare solo congetture sul “chi” e “perché” ha architettato questo spregevole atto, sono da dire essenzialmente due cose.

prosegue su: http://europeanphoenix.it/component/content/article/8-internazionale-/609-le-vittime-del-terrorismo-sono-tutte-uguali-

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Commenti ricevuti:

Scrive A.F.: “Il cane mozzica lo stracciato” (per la metafora c’è anche una carta dei tarocchi, Il Matto, che, a volte, riproduce un animale che attacca le gambe del personaggio “povero”…)
In questo caso gli stracciati sono nazioni che non hanno la bomba atomica e, quindi, non possono ribellarsi efficacemente alle prepotenze anglofone… (vedi se sono capaci di aizzare una “primavera” coreana o indiana o pachistana).”

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