Politica tarata e giornalismo agiografico (a spese dei contribuenti)…. ed un consiglio elettorale di Claudio Martinotti Doria
Riportare quello che dicono ogni giorno, anzi ogni ora, i politici italiani, non è giornalismo ma è fare gli addetti stampa stipendiati da noi, perché i media cartacei e televisivi non si reggono sul fantomatico libero mercato, ma vivono di sovvenzioni pubbliche di ogni genere, agevolazioni, privilegi, favoritismi, finanziamenti, impunità, ecc., chi più e chi meno.
Il teatrino della politica è retto dai media, senza i quali non esisterebbe, nel senso che se i giornalisti facessero seriamente e professionalmente il loro mestiere, il teatrino crollerebbe in un giorno, basterebbe porre le domande giuste ed imbarazzanti ed insistere nel porle e questi attori da operetta si troverebbero a malpartito, anzi lo stesso partito si troverebbe a mal partito e si dissolverebbe, e non basterebbe cambiare sigla e logo.
Senza la selva di microfoni che li attende e li segue e li intervista continuamente, si dissolverebbero come ectoplasmi, non avendo nulla da dire e da dare.
Ma se questo teatro dell’assurdo, fondato sul parassitismo di una minoranza su una maggioranza, che qualcuno si ostina a definire democrazia (specifichiamo almeno che si tratta di quella rappresentativa e non diretta e partecipata) ha potuto non solo prosperare ma espandersi creando una estesa oligarchia di cinici e corrotti, è perché una percentuale eccessiva di italiani sono ignoranti, passivi, deboli, rinunciatari, depressi, rassegnati, pusillanimi ed ignavi, ed hanno come unica fonte di informazione (in realtà disinformazione) la tv.
A questi parassiti di mestiere interessa solo trovare il modo di accedere più o meno legittimamente a ruoli e posizioni di potere, mentendo ed ingannando senza scrupoli e pudore (soprattutto durante la campagna elettorale), dopo di che per tutto il tempo che vi rimarranno faranno i loro comodi ed interessi, personali, famigliari e di gruppo, costituendo in pratica un’associazione a scopo di business e delinquere oppure nicchie di potere feudale.
Pertanto andare a votare ha senso solo ed esclusivamente se con il proprio voto si può dare un segnale forte di cambiamento, di condanna verso questo sistema parassitario e mistificatorio, se si può comunicare con forza il desiderio di voler superare questo inganno perverso dominante, ed in questo momento l’opportunità è fornita dal Movimento 5 Stelle. Altrimenti è meglio l’astensionismo, anche se non fermerà mai questi individui sprezzanti ed egoisti.
Concludo ripetendo il concetto di fondo, questi politici se non fossero sempre in tv non sarebbero niente, la gente semplice è condizionata e si abitua a vederli ogni giorno, ed alla lunga inconsciamente pensa che siano un male inevitabile, ma in realtà sono solo un vuoto a perdere …
Claudio Martinotti Doria
www.cavalieredimonferrato.it