Democrazia indirizzata: il 70% dei votanti guarda la TV, il rimanente 30% osserva il computer… Non si sa bene cosa facciano gli astenuti
Ante Scriptum
Mi ricorda la storia di Dino Buzzati sui “drogati” Bulo Bulisti e quelli Zig Zaghisti, le due schiere democratiche immaginate nel tempo della “Civiltà delle Macchine” – Paolo D’Arpini
Ogni democrazia è conseguenza diretta della informazione e della comunicazione, se la comunicazione è libera anche la democrazia che ne scaturisce sarà libera. Il potere finanziario conosce perfettamente questa dinamica ed è per questo che detiene con forza la gestione della comunicazione a cominciare dalla scelta delle informazioni fino alla loro fine manipolazione. In una società dell’”homo videns” di sartoriana memoria, la esistenza di una idea o di un personaggio è “certificata solo dal passaggio televisivo” per una società maggiormente anziana che ancora pende dalla televisione.
A voler sovrapporre i risultati elettorali con la potenza di fuoco della manipolazione dei medi ci troviamo un 70% (PD -PDL-LISTA CIVICA) dipendenti dalla televisione e un 30% (Grillo + altri) dalla rete.
Ora la televisione per la sua natura tecnica di Broadcast senza possibilità di replica è per sua natura una forma di comunicazione dittatoriale ed autorevole, mentre la rete (internet) ha l’apparenza di poter essere “democratica” in quanto da l’impressione di poter interagire di fatto la rete salvo gruppi ristretti non solo continua ad essere Broad-cast ma si aggiunge la qualità di multi-cast, che di fatto peggiora la qualità della libertà, in quanto la comunicazione viene fidelizzata a gruppi ben identificati con tecniche di puro marketing e quindi a target selezionati e marcati sempre più con password e username.
La democrazia diretta di grillo quindi non è estesa alla rete come viene falsamente propagandato, ma alla sua “rete” di iscritti all’interno di una piattaforma proprietaria di cui nessuno conosce i modelli statistici e sopratutto i campioni di studio. Il voto vincolato all’iscrizione del gruppo di fatto è già un voto viziato e vincolato e questo è un limite tecnico che diventa un limite democratico.
A tal proposito quindi sono falsa democrazia sia le primarie del PD che le primarie del M5S, perché gli iscritti (già vincolati ideologicamente per il PD e vincolati da un software per il M5S) si confrontano e votano su cosa? Come fanno a conoscere i personaggi da votare? Quale campione rappresentativo per 59 milioni di abitanti può essere una sottorete che ti impone di essere uno votante iscritto certificato?
La famosa casalinga di Voghera chi la rappresenta e sopratutto come fa a certificarsi? Come al solito si pretende che la tecnica assolva e risolva i problemi che derivano solo da una totale assenza della cultura della responsabilità.
Si pretende una macchina (automobile) estremamente e tecnicamente sicura ma la si vuole guidare male ad alta velocità e senza coscienza e quando sbattiamo contro l’albero è colpa o della strada o dei freni o dell’airbag certamente mai di chi la guidava. Ora non so se è una false-flag ma lo spero, ma ho letto da qualche parte che in seno al gruppo del M5S sia spuntato nella rosa dei candidati il nome di Romano Prodi (PRIVATIZZAZIONE DI BAKITALIA), basta solo questo per capire il rapporto che c’è tra informazione-comunicazione e scelta di democrazia diretta.
Credo che molto presto il popolo della rete comprenderà il limite della democrazia d’esportazione di stampo americano ed il limite ancor più grande della democrazia diretta se applicato a grandi gruppi. Il risultato democratico è direttamente proporzionale alla libertà della comunicazione con cui si informa in quel modello democratico, e ricordiamoci che l’Italia sta al 40° posto.
Giuseppe Turrisi