Elezioni Amministrative Lazio e Movimento 5 Stelle – Regolamento farraginoso sulle candidature (che fa arenare il cambiamento)
L’ultima volta che sono stato a Calcata, a settembre del 2012, parlando con mio figlio Felix lui mi disse della sua intenzione di votare Beppe Grillo, in conseguenza alle dichiarazioni e denunce da lui fatte sulla situazione politica italiana.
Io non commentai anche perché so bene che qualsiasi cosa dica un vecchio padre ad un figlio adulto diventa motivo di polemica. I ragazzi debbono crescere seguendo le proprie inclinazioni e non debbono sentirsi indirizzati da un pensiero che appartiene ad un altro, sia pur esso un padre od una madre.
La fatica di sgrullarsi di dosso l’autorità impositiva dei genitori è il primo passo verso l’emancipazione, sia pur che, allo stesso tempo, occorre trovare il proprio centro, la propria identità e non lasciarsi andare alla semplice ribellione senza discriminazione.
Comunque l’idea di votare Grillo alle prossime politiche era venuta anche a me.. e non perché i suoi discorsi mi abbiano convinto… anzi ci vedo dietro una forte intenzione personalistica ed una strumentalizzazione della protesta in corso. Ciò non ostante visto che l’importante è scardinare il meccanismo oppressivo di questo sistema una spallata il Grillo potrebbe pure darla… magari senza sapere poi chi o cosa entrerà dalla porta.
Ora a febbraio del 2013 si andrà a votare per il rinnovo della consiglio regionale del Lazio e ovviamente il M5S è uno dei contendenti, anzi addirittura il favorito.. E cosa succede quando l’accesso alla greppia è facilitato (come previsto) dal giovane toro scalpitante? Chiaro che tutti cercano di seguirlo e di mettersi assieme….
Beppe Grillo, al posto delle primarie, sta indicendo una sorta di “indagine elettorale” per la scelta dei candidati, che si svolge su internet. La definirei una specie di “mi piace” alla facebook. Ma sappiamo tutti che nei social network circola solo aria fritta, il livello culturale e la preparazione tecnica di chi si può permettere di prender parola è a livelli sotto zero. Per questo il Grillo, previdente, ha creato una specie di scaletta di merito, in cui chi può votare deve risultare “certificato” ma chi è certificato è allo stesso tempo eventualmente anche candidato. Insomma chi certifica e chi si candida sono praticamente le stesse persone.
Inoltre non sembra che si prendano in esame le reali capacità di agire in politica bensì solo l’assenza dalla politica, nel senso che viene richiesto come requisito che i candidati non abbiano mai fatto parte di altre compagini politiche o abbiano rivestito cariche amministrative. Il che significa che i candidabili, magari pure onesti per carità, non capiscono assolutamente nulla di politica e sanno solo come essere compiacenti verso il Grillo che li indirizza. Insomma questa storia del sondaggio “mi piace” rischia di produrre solo confusione e di creare un manipolo di incapaci yes men.
Vediamo ad esempio quali sono le norme del sondaggio M5S per esprimere le preferenze via web.
Il retroterra è chiaro: in moltissimi negli ultimi tempi sono saliti sul carro del movimento a Cinque Stelle, e in ogni caso un movimento del genere, fondato sulla rete e sull’autopartecipazione, è soggetto inevitabilmente ad un certo rischio: come fare ad essere certi che un utente, presentando un doppio account, non voti due volte?
Come evitare gli inquinamenti del voto? Il regolamento a Cinque Stelle divide fra Aderenti al Movimento, Attivi, Attivi in grado di proporre nomi (dunque di votare) e Candidati. Ecco i requisiti.
Requisiti solo per votare i candidati del M5SR alle elezioni comunali di Roma del 2013.
(Sono i cd. “criteri di attivismo” e sono tutti da rispettare, nessuno escluso).
1) Aver partecipato attivamente ad almeno un banchetto municipale o cittadino al mese;
2) aver partecipato attivamente ad almeno una riunione municipale o cittadina al mese;
3) aver partecipato attivamente ad almeno una riunione tematica o ad un gruppo di lavoro al mese e aver partecipato attivamente ad almeno un gruppo di lavoro fra i 5 temi del 5 stelle;
4) aver scritto sul forum del sito roma5stelle.com;
5) aver pubblicato il proprio curriculum Vitae sul sito www.roma5stelle.com (con cognome, nome e fotografia) contenente anche le proprie convinzioni e finalità riguardo il M5S, e tutte le informazioni ritenute idonee a documentare la partecipazione alle attività del Movimento 5 Stelle, così come indicato nei punti 1,2 e 3;
6) essere incensurato e non avere carichi pendenti;
7) non essere stato eletto, se precedentemente candidato in liste elettorali di partiti o liste civiche che hanno ricevuto rimborsi elettorali;
8 ) deve essere residente nel territorio di Roma Capitale, per votare i candidati Sindaco e Consiglieri Comunali.
9) essere iscritto al Movimento 5 Stelle nazionale e al sito roma5stelle.com entro il 31 agosto 2012.
“E -come dice Tommaso Caldarelli- per essere candidati dai Cinque Stelle servono requisiti ulteriori: ad esempio “non aver avuto ruoli di governo (giunte incluse) o che hanno operato presso società partecipate dall’amministrazione pubblica” o ancora “non aver avuto incarichi di consulenza o gestionali, come persona fisica, o amministratore di società, per chiamata diretta da parte di Istituzioni pubbliche, senza aver partecipato ad apposite selezioni mediante gare/licitazioni/trattative, per i quali (negli ultimi 5 anni) abbiano percepito un corrispettivo complessivo annuo lordo superiore ad € 25.000,00″, per evitare raccomandazioni o clientele. Insomma criteri molto stringenti. Forse troppo, e così accade che, per farla breve, “dai requisiti di candidabilità e di accesso al voto indicati nel regolamento del M5SR, e considerando i dati ad oggi disponibili, risulta che solo 189 su 480 certificati (il 39%) dal M5SR possono votare per designare i candidati alle elezioni comunali del 2013″ e che “se consideriamo, inoltre, i candidabili, si evidenzia che 138 (di cui solo 23 donne) di questi 189 certificati ed attivi (coloro che votano), possono effettivamente anche essere candidati e far parte delle liste elettorali, perché rispettano gli altri rigidi requisiti del regolamento per essere candidati”. Ben pochi, dunque: e quale è il problema? Che in sostanza la platea degli attivisti candidabili e con diritto di voto si riconduce agli attivisti storici del movimento Cinque Stelle Romano, che in molti casi sono gli stessi che sovrintendono alle procedure di certificazione (per poter essere abilitato al voto, il militante deve, ad un certo punto, recarsi di persona presso il suo referente municipale in modo da garantire che non è un troll: insomma, una verifica vivente) cosicché accade non poche volte che i certificatori sono anche attivi elettori e attivi candidabili”
Peccato che si vada così sprecando la possibilità di far realmente nascere un movimento popolare di crescita politica e di aumento della coscienza sulla gestione della cosa pubblica. Ma evidentemente Beppe Grillo non è all’altezza del compito che si è voluto ritagliare (pur avendo ottenuto un certo successo d’immagine) per cambiare la società italiana. Egli infine è caduto nel vecchio vizio della burocrazia e delle normative “miglioriste”. Insomma il processo di cernita si basa su una meritocrazia fasulla e “certificata” da chi forse non ha discernimento e abilità a capire nemmeno il “bene” figuriamoci il “meglio”….
Paolo D’Arpini