Viterbo e Giovanni Faperdue festosi salutano il nuovo eroe! – “Cantami o diva del peppino Grillo l’ira funesta che infinite schiere di candidati trasformò in chiavati…”
Cantami o diva del peppino Grillo l’ira funesta che infinite schiere di illustri candidati trasformò in chiavati… il giorno della rivoluzione elettorale da quando anche i monti furono artefici di vessazioni senza morale.
Cari amici, oggi mi sono rifatto all’incipit dell’Iliade e brandendo la penna come una turlindana, memore di mille battaglie vinte, vi scrivo. Sono a cavallo del mio PC, con le redini della mia tastiera in pugno, perché oggi mi sento un guerriero invincibile. Nuove linfe di ardore e di coraggio sono finalmente arrivate nelle mie vene, perché è finalmente giunto il momento della riscossa. Basta con i politici di una volta che giocavano a rimpiattino.
Basta con questi c…zo di amministratori del bene pubblico che non sanno fare niente e non vogliono fare niente. Basta con la politica del se mi voti… vedremo. Oggi bisogna dire basta perché finalmente la nostra rivoluzione si è compiuta. Da oggi più niente nella nostra politica sarà come prima. Da oggi tante persone che campavano di sola politica, possono cominciare a scrivere il proprio curriculum vitae e a darsi da fare per trovare un lavoro (se un lavoro lo sapranno fare, perché il politico non lo hanno saputo fare).
Avevo sempre pensato che in Italia ci mancasse un’impennata d’orgoglio come ci fu nella vicina Francia, con la famosa rivoluzione. Periodo tragico e sanguinoso della storia transalpina, ma che ha reso quel popolo più civile e più maturo di noi. Da noi tutte le rivoluzioni sono state sempre gattopardesche:“Che tutto cambi perché tutto resti come prima”, diceva il Principe di Salina. Ma questo accadeva fino a ieri.
Adesso per noi ci ha pensato Beppe Grillo che senza far scorrere una sola goccia di sangue, ha cambiato di colpo la nostra politica. Adesso le strade di Viterbo sono pavimentate di illustri “chiamati” che poi come diceva il buon Giovanni Lucchesi, sono stati invece chia_ ati (lo spazio è per una “m” come Venezia).
Tra questi c’era chi, sicuro di entrare negli aurei palazzi, aveva già scelto i suoi portaborse. C’era chi aveva già scelto un addetto stampa, e c’era chi sognava di avere chissà quale incarico aureo che lo avrebbe proiettato in chissà quale empireo.
Tutti sogni demoliti d’un soffio dal “fenomeno” Grillo.
A dire il vero le prime avvisaglie di quello che è accaduto noi viterbesi le avevamo avute con il comizio di Piazza del Teatro (quella sera undici pullman arrivarono solo dalla vicina Vetralla). C’era una folla immensa che al comando del suo “guru” non aveva esitato a chiudere anche gli ombrelli, sfidando una pioggia battente. In molti, vedendo quella folla, avevano detto con sufficienza: “Ma tanto la maggior parte sono solo curiosi. Il voto non glielo daranno …” E invece, e invece… glielo hanno dato.
E così dal popolo finalmente si è levata una risposta democratica, forte, incandescente, potente e indifferibile che dice basta a: Tasse, Equitalia, Agenzia delle Entrate, Studi di Settore, Balzelli, ritardi nei pagamenti dello Stato, Economia asfissiata per le troppe imposte, Disoccupazione, Tagli indiscriminati, Nessun risparmio nelle spese della politica e Ruberie della politica. Basta alla politica dell’Euro che privilegia solo la salute della moneta, infischiandosene se a farne le spese sono poi in ceti più deboli e l’occupazione. Basta con questa Europa che non conosce ancora la parola sviluppo e aiuti all’economia. Basta con questi politici che sono capaci solo di genuflettersi davanti ai potentati europei, che tutto vogliono meno il benessere dei cittadini e la protezione dei ceti meno abbienti. Insomma il segnale è fortissimo ed i politici lo hanno recepito.
Bisogna cambiare registro.
Ai nostri politici trombati e a quelli abortiti prima di nascere, consigliamo di fare esercizi spirituali presso il convento dei Cappuccini alla Palanzana. Troveranno una cella dignitosa, un piacevole orto ricco di verdure, una zappa con il legno del manico liscio per l’uso, e una damigiana di olio di gomito che potrà essere consumato in dosi anche massicce, senza alcuna controindicazione. Siamo certi che, in quell’angolo tranquillo di mondo, avranno modo di riflettere a lungo sui loro errori e sulle loro inefficienze, e chissà forse matureranno anche la meravigliosa idea di restarsene a casa per… sempre.
Giovanni Faperdue