Pianeta Terra, 2012 o giù di lì: “Lasciate ogni speranza voi che qui nascete!”

Nessuna speranza di evitare i catastrofici cambiamenti climatici

Tra tutti i dati contenuti nell’edizione 2012 del World Energy Outlook, quello che merita la più grande attenzione a livello internazionale è proprio quello che ne ha ricevuta di meno. “Anche se i governi prendessero seri provvedimenti per contenere le emissioni di gas serra” conclude il rapporto “il continuo aumento dei consumi di combustibili fossili provocherà nel lungo termine un aumento medio della temperature del pianeta di 3.6 gradi centigradi.”

Questo dato da solo dovrebbe farci raggelare. La maggior parte degli scienziati crede che un aumento di 2C° sia il limite per il nostro pianeta oltre il quale si verificherebbero eventi catastrofici: innalzamento del livello dei mari che spazzerà via le maggiori città costiere, siccità persistenti che distruggeranno terreni coltivati da cui centinaia di milioni di persone nel mondo dipendono per il loro sostentamento, il crollo di ecosistemi essenziali e molto altro. Un aumento di 3.6C° significherebbe la fine della civiltà umana così come la conosciamo.

Per contestualizzare queste affermazioni, l’attività umana ha già riscaldato il pianeta di circa 0,8C° – abbastanza da produrre gravi siccità ricorrenti in tutto il mondo, il verificarsi sempre più frequente di uragani distruttivi (come Sandy…) e la drastica riduzione della calotta artica. “Considerando questi effetti ” scrive il noto autore e attivista ambientalista Bill McKibben, “molti scienziati sono giunti alla conclusione che 2C° sia un livello più che ottimista”. Tra quelli citati da McKibben c’è Kerry Emanuel del MIT, un’autorità nel campo degli uragani.

“Qualsiasi numero al di sopra di 1C° è secondo me una scommessa” scrive Emanuel “e le probabilità a favore diventano sempre meno a mano a mano che la temperatura continua a salire.” Thomas Lovejoy, ex Primo Consigliere della Banca Mondiale per la biodiversità, la pone in questi termini:” Se vediamo quello che oggi vediamo a 0,8C°, 2C° sono anche troppi…”

A questo punto, diventa persino difficile immaginare cosa significhi per il nostro pianeta un aumento della temperatura di 3.6 C°, anche se alcuni scienziati, ricercatori e profeti dei cambiamenti – come l’ex vicepresidente Al Gore in An Inconvenient Truth – hanno inutilmente tentato di spiegare. Presumibilmente, le calotte glaciali della Groenlandia e dell’Antartide arriveranno a sciogliersi completamente, facendo innalzare il livello dei mari di una ventina di metri, inondando completamente città costiere come New York e Shanghai.

Grandi porzioni dell’Africa, dell’Asia Centrale e del Medio Oriente e dell’America Sudoccidentale diverrebbero inabitabili a causa della mancanza d’acqua e della desertificazione, mentre divamperebbero incendi inimmaginabili distruggendo le foreste ormai aride delle zone temperate.

Un Rapporto che va dalla buona notizia dell’imminente supremazia petrolifera statunitense, per poi arrivare a suggerire timidamente che il mondo sta andando verso un aumento delle temperature di 3,6°C è come una bomba termonucleare confezionata con una luccicante carta natalizia.

Infatti, la “buona notizia” è la brutta notizia: la capacità dell’industria energetica di incrementare la produzione di petrolio, carbone e gas naturale nel Nord America incoraggia un aumento della domanda di questi beni, assicurando quindi livelli ancora più elevati di emissioni di anidride carbonica. Finché persiste questo andamento – e il rapporto della IEA non fornisce alcuna prova o previsione di inversione di tale tendenza per i prossimi anni – siamo tutti in corsa per vedere chi prima arriverà… all’Apocalisse.

Michael T. Klare è il Five College Professor di Studi sulla Pace e la sicurezza mondiale all’Hampshire College di Amherst, Massachusetts. Il suo ultimo libro, La corsa ai resti: la gara mondiale per accaparrarsi le ultime risorse, è stato pubblicato da poco. Altri suoi libri: Rising Powers, Shrinking Planet: The New Geopolitics of Energy e Blood and Oil: The Dangers and Consequences of America’s Growing Dependence on Imported Petroleum. Una versione-documentario di questo libro è disponibile presso la Media Education Foundation.

Michael T. Klare
tomdispatch.com

(Stralcio tratto da: http://www.tomdispatch.com/post/175621/tomgram%3A_michael_klare%2C_a_thermonuclear_energy_bomb_in_christmas_wrappings/
27.11.2012 – Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SKONCERTATA63)

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