Anthony Ceresa: “Con il pensiero ho costruito un santuario per la Madonna in Arabia”
Carissimi Paolo e Caterina, non so se vi può interessare di passare il Capodanno in India. Molti anni fa, mia figlia la più grande, per essere più preciso la numero quattro, andò a visitare l’India perché attratta da quel mondo tanto diverso dal nostro.
Quando è ritornata mi ha descritto un Paese per alcuni versi stupendo, ma fu scioccata dalla povertà che è molto diffusa. Le dissi che tutto il mondo è Paese, dove alcuni uomini con una sfacciata ricchezza ed altri in condizioni pietose, ma una cosa non ho mai capito, esiste veramente quell’essere supremo Padre dell’Universo che spesso si distrae dai bisogni essenziali della povera gente? Una volta mentre viaggiavo da solo da Ryad verso il Golfo Persico, in cielo ho visto una grande Madonna fatta di nuvole ed era quella che mi accompagnava in tutti i miei viaggi solitari attraverso i Deserti.
Ebbene, in quella occasione feci una promessa che non ho potuto mantenere perché le cose non sono andate come speravo, avrei costruito un santuario alla Madonna che gli Arabi rispettano forse più di noi.
Comunque la sorte mi ha aiutato a salvarmi da varie vicissitudini ed ho pensato che la Madonna mi ha sempre seguito e protetto. Questa è una confidenza per dimostrare che gli uomini più duri e coraggiosi, hanno un lato umano che spesso bagna il viso con le lacrime a causa di un mondo diverso dai propri sogni di gioventù.
Anthony Ceresa
………………………..
Risposta di Caterina: “Grazie Anthony del bellissimo scritto, pieno di sensibilità e grazie del pensiero per l’informazione del capodanno in India.
Come avrai potuto leggere ripetutamente Paolo è stato molte volte e per molto tempo in India e quando ci siamo conosciuti io stavo proprio organizzandomi per andarci (solo un breve soggiorno di un paio di settimane, quale me lo avrebbe potuto permettere il mio lavoro e gli impegni familiari), ma Paolo pensò bene di chiedermi se era possibile rinunciarvi, così avremo potuto passare le vacanze natalizie insieme e poi mi disse: “Cosa vai a fare in India, l’India è qua!”.
In effetti io stessa speravo in cuor mio, che mi chiedesse questa cosa e non ho esitato un attimo ad acconsentire (dato che era quello che anche io desideravo).
Col tempo, tante volte, più o meno scherzando, gli dico che vorrei andarci, anche per cercare di provare quello che può aver provato lui, ma so che le esperienze sono sempre diverse, i tempi cambiano, noi cambiano, e quello che è stato vissuto da una persona in un certo momento della vita non è riproducibile.
Ormai non sento più il bisogno di fare “esperienze”, ma se dovesse capitare penso che un viaggio in India lo farei volentieri, senza aspettarmi rivelazioni o risvegli improvvisi, anzi, non vorrei che questo mio disinteresse nascondesse una aridità di cuore, un disinteresse per le situazioni altrui. E’ un periodo in cui sto bene anche da sola e mi capitano comunque sempre tante cose che forse oggi, vedo con occhi diversi, forse più aperti (parlare con un allevatore, scrivere ad un amico – come sto facendo in questo momento- curare un animale, guardare degli alberi nell’asfalto, osservare il viso corrucciato di un collega preoccupato).
Per quanto riguarda l’essere supremo, io, onestamente non ci credo, credo nella forza della natura che magari da una cellula ha fatto si che si sviluppasse tutta la vita, da un accumulo di energia il Big Bang. Certo che prima del Big Bang cosa c’era?
E non credo neanche che noi dovremmo fare quel che possiamo e del nostro meglio perchè lassù qualcuno ci guarda e ci giudica.
L’Universo è così grande che se lassù ci fosse veramente qualcuno avrebbe altro di cui occuparsi che di noi piccoli omuncoli, non credi?
Ciao e grazie”
Mia rispostina: “Ogni esperienza è data a chi deve viverla, saperne riconoscere l’insegnamento appartiene alla capacità di crescita individuale. Non ti rammaricare per il santuario.. l’importante è che tu sappia custodire il tempio del tuo cuore”