Marinella Correggia – ONU, da Ginevra, le verità velate sulla Siria – Ovvero come costruire un dossier finto a favore della guerra
L’11 marzo davanti al Consiglio dei diritti umani dell’Onu basato a Ginevra
nel quale siedono a turno poco più di 40 stati membri, la Commissione COI (di inchiesta indipendente sulla Siria) presenta il suo lunghissimo
rapporto sulla situazione nel paese.
E basato su racconti di parte e contiene molte accuse non verificate, fondate solo su !testimonianze raccolte per skype, al telefono, o presso persone segnalate dall’opposizione armata (chiamata però attivisti). Né esso contiene una condanna dell’ingerenza armata e finanziaria praticata da Occidente e petromonarchie (più Turchia e vari paesi arabi: fratelli-coltelli) che è la vera ragione della tragedia siriana (senza questa illegale fornitura di armi, finite in mano a gruppi violenti quando non jihadisti) i negoziati di pace avrebbero avuto qualche chance. Ma appunto la pace è stata boicottata.
E ovvio che il rapporto sarà approvato: perché solo ad aver studiato per
mesi e mesi le notizie sulla Siria e le falsificazioni circa gli eventi e
i responsabili, si può riuscire a contrastarlo. Ma nessuna missione allOnu
può aver compiuto questo lavoro di scavo. E poi risultato evidente che le missioni nemmeno hanno letto il rapporto COI. Lo compreranno a scatola chiusa.
Siccome purtroppo noi labbiamo faticosamente studiato (mentre altri nelmondo avrebbero avuto tutti i mezzi per farlo, è toccato a noi), il nostro tentativo è stato di portare a Ginevra (pazienza per le spese, pazienza per il tormento) le nostre osservazioni. A settembre in occasione del precedente rapporto invece di prendere il treno per Ginevra abbiamo mandato per email le osservazioni e poi telefonato. Ma un contatto diretto con le missioni, sarebbe stato più efficace? Ci abbiamo provato, stavolta.
E però difficile avvicinare i delegati dei vari paesi non conoscendone le
facce e potendo avvicinarli solo in brevi momenti di pausa nella sala
riunioni XX del Consiglio (inoltre gli uscieri non permettono di
distribuire documenti dentro la sala stessa). Comunque ecco qui di seguito quel che si è cercato di distribuire, in lingue sparse e approssimative (quasi niente è in italiano per mancanza di tempo, abbiam preferito provare a scrivere subito in altre lingue, litaliano non serve allOnu).
Il primo documento è un riassunto sintetico, che speriamo domani in extremisdi dare ancora a qualcuno prima della discussione. Pare che sia il massimo della lettura alla quale si possa aspirare da parte dei delegati delle varie missioni statali. Gli altri tre sono più dettagliati e si
riferiscono il primo alla metodologia, il secondo alla critica alle
notizie presenti, il terzo alle omissioni.
Rapporto Siria – seconda parte
DOCUMENTO. OSSERVAZIONI METODOLOGICHE GENERALI (in italiano, inglese, francese spagnolo) Rapporto COI (18 febbraio 2013).
Fonti di parte, notizie e denunce non verificate, notizie e denunce omesse
Osservazioni e commenti da parte della rete No War (Italia)
Nota. La Rete No War Roma è formata da attivisti per la pace e ricercatori indipendenti che da anni in modo indipendente e volontario si occupano di verità contro le guerre, contrastando la propaganda di fonti di informazione di parte a tutti i livelli: media, attori non governativi, parti in causa nei conflitti e loro schieramenti.
Il nostro obiettivo, anche nel caso della Siria, è operare affinché le
armi la causa di questa tragedia – tacciano al più presto e vada, come
sostiene anche la Commissione Coi, per una soluzione negoziale. La quale viene favorita dal riconoscere le responsabilità delle varie parti, in
modo obiettivo, ascoltando tutte le parti (e i loro sostenitori) ed
evitando di dar corso a denunce non verificate.
Abbiamo letto l’ultimo rapporto della Commissione, così come facemmo con il precedente. Ci proponiamo di inviare al più presto a voi e
alle missioni presso il Consiglio dei diritti umani unanalisi precisa di
diversi punti (quelli per i quali abbiamo elementi di conoscenza elaborati
nel corso dei mesi passati). Intanto, però, vi mandiamo alcune
osservazioni circa il metodo, le fonti, gli episodi da voi esaminati e le
vostre conclusioni.
Le fonti del rapporto
Le vostre fonti sono per vostra stessa ammissione parziali, in parte per
cause non dipendenti dalla vostra responsabilità (mancato ingresso nel
paese). 1) Interviste. Avete intervistato, come in precedenza da voi
indicato (vedi rapporto novembre 2011), attivisti dentro e fuori la Siria,
appartenenti allopposizione. Ricordiamo che questi attivisti e i
cosiddetti giornalisti cittadini si sono resi responsabili di molti
episidi di disinformazione e manipolazione. Avete intervistato, nei paesi
limitrofi, i rifugiati che hanno lasciato la Siria. In genere essi si
schierano con lopposizione: anche le vittime possono essere di parte o
influenzate o formate da una delle parti e questo può inficiare la loro
testimonianza. Fra di loro membri della Free Syrian Army e loro famiglie.
Riteniamo che lo standard della prova non possa ritenersi sufficiente di
fronte a narrazioni così parziali. Oppure avreste dovuto intervistare
anche membri dell’esercito o dell’amministrazione governativa
All’interno del paese, avete intervistato persone via skype o al telefono,
ma ci domandiamo se non vi siano state segnalate soprattutto da esponenti dellopposizione. Notiamo anche interviste (forse attraverso giornalisti) a un membro del fronte Al Nusra. 2) Fonti Ong e media. In varie circostanze queste fonti hanno fatto ricorso anchesse a fonti di parte. 3) Video, mappe ecc. Come indicheremo in seguito, spesso i video rivelano una sola cosa: che ci sono state delle vittime.
Le fonti ignorate dal rapporto
Se la Commissione si fosse rivolta ad altre fonti, avreste ricevuto
denunce (di crimini contro lumanità e crimini di guerra) rivolte
all’opposizione armata. Gli stessi media mainstream hanno dovuto riferire
di molti casi di presa di scudi umani, occupazione di quartieri,
esecuzioni, violenze, massacri, torture ecc. Le testimonianze possono
venire da sfollati interni, da gruppi delle minoranze e non solo, da
esponenti religiosi anche a livello di base, da esponenti di minoranze
etniche o religiose, perfino da oppositori non armati o da oppositori
armati delusi. Possiamo fornirvi riferimenti.
Le conclusioni e il doppio standard
Si conclude ovviamente che occorre una soluzione negoziata e non militare al conflitto. Tuttavia, ecco alcune osservazioni. Il vostro rapporto, per via delle fonti, mantiene un doppio standard a favore delle forze armate dell’opposizione e a sfavore delle forze governative (esercito nazionale e forze di sicurezza e quelli che chiamate shabbiha e quelli che vengono chiamati in Siria Comitati popolari). E evidente la tendenza a sminuire gli atti negativi delle prime. Ad esempio, più volte sostenete che gli attacchi governativi ai civili fanno parte di una strategia deliberata, mentre lo negate per gli attacchi dell’opposizione.
Troviamo anche inquietanti le osservazioni, nel rapporto, circa la
fornitura di appoggio in armi allopposizione. Non risulta con chiarezza il
fatto che questa ingerenza armata aiuta la prosecuzione della guerra e
sfavorisce di fatto il negoziato. Inoltre, il rapporto sembra rammaricarsi
per il fatto che la fornitura di armi non ha contribuito a unificare i
gruppi armati
Le notizie e denunce non verificate
Indichiamo qui elementi che approfondiremo nei dettagli.
Massacri. Per alcuni degli episodi da voi segnalati, le circostanze e i
responsabili non sono accertati e altre fonti capovolgerebbero gli
assunti. Inoltre dopo il 15 gennaio si sono verificati massacri oggetto di
manipolazione quanto ad attribuzione di responsabilità.
Attacchi indiscriminati. Per alcuni degli episodi da voi segnalati, le
circostanze non sono accertate e altre fonti capovolgerebbero gli assunti o sosterrebbero che i gruppi armati hanno fatto ricorso agli scudi umani asserragliandosi in aree civili. Altri racconti non paiono plausibili né sono suffragati da video che dicano qualcosa: si pensi agli attacchi aerei alle panetterie e alle code per il pane. Si nota anche un doppio standard nel riferire, ad esempio, delluso di infrastrutture civili da parte di armati.
Altri crimini. Analoghe osservazioni circa lo scarso fondamento e/o il
doppio standard – per le denunce di crimini quali torture, stupri,
violenze sui bambini, attacchi a infrastrutture e saccheggi di proprietà
civili.
Notizie e denunce omesse
Massacri ignorati. Diversi episodi di uccisione di massa di civili non
sono compresi nellelenco.
Sanzioni. Nel contesto delle osservazioni sulla situazione sociale e
umanitaria, ci pare che molto più spazio avrebbe dovuto essere dato
allimpatto delle sanzioni internazionali, pur più volte denunciato come
concausa di povertà e distruzione della nazione.
Attacchi indiscriminati. Non sono citati diversi casi di presa di scudi
umani, uso di ostaggi, occupazione di interi villaggi, distruzione di
beni, pur confermati da varie fonti.
Osservazione circa i componenti della Commissione
Facciamo notare che non offre garanzie di obiettività la
Commissaria Karen Koning Abuzayd visto il ruolo che ricopre in una
organizzazione che è emanazione di regimi implicati nella guerra in Siria,
quali Arabia Saudita, Qatar, Stati Uniti.
Marinella Correggia – Rete No War Roma
(fonte: pace@peacelink.it)
………………………..
Commento intervento di Ouday Hr Detto Soso:
“Vi terrorizzano con nemici creati ad hoc e inventano problemi inesistenti ed artefatti che distolgono l’attenzione dai problemi reali. Ma voi credete davvero che il vostro nemico sia Bashar Al-Assad? Non sarà invece questo solo il modo per distogliervi dai nemici che avete in casa? Nelle istituzioni, nei partiti, nei media nazionali. Per distogliervi da quel nemico che è la Finanza internazionale che fa con voi come fa il ragno con la sua preda. Tesse la sua tela e aspetta. Quando la preda cade nella ragnatela, il ragno fulmineamente l’avvolge strettissima con il suo filo, dopodiché comincia il banchetto. Immagino sappiate che cosa rimane di queste prede. Spoglie rinsecchite. Questa è la fine dell’essere umano sotto il sistema capitalista. Capitalista finanziario, qualcuno distinguerebbe, ma questa distinzione non mi appartiene.
Comunque, se non ci si rende conto di questo, si può continuare a guardare le soap-opera, altro astuto mezzo di propaganda, o emozionarsi per la principessa sul pisello inglese che ha vinto per la prima volta una medaglia alle Olimpiadi, ma sempre spoglie secche si è destinati a diventare. Certo, forse si può fare come nella canzone di De Andrè, darci al vino, e fare come i vecchietti buttati al tavolino, una gamba qua una gamba là. “Loro cercan là, la felicità dentro a un bicchiere, per dimenticare d’esser stati presi per il sedere; ci sarà allegria anche in agonia col vino forte, porteran sul viso l’ombra di un sorriso tra le braccia della morte”. Si accomodino, ma non pretendano che tutti siano intenzionati a lasciarsi morire dopo una lunga agonia.
Personalmente, in questa battaglia chiamo in causa tutti gli abitanti del globo che si oppongono a questo sistema scellerato. Non potete pretendere che noi siriani si combatta una guerra di liberazione di e per tutto il mondo. La nostra guerra è la vostra guerra, ma anche voi dovete portare i soldati e combattere. Il sistema finanziario predone ed assassino è globale, ma le sue radici sono principalmente da voi, e non è che possiamo fare tutto noi”
…………………………….
Commento di Joe Fallisi: “L’aggressione contro la Siria si configura come la prima guerra della “geopolitica del gas”, come un attacco inteso a spezzare l’”Asse della Resistenza” e come un tentativo di espellere la Russia dal Mediterraneo. In Siria si decide dove dovranno passare le nuove frontiere che separano i blocchi geopolitici contrapposti: la NATO e l’Organizzazione di Sciangai. Le altre motivazioni che vengono addotte sono pretestuose, demagogiche o prive di senso; lo scontro che ha luogo in Siria infatti non è né per i “diritti umani” né contro uno “Stato laico” (la Costituzione siriana stabilisce infatti che la fonte principale della legislazione è il diritto islamico e che il presidente deve essere di religione musulmana)…”