“Rivoluzione Civile” – Antonio Ingroia, l’ingoia tutto, avanza con i suoi scherani verso la spartizione delle poltrone sicure
Amici carissimi eccovi l’ultima lettera ricevuta sul progetto politico “rivoluzione civile”.
Non è di un avversario politico ma espressione culturale e sociale del suo stesso terreno – popolo viola – insofferente alla consueta politica lottizzatoria.
Leggete pure e meditate.
Noi, avanti con la stessa forza e determinazione e con la consapevolezza della bontà del nostro progetto.
Buona settimana ed a presto, vostro,
Gianni Principi
www.listacivicaitaliana.org
Antonio Ingroia, l’ingoia tutto, ed i suoi scherani per la spartizione delle poltrone sicure
EMAIL del “POPOLO VIOLA” (movimento di sostegno alla magistratura, alla giustizia, agende rosse, contro le politiche di austerity, contro le speculazioni finanziarie, contro le politiche invise al lavoro)
Su venti posti “sicuri” alla Camera l’ex toga antimafia se ne prende 6, De Magistris 4, l’Idv 4, Prc 3, il Pdci, 2, i Verdi 2
Altro che “rivoluzione”. Antonio Ingroia e i suoi alleati gettano la maschera e nel fare le liste si affidano al caro, vecchio manuale cencelli di democristiana memoria: due candidati a me, uno a te, tre a lui e così via, secondo una spartizione da prima repubblica. Altro che terza. E i candidati indicati dalle assemblee territoriali, dalla società “civile” (che dopo “rivoluzione” è la seconda parte del nome del partito dell’ex pm antimafia) restano in coda, esclusi da qualunque possibilità effettiva di essere eletti. E’ quanto accade, ad esempio in Lombardia, dove per trovare il primo candidato “indigeno” bisogna andare fino al non posto in lista.
Perché le forze politiche che sono finite nel “polo” Ingroia si sono spartite i posti che verosimilmente porteranno a casa superando la fatidica soglia del 4% (una ventina circa alla Camera dei deputati) e poi li hanno piazzati qua e là in base alle loro esigenze. La spartizione è presto fatta. Rivoluzione Civile conta di eleggere a Montecitorio 21 persone, più o meno, delle quali 11 indicate dai partiti (Idv, 4; Prc, 3; Pdci, 2; Verdi, 2), 6 da Ingroia e 4 tra De Magistris e il sindaco di Palermo Leoluca Orlando.
Se lo schieramento raggiunge il 4 per cento, alla Camera in quota Ingroia arriverebbero: Giovanna Marano, ex candidata a governatore della Sicilia per la sinistra; Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della Pace; l’ex grillino Giovanni Favia; Ilaria Cucchi; il figlio di Pio La Torre, Franco; il poliziotto Claudio Giardullo, finito nelle polemiche per la sua contrarietà all’introduzione del reato di tortura e degli indentificativi sulle divise delle forze dell’ordine; Arcangelo Ferri, giornalista di Rai News e capostaff dell’ex pm antimafia. Dovrebbe essere eletto anche Antonello Pirotto della Cisl, l’operaio sardo che mandò a quel paese il leghista Roberto Castelli in diretta tv. Per lui si sarebbe speso particolarmente Sandro Ruotolo, giornalista della squadra di Michele Santoro, anche lui candidato certo per la Camera, oltre che candidato governatore per il polo di Ingroia alle regionali del Lazio.
Quanto ai partiti, l’Italia dei Valori dovrebbe rieleggere alla Camera Antonio Di Pietro, Maurizio Zipponi, Fabio Giambrone e forse anche Ivan Rota (cognato), Ignazio Messina e Pierfelice Zazzera (questi ultimi tre sono in cosiddetta ‘seconda fascia’, eletti cioè se Rivoluzione civile prende più del 4 per cento). Al Senato, se si supera l’8 per cento, arriva la giornalista Sandra Amurri e ritorna Luigi Li Gotti, capolista in Sicilia, altra pietra dello scandalo all’interno del polo di Ingroia per via del suo passato nell’Msi e perché ex legale dei pentiti di mafia da Tommaso Buscetta a Marino Mannoia.
Rifondazione dovrebbe portare a Montecitorio il segretario Paolo Ferrero e due esponenti di segreteria: Claudio Grassi (finito nelle polemiche per la sua partecipazione ai funerali dell’ex Br Prospero Gallinari) e Augusto Rocchi (al Senato forse ci arrivano Roberta Fantozzi e Marco Gelmini). I Verdi: alla Camera, Angelo Bonelli e Stefano Leoni del Wwf. Pdci: Oliviero Diliberto viaggia verso un approdo insicuro al Senato; per la Camera ci sono Orazio Licandro e Manuela Palermi.
***************Lettera dei NO TAV aperta al Dott. INGROIA ****************
Egregio Dottor Ingroia,
Intendiamo scriverLe in merito alla vicenda della mancata candidatura dell’amica e Compagna Nicoletta.
Riteniamo che tale candidatura avrebbe potuto costituire uno strumento aggiuntivo alle lotte che compagne e compagni quotidianamente affrontano e che non riguardano soltanto il TAV, ma anche la precarietà, la disoccupazione, la mancanza dei servizi e il venir meno di diritti come la salute, l’istruzione e la qualità della vita e del lavoro.
Una lotta che non è fatta solo contro i governi Monti e Berlusconi, ma contro un intero sistema e i suoi metodi abbietti. In questo sistema è compresa la politica dei piccoli e grandi partiti che, da come si evince anche da questa vicenda, continuano ad anteporre la salvaguardia del ceto politico ai bisogni e agli interessi delle persone e dei territori.
C’è aria e voglia di novità in questo paese, ma tutto ciò ancora una volta è stato ignorato e disatteso non candidando chi quotidianamente lotta in prima fila nella società. Riteniamo che le candidature delle compagne/i di movimento e dunque il loro contributo, avrebbero costituito un valore essenziale in questo senso.
Per quanto ci riguarda, insieme a Nicoletta continueremo dal basso nella lotta quotidiana per costruire un futuro migliore.
Noi non vogliamo cambiare l’etichetta ma la sostanza. Ma evidentemente voi siete ancora nel paese dei Gattopardi…. dove “tutto cambia perché nulla cambi…”
I Compagni e le Compagne di Nicoletta.