Agricoltura nazionale e l’importanza dell’autonomia nella produzione dei beni necessari alla vita

Illustri Signori,

Maurilio Orione, Dimitri Ruggeri, S. Caputo, Dott. Caterina Regazzi,

Oggetto: Speculazione Finanziaria e Produzione del nostro Pane quotidiano.

Carissimi,

Dopo aver girato il mondo per lungo e per largo per lavoro in posizioni Manageriali, da quando sono rientrato in Italia, mi sembra di trovarmi nei banchi delle elementari, senza capire il perché di una Nazione un tempo prospera e ben voluta nel mondo, oggi a causa di capre elette al comando del Paese, la situazione si è completamente ribaltata a tal punto che tutti gli errori e i furti commessi nel tempo dalla Politica, sono stati addebitati ai cittadini.

La mia curiosità maggiore, facendo le mie scuse, tento di capire e Vi sarei grato di sapere i motivi del Vostro ritiro dalla rubrica e-mail “ECONOMIA” dopo l’articolo della Dottoressa Caterina Regazzi -http://www.circolovegetarianocalcata.it/2013/01/22/speculazione-finanziaria-e-produzione-del-nostro-pane-quotidiano/ – su un tema importantissimo che abbraccia l’agricoltura, ma in modo particolare la sicurezza alimentare del nostro Paese in un mondo dove la Globalizzazione continua a farsi strada al ferreo Monopolismo, per ripiegare i cittadini del mondo con nuovi sistemi di sottomissione.

Attualmente, gran parte del nostro grano è importato dall’Australia e dal Canada considerati i granai del mondo.

Se ben ricordate la campagna di rivolta in Africa Occidentale, nasce proprio dall’improvviso aumento dei costi delle sementi, e poi le ragioni vennero depistate ad arte dall’informazione.

Con questo articolo la Dottoressa tenta di intavolare un discorso che riguarda il nostro Paese in modo più che serio.

Ritornando indietro in un flash della storia, quando Mussolini conquistò una parte della Libia, la Società delle Nazioni impose forti restrizioni all’Italia, in modo che nulla entra e nulla esce dal Paese.

Allora come oggi l’Italia importava il grano dall’estero ed improvvisamente dovette fare a meno. Mussolini diede ordine che ogni metro quadro abbandonato di campagna dovesse servire per piantumare il grano.

Per il nostro Paese fu un periodo molto sofferto, non soltanto per la farina che venne tesserata, ma anche per i Gerarchi che si comportavano esattamente come i Politici attuali. A loro non mancava nulla come oggi, dove la popolazione soffre sino al suicidio, e ve ne sono tantissimi soffocati dall’informazione.

Allora la Germania rappresentata da Hitler salvò l’Italia dalla carestia e dovremmo essere grati al popolo Tedesco. Se poi i Tedeschi durante la seconda guerra mondiale fecero quel che fecero, lo dobbiamo al tradimento.

Vorrei citare un altro inconveniente che accadde dopo la guerra, esattamente al tempo di Craxi, quando si rifiutò di consegnare agli Americani un delinquente criminale che operava per conto della Politica Italiana, e per ritorsione gli Americani chiusero 27 Stabilimenti in Italia, mandando per strada oltre 35 mila famiglie.

Ritornando al problema parzialmente intavolato dalla Dottoressa Caterina, la parte più importante dell’agricoltura è condizionata dal monopolio delle sementi fra cui il grano.

Se per una ragione fortuita i Monopolisti delle sementi rifiutassero di fornire il prodotto al nostro Paese, Hitler non c’è più, l’Europa non vede l’ora di disfarsi del nostro Paese di Latin Lovers, inclini alla bella vita, con un debito pubblico continuamente in salita, dove i Professori chiamati a raddrizzare o meglio eliminare l’incoscienza dei nostri Politici, hanno finito per unirsi alle capre.

La domanda è scontata, partiamo tutti per il Mali a difendere l’Africa dall’avanzata dell’Islamismo succubi della prepotenza Occidentale, o eventualmente ci aggreghiamo a Maometto per sopravvivere?

Ci vogliamo rendere indipendenti dalla Globalizzazione? Il Paese è già quasi tutto venduto agli stranieri, e non ci è rimasto neanche un globulo di nazionalismo che i nostri avi avevano tanto lottato per il nostro futuro.

Cordialmente,

Anthony Ceresa

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