Roberto Anastagi: “Il creato è perfetto così com’è e non ha bisogno di alcun salvatore… anche il papa lo sa!”
Buona sera amici. Qualche giorno fa era il compleanno di un nostro caro amico che per l’occasione ci ha invitato per cena in un piacevole ristorante malese (circa 5 euro per persona).
Avevo accanto a me una bella e molto evoluta signora che ad un certo momento mi ha detto: Roberto tu che hai viaggiato in tutto il mondo hai dei posti che vorresti ritornare a visitare. Gli ho subito detto “la vallata di Manikaran nell’Hymalaya indiana”.
Dopo averle elencato le meraviglie di quel posto, come mia abitudine, ho cercato di portare la chiaccherata su argomenti che mi interessano molto.
Quella signora è una afrikaner e la sua religione cristiana protestante è da loro molto sentita.
Quando le ho spigato che le popolazioni dell’Hymalaya vivono con molto poco, mi ha detto che debbono perciò essere delle popolazioni molto differenti da noi. Io ho risposto che il tipo di vita è sicuramente diverso ma invece i bisogni interiori di tutti i popoli sono sempre gli stessi in tutto il pianeta.
Le ho detto che io sono rimasto più di due anni in oriente perchè ero interessato a studiare le differenze tra le principali religioni e ho scoperto che tutte le religioni del pianeta sono fondamentalmente uguali perché hanno come maggiore compito quello di cercare di soddisfare i bisogni interiori dei loro seguaci anche se lo fanno in modo diverso dovendosi adattare alle diverse culture e sistemi di vita di ogni popolo.
I principali bisogni interiori di tutti i popoli sono: Avere un dio con il quale poter in qualche modo comunicare per chiedere aiuto e conforto contro le paure, le difficoltà, le infelicità, i nostri timori di affrontare la vita in prima persona, un dio che possa indicare la strada giusta da seguire e che possa dare la speranza in una prossima vita migliore.
A quel punto, dopo un momento di riflessione, con mia grande meraviglia, mi ha detto “credo che tu possa avere ragione” e poi saltando ad una conclusione molto più avanti e riferendosi al nuovo papa mi ha chiesto “perciò tu pensi che il papa possa non essere un credente?”
Le ho risposto che una persona che ha raggiunto quell’incarico deve aver raggiunto un tale livello di pensiero per cui sicuramente non crede in molte cose in cui credono il miliardo e più dei suoi seguaci.
Come esempio le ho detto che se guardiamo un cielo stellato e ne ammiriamo la sua inimmaginabile grandezza e perfezione dovremmo capire che noi siamo assolutamente insignificanti e perciò non può esserci un creatore che si occupa dei nostri insignificanti bisogni perché non c’è da fare alcuna correzione perché tutto il creato è perfetto, altrimenti non sarebbe durato tanti miliardi anni, e noi in ogni modo abbiamo dentro di noi tutte le risposte di cui abbiamo bisogno.
Sono sicuro che anche il papa la pensa così.
Spero di aver piantato un piccolo seme che forse crescerà!!
Roberto Anastagi