Ultima cena a Treia…… prima della partenza per Spilamberto
Oggi è mercoledì 20 febbraio, è già arrivato il momento del mio ritorno a Spilamberto, le giornate passano comunque sempre velocemente e manco a dirlo, se sei serena e stai bene, passano ancora più in fretta. Siamo arrivati a Treia con Paolo sabato all’ora di pranzo e domani (giovedì) riparto.
Quest’ultima giornata, è stata a dir poco frenetica, soprattutto se confrontata con le giornate che solitamente passiamo qui a Treia. Per me, che non devo, come Paolo, fare il Giornaletto di Saul, qui a Treia, ci sono anche parecchi momenti di noia, ma ben vengano!
Per me: sveglia alle 7, quando Paolo si è alzato per andare a spedire il Giornaletto, poltronimento fino alle 8, poi giù dal letto, mi sono vestita e siamo andati alla colazione di rito nel bar della porta perchè per il Grottino il mercoledì è giorno di chiusura.
Poi di corsa a casa: ieri sera, presa dallo sconforto per la luce che saltava in continuazione (il “salvavita”), ho chiamato l’elettricista che già aveva fatto un lavoro per noi e avevamo preso appuntamento per stamattina alle 9-9 e mezza ed infatti alle 9 e mezza si sono presentati due baldi giovani a cui abbiamo raccontato l’accaduto e dopo un po’ di “pensa che ti ripensa”, abbiamo provato a staccare la presa della lavastoviglie, che da mesi, forse anni, non viene più usata. Vorrei non dire niente, ma da quel momento, la corrente non se n’è più andata. Sembra incredibile quanto possiamo essere dipendenti da un servizio che fino a un secolo fa non esisteva: niente illuminazione, niente computer, niente riscaldamento, niente lavatrice e, per chi la usa, niente televisione ….
Paolo comunque, si sta già attrezzando per la sopravvivenza bruta, oggi pomeriggio abbiamo comprato al supermercatino di Passo di Treia due scatole di candele, di legna ne abbiamo fatta una bella scorta lo scorso anno e così…. ma speriamo che l’elettricità continui a funzionare!
Poi c’era (e c’è ancora) un problema ad un occhio di Paolo. Da un paio di giorni aveva cominciato a dargli fastidio e la cosa andava sempre peggiorando. Ieri sera ci siamo decisi ad andare dal medico di base che ha prescritto un collirio consigliando, se non avesse fatto effetto, di andare al pronto soccorso dell’Ospedale di San Severino. Neanche a farlo apposta, proprio oggi eravamo invitati a pranzo dalla nostra cara amica Lucilla, che abita ad Ugliano, due passi dopo San Severino.
E così, dopo che se ne erano andati gli elettricisti, siamo partiti alla volta dell’ospedale, fermandoci però a Borgo a fare acquisti di granaglie per le galline Ciccì e Coccò e di un telo di plastica per approntare per loro, un piccolo riparo.
All’Ospedale tutto si è svolto abbastanza velocemente (soprattutto la visita!), ma è incredibile la burocrazia che impera sovrana, facendo perdere un mucchio di tempo sia ai pazienti, che al personale (va beh che loro son pagati per quello): Attesa – Accettazione – spedizione al secondo piano reparto oculistico – ricerca di qualcuno a cui dare la carta – sala d’attesa – visita (circa 4 minuti) – prescrizione di una pomata con antibiotico e cortisone – di nuovo accettazione – foglio per il pagamento dell’eventuale ticket – cassa – numerino e attesa di quelle che non sai quanto possano durare. Fortunatamente dopo un po’ arriva il turno di Paolo, che essendo un pensionato con la minima, è esente dal ticket, ma bisognava avere dietro la carta, e Paolo la carta non ce l’aveva. Per fortuna un’impiegata gentile ha fatto una ricerca in rete ed ha verificato che l’esenzione c’era veramente e gliene ha cortesemente stampata anche una copia. Meno male!
Lucilla ci aspettava preoccupata dalla notizia per sms che eravamo al P.S., ma prima delle 13 eravamo a casa sua dove ci ha accolto con la sua solita generosità, sorrisi, abbracci e calore. Un ottimo e abbondante pranzetto, condito da chiacchiere, racconti, programmi per il futuro, dubbi sul da farsi. L’abbiamo invitata alla Festa dei Precursori a Treia dal 25 al 28 aprile e all’Incontro Collettivo Ecologista di Vignola del 22 e 23 giugno. Sarà sicuramente dei nostri!
Siamo rientrati presto, avevamo ancora tante cose da fare. Sulla strada ci siamo fermati a fare un po’ di spesette: oltre alle già citate candele, un bel pezzo di formaggio pecorino, fichi secchi e noccioline tostate e salate per alleviare un po’ la solitudine del mio Paoletto che domani resterà qui senza di me.
Arrivati a casa siamo subito andati nell’orto col telo di nylon pesante, forbici e cordicelle e, utilizzando anche delle vecchie canne, abbiamo preparato un bel riparo contro la pioggia per le galline, ci abbiamo messo sopra delle frasche e vecchie potature di ulivo per abbellire il tutto e sotto delle cassette, di cui una con dentro dell’erba secca e un uovo che Paolo aveva trovato girando per l’orto. Sarà stato deposto ieri od oggi, ma glielo abbiamo lasciato lì, forse così adotteranno la cassetta come loro nido.
Beh, il più, almeno per oggi è fatto, domani si vedrà!
Stasera, per finire in bellezza, ultima cena con pizza al taglio e pane e marmellata. Il finale di serata è riservato……
Caterina Regazzi