60 milioni i detenuti in Italia – Sistema carcerario diffuso, casa per casa… siamo tutti ai “domiciliari”

Sistema carcerario diffuso, casa per casa… siamo tutti ai “domiciliari”

Quanti sono i “detenuti” in Italia? Sono almeno 60 milioni i cittadini tenuti in prigionia, ai domiciliari, da un sistema coattivo che non tiene conto delle libertà personali e della dignità umana.

Che dire ad esempio del totale ossequio al quale siamo obbligati dal sistema tributario in corso? Non si può sfuggire alla mannaia del fisco che è diventato peggio delle gabelle medioevali da versare ad ogni angolo di strada e ad ogni potere costituito: chiesa, impero, ducato, padronato, etc. Oggi si chiamano stato, regione, provincia, comune, enti, aziende, etc.

Fra tasse dirette ed indirette, inevadibili come non si può evadere la necessità del respiro, siamo totalmente ostaggio di un apparato oppressivo al quale non si può sfuggire e che vive amministrando (per se stesso) il maltolto…. Ma non solo questo anche le libertà personali sono fittizie e ridotte, lentamente anno dopo anno, siamo diventati rotelline quadrate dell’ingranaggio burocratico che impedisce ogni movimento fuori dal contesto social-economico in cui, come in una trappola, siamo caduti nel momento stesso della nascita (uscendone a malapena con la morte, sempre pagando s’intende). La burocrazia è diventata così opprimente, la serie di norme e codicilli talmente ossessiva che solo trasgredendo le regole, a proprio rischio e pericolo, si può sperare in “un’ora d’aria….”

E come si manifesta questa trasgressione? C’è l’aspetto passivo, quello che viene definito “l’uscita ai margini” -cioè la via del barbone e del mendicante- oppure il metodo del delinquente, che volontariamente infrange ogni regola per farsi la sua legge, e che comprende non solo gli spacciatori, i ladri, i truffatori, etc. ma anche i mafiosi e tutti quelli che creano una struttura alternativa di potere. In queste due categorie sono inseriti gli italiani in soprannumero a quei 60 milioni di “prigionieri in casa”.

Ah dimenticavo, nel numero degli “extra” vanno compresi anche gli “aguzzini” (politici ed amministratori) che chiaramente sono al di sopra ed al di là di ogni coercizione, in quanto svolgenti la funzione di “guardie carcerarie all’aperto” del popolo minuto, detto anche popolo “bestia”.

Chissà se quei “carcerati doc” che albergano nelle carceri, a spese dello stato, non stiano addirittura meglio dei 60 milioni costretti “ai domiciliari” fuori delle carceri?

Paolo D’Arpini

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Commento di Massimo Sega:

Consentimi di dirti che mentre leggevo il tuo testo mi sono tornate in
mente alcuni giudizi sugli Italiani dei massimi nostri vati.
Ecco quello che diceva Dante 800 anni fa:
LE LEGGI CI SON, MA CHI PON MANO AD ESSE ?
E ancora cosi’ scriveva :
AHI SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO,
NAVE SENZA NOCCHIERO IN GRAN TEMPESTA, NON DONNA DI PROVINCE, MA BORDELLO.
L’altro nostro grande poeta e filosofo, Giacomo Leopardi, duecento anni fa cosi’ si esprimeva nei riguardi del nostro popolo:
L’ITALIA E’ UNA TERRA INCAPACE DI COSTRUIRE UNA CONVIVENZA CIVILE, UNA INSANA DIALETTICA, UN PAESE DOMINATO DAL CINISMO, INCAPACE DI RISPETTARE E DI ESSERE RISPETTATO, UN AGGLOMERATO DI SINGOLI INDIVIDUI OGNUNO SPROFONDATO NEL PROPRIO ORIZZONTE PRIVATO, PARTICOLARE,E DOVE L’OPINIONE PUBBLICA, LA SOCIETA’ CIVILE STENTA A TROVARE LA PROPRIA MATURITA’ LA PROPRIA AUTONOMIA.
Questo lo diceva, sostanzialmente, trecento anni prima di Leopardi,
Guicciardini.
A sua volta, ecco quanto scriveva la Fallaci, pochi anni fa:
L’ITALIA GODERECCIA, FURBETTA, VOLGARE DEGLI ITALIANI CHE PENSANO SOLO AD ANDARE IN PENSIONE PRIMA DEI CINQUANT’ ANNI E CHE SI APPASSIONANO SOLO PER LE VACANZE ALL’ESTERO O PER LE PARTITE DI CALCIO. L’ITALIA CATTIVA, STUPIDA, VIGLIACCA, DELLE PICCOLE IENE E CHE PUR DI STRINGERE LA MANO AD UN DIVO O UNA DIVA VENDEREBBERO LA FIGLIA AD UN BORDELLO DI BEIRUT…. L’ITALIA SQUALLIDA, IMBELLE, SENZ’ANIMA, DEI PARTITI PRESUNTUOSI ED INCAPACI, CHE NON SANNO NE’ VINCERE NE’ PERDERE PERO’ SANNO COME INCOLLARE I GRASSI POSTERIORI DEI LORO RAPPRESENTANTI ALLA POLTRONCINA DI DEPUTATO O DI MINISTRO O DI SINDACO. Ancora la Fallaci ci ha ricordato quanto suo padre, in punto di morte ebbe a dire:
L’ITALIA POVERA NELL’ONORE, NELL’ORGOGLIO, NELLA CONOSCENZA E PERFINO NELLA GRAMMATICA. IN ITALIA SI PARLA SEMPRE DEI DIRITTI, MAI DI DOVERI. IN ITALIA SI FINGE DI IGNORARE CHE OGNI DIRITTO COMPORTA UN DOVERE, CHE CHI NON COMPIE IL PROPRIO DOVERE NON MERITA ALCUN DIRITTO.
Oggi possiamo tutti dire le stesse cose.
Saluti, Massimo SEga

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