Policoro (Mt) – Cittadini ed istituzioni contro le trivellazioni petrolifere in terra e mare
Si è tenuta a Policoro, a metà dicembre del 2012, una grande manifestazione democratica e civile a Policoro (Mt) contro le trivellazioni petrolifere in terra e mare. Cittadini, associazioni, studenti e istituzioni locali. hanno sfilato in 6000 lungo le vie della città d’Ercole. Nella grande struttura del Palaercole di Policoro c’è stata una lezione di alto profilo sul petrolio e i rischi collegati alle estrazioni petrolifere da parte della prof. Maria Rita Dorsogna (ricercatrice presso l’università della California di Los Angeles).
E’ stata una grande manifestazione unitaria e storica dove hanno sfilato a fianco dei cittadini i comuni pugliesi, lucani e calabresi, la provincia di Cosenza, Potenza, Matera e la regione Puglia con il presidente del consiglio regionale Introna. Grande assente ingiustificata è stata la Regione Basilicata (Il presidente De Filippo ha perso un’occasione per ascoltare e dimostrare interesse le istanze dei cittadini). Una classe politica dirigente (quella lucana) poca attenta ai bisogni delle popolazioni e che contrariamente alle vocazioni del territorio ha fatto delle estrazioni petrolifere in terra ferma una politica regionale che ha prodotto solo disastri economici e ambientali (in 15 anni siamo diventati più poveri e più inquinati). Sulla questione trivelle nello Jonio ribadiamo che ci sono precise responsabilità dei parlamentari lucani, calabresi e pugliesi che hanno appoggiato il decreto Crescitalia del ministro Passera. Chi ha votato, firmato o semplicemente approvato anche nelle commissioni industria e/o ambiente senza battere ciglio, gli emendamenti energetici è responsabile di quello che sta accadendo oggi nei comuni jonici.
La democrazia è partecipazione e condivisione delle scelte , oggi cittadini e istituzioni hanno siglato il protocollo di HeraKleia (l’antica città greca dove oggi sorge Policoro) ,un protocollo che impegna le istituzioni presenti con i comitati cittadini a contrastare le trivellazioni in terra e mare nel golfo di Taranto e a stabilire percorsi di sviluppo sostenibile.
Sostenibilità è trarre benefici dall’ambiente senza intaccare il futuro delle prossime generazioni , è stato questo il messaggio del movimento studentesco jonico fatto oggi alle istituzioni presenti.
Cambiando le leggi in materia energetica potremo avere sostenibilità e tutela degli interessi dei cittadini (non quelli delle compagnie petrolifere). Cambiando le regole ambientali e d economiche sulle estrazioni petrolifere così come avviene in altre parti del mondo (dagli U.S.A alla Norvegia) i petrolieri andranno via dai nostri territori da soli .
Questo è solo l’inizio di una grande battaglia di civiltà che le comunità joniche hanno intrapreso per difendere il proprio futuro.
BOZZA EMENDABILE TRATTATO CONTRO LE TRIVELLE PETROLIFERO POLICORO – HERAKLEIA (17/12/2012)
Iniziativa intrapresa e letta a Policoro (MT)
TRATTATO DI POLICORO HERAKLEA
I Comuni di
Le Provincie di
Le Regioni di
sottoscrivono il “Protocollo d’intesa di Heraklea”, siglato a Policoro il ………… nel quale dichiarano di opporsi con parere contrario e negativo a qualsiasi ricerca di idrocarburi liquidi o gassosi nel mar Jonio e, nello specifico, si oppongono alle 11 istanze presentate da sei compagnie petrolifere e a tutte le altre che in futuro tenteranno di essere approvate.
Più nel dettaglio, tutte le suddette amministrazioni pubbliche ritengono e affermano che:
A – in mare
1) nessun limite in miglia marine deve essere posto come misura di rispetto oltre la quale potrà essere permessa una coltivazione di idrocarburi;
2) deve essere vietata anche la ricerca di idrocarburi perché le onde d’urto utilizzate con la tecnica dell’air gun è pericolosa per la flora e la fauna del mar Jonio, con divieti e limiti di trivellazione nei mari, zone off-limits anche nel mare Adriatico meridionale e nel Canale di Sicilia;
B – in terraferma
1) – si opporranno con parere contrario e negativo a qualsiasi nuova istanza di ricerca, trivellazione ed estrazione sulla terraferma che riguarderà i loro territori;
2) – le società petrolifere – a tutela delle norme democratiche di informazione e trasparenza e a tutela delle falde idriche del sottosuolo lucano/pugliese/ calabrese – siano obbligate a rendere pubblici i piani ingegneristici dei singoli pozzi, dato che il sottosuolo è di proprietà dello Stato, dato che le trivellazioni arrivano fino a profondità di 7 km. e dato che è fondamentale garantire ai cittadini il rispetto della qualità delle acque di superficie di profondità, al fine di tutelare la catena alimentare delle popolazioni e delle sue attività economiche;
3) – si stabiliscano principi inviolabili di permessi inviolabili di fasce di rispetto entro le quali non consentire assolutamente alcuna attività estrattiva, di ricerca e di perforazione, stabilite nel divieto di perforare entro 10 km. da dighe, fiumi e corsi di acqua, entro 10 km. dai centri abitati, dai sobborghi e dalle case coloniche, e lungo i crinali montani e collinari al di sopra dei 500 metri di altitudine.
C – in generale
1) – si impegnano per percorsi di sostenibilità in campo ambientale, energetico e di sviluppo equo e sostenibile dei territori;
2) – chiedono nuove leggi in materia energetica nel rispetto dei territori, in particolare sulle estrazioni petrolifere d’idrocarburi liquidi e gassosi, aumento dei benefici economici, eliminazione delle franchigie attualmente concesse sulle estrazioni del metano;
3) – leggi nazionali e regionali per limitare le emissioni inquinanti di tipo liquido e gassoso provenienti da attività di raffinazione;
4) – piano di tutela delle acque dolci, del mare, dei fiumi, dei laghi, delle sorgenti;
Distruggere i mari del Meridione d’Italia significa distruggere interi ecosistemi e un patrimonio storico, culturale e ambientale d’inestimabile valore.