Intervista sul significato di bioregionalismo ed ecologia sociale … (con intermezzi vuoti)
Ante Scriptum
Questa che segue è un’intervista rilasciata ad una nuova rivista “Barricate” che poi non è stata pubblicata in questa forma dalla redazione ma rielaborata in altro modo…..
Di seguito alcune domande sul bioregionalismo e le mie risposte. Il risultato dell’intervista un po’ dissimile dalle risposte fornite è l’articolo di pag. 47 della nuova rivista Barricate che ha visto la luce ai primi di dicembre del 2012. (P.D’A.)
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Caro Paolo D’Arpini, ti scrivo per poter avere qualche informazione in più sul bioregionalismo. Di seguito butto giù qualche domanda, ma sentiti libero di scrivere ciò che vuoi e ritieni importante, saltando domande o arricchendo risposte.
Grazie ancora Paolo e scusa se ti ho tempestato di molte domande alcune delle quali banali e sciocche. Ma io stessa conosco molto poco il bioregionalismo e vorrei spiegarlo ai lettori nel modo più semplice e concreto possibile, lasciando sullo sfondo la filosofia che ne sostiene le fondamenta (comunque importantissima, ma che per alcuni potrebbe risultare troppo astratta senza esempi specifici e concreti). Attendo tue risposte-considerazioni-suggerimenti… Insomma, tutto ciò che vorrai raccontarmi!
Ti chiederei anche un’altra cortesia: di inviarmi una sorta di tuo “curriculum”, che possa consentirmi di presentarti nel modo giusto.
Rivista Barricate
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Alcune delle domande e delle risposte fornite:
Domanda – Da quando puoi dire di essere bioregionalista? Cosa ti rende tale?
Risposta: Il momento che vivi in sintonia con il territorio e con gli elementi vitali che lo compongono, indipendentemente dalla tua origine. Infatti chiunque può essere bioregionalista nel luogo in cui vive. Nella pratica dell’ecologia profonda, del vivere cercando di essere in sintonia il più possibile col mondo che ci circonda, in un modo in cui, pur sentendosi liberi, non si ha bisogno di provocare danni all’ambiente, cercando quindi di riportare a quell’equilibrio fra l’uomo, l’ambiente e gli altri esseri viventi e non, che negli ultimi 100 anni, è stato più o meno inconsapevolmente stravolto. E’ molto importante, secondo me, che, anche nei rapporti con gli altri, si tenga sempre presente questo “spirito”, cioè per me, l’ecologia diventa “profonda”, quando diventa una pratica costante della vita, come un sottofondo profumato, e non viene dimenticata mai, per ritornare alla superficialità, alla falsità, al consumismo, al….. “a questo poi cipenseremo!”
Domanda – Come si definiscono le bioregioni e i loro confini? L’Italia quante ne ha?
Risposta: le bioregioni possono essere molto piccole, ad esempio una valle (come la valle del Treja), una montagna isolata (il Soratte), un’insenatura, etc. oppure abbastanza grandi da comprendere più regioni politiche. La bioregione non ha confini precisi ma tende ad allargarsi o restringersi se vengono esaminati aspetti specifici. Vedi anche: Rete Bioregionale Italiana, LA TERRA RACCONTA Il bioregionalismo e l’arte di disegnare le mappe locali, Ed. AAM Terra Nuova, Borgo S.Lorenzo (FI) 1997
Domanda – In Italia il bioregionalismo non ha ancora avuto grande diffusione. Ha tuttavia suscitato un certo interesse in settori del movimento anarchico e pensatori anticonformisti. Sapresti spiegarne la ragione?
Risposta: Ogni “visione” che richiede un cambiamento di vita e non la professione ideologica è di difficile attuazione, in quanto presuppone una radicale modifica nel proprio stile esistenziale e nell’approccio generale verso l’habitat, gli animali ed il resto del genere umano. Poi c’è la superficialità di chi ritiene che il bioregionalismo sia semplicemente un movimento politico, magari vicino al “leghismo”.. Cosa che assolutamente non è poiché il bioregionalismo non tende aseparare ma ad unire, sia in chiave di società umana che di ambiente….
Domanda – Da quanti anni esiste un movimento bioregionalista in Italia? In quanti ne fate parte? Dove/come vi riunite? Prendete decisioni insieme come un qualsiasi altro movimento? O la vostra è semplicemente una comunione di intenti? Cosa vi rende un movimento compatto?
Risposta: La Rete Bioregionale Italiana non è un movimento compatto, esistono varie realtà anche disgiunte che si occupano di bioregionalismo ed ecologia profonda. Alcune di queste realtà sono più che altro teoriche o divulgative ed operano attraverso l’editoria di settore. Noi della Rete ci occupiamo essenzialmente di aspetti pratici e di vivere in prima persona l’esperienza bioregionale e dell’ecologia profonda. La Rete Bioregionale Italiana è stata fondata nel 1996 come incontro di varie realtà che si occupavano e si occupano di ecologia profonda e bioregionalsimo. La rete consente libertà di azione locale e il perseguimento di fini comuni, collegati e coniugati ai diversi territori e tematiche bioregionali. Da tre anni la Rete ha leggermente cambiato strutturazione, passando da nodi territoriali a nodi tematici. L’adesione al Movimento/Rete avviene per semplice condivisione dello stile di vita e delle tematiche, lasciando ad ognuno la propria libertà di occuparsi degli argomenti che di volta in volta emergono, per dare risposte necessarie contingenziali ai problemi e per proporre iniziative che possano aiutare le comunità. Vedi Carta degli Intenti: http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/?r=28856
Domanda – Come mai non se ne è mai parlato molto in Italia? Hai/avete contatti con i movimenti del resto d’Europa e del mondo? Cosa vi differenzia?
Siccome il bioregionalsimo e l’ecologia profonda si praticano nel territorio in “cui si vive” ci si riconosce idealmente con qualsiasi altro movimento che si definisce bioregionale e che opera in qualsiasi altra parte del mondo, Ma non esistono veri e propri legami operative. Certamente si condividono le informazioni e si cerca di dialogare ed informare… ma questa operazione viene fatta ad ampio raggio… Tant’è che anche con Italo e con te siamo venuti in contatto pur che voi non siete specificatamente dediti alla pratica bioregionale.. Certo, siete interessati e forse potete anche aderire e unirvi al movimento.. sempre a titolo personale, si intende…
Domanda – Qual è il collegamento tra bioregionalismo ed ecologia sociale? Quali le differenze secondo te?
Risposta: Non esistono differenze se nell’ecologia sociale si tiene conto delle valenze bioregionali e dell’ecologia profonda.
Domanda – Se dovessi spiegare ad un bambino di 6 anni come si diventa bioregionalista e cosa significa, cosa gli diresti?
Risposta: Si è bioregionalisti il momento che si comprende e si vive sapendo che tutto ciò che ci circonda è noi stessi.
Domanda – Ti chiederei anche un’altra cortesia: di inviarmi una sorta di tuo “curriculum”, che possa consentirmi di presentarti nel modo giusto.
Risposta: Non mi piace molto fare “curriculum” lo trovo schematizzante e distorcente, però ti inserisco qui un pensiero sul quale mi riconosco perfettamente e che è alla radice del sentire dell’ecologia profonda. Questo pensiero è stato espresso dal saggio Ramana Maharshi verso i primi anni del 1900, molto prima che venisse coniato il termine “bioregionalismo”:
“Una società è l’organismo;
i suoi membri costituenti sono gli arti
che svolgono le sue funzioni.
Un membro prospera quando
è leale nel servizio alla società
come un organo ben coordinato funziona nell’organismo.
Mentre sta fedelmente
servendo la comunità,
in pensieri, parole ed opere,
un membro di essa
dovrebbe promuoverne la causa
presso gli altri membri della comunità,
rendendoli coscienti ed inducendoli
ad essere fedeli alla società,
come forma di progresso per quest’ultima”
Paolo D’Arpini – Referente P.R. Rete Bioregionale Italiana